Napoli, 26 Aprile – “Verde Laguna”. Una storia vera nella Venezia del novecento, di Silvia Favaretto, ed. Meta Liber (ML) ME Publisher- Mazzanti libri. Il libro presenta in 162 pagine i racconti di famiglia, che la scrittrice ascoltava da nonna Ida, figlia di Velda, sua bisnonna, fin dalla tenera età che destavano in lei curiosità ed interesse per la sua Venezia, e che ha scritto mossa dal desiderio di fermare su carta i ricordi. Sulla copertina del libro è impressa Ida, immagine in bianco e nero del 1954, che ne risalta la bellezza nello scenario della laguna veneziana. Ida dagli occhi verde laguna, come viene descritta.
Verde Laguna è una testimonianza che Silvia Favaretto ha ricucito attraverso ricerche minuziose per colmare i tasselli mancanti alle storie dei tre protagonisti principali del romanzo che sono ancora in vita. Verde Laguna è la storia della sua famiglia veneziana vissuta durante la seconda guerra mondiale e poi nel dopoguerra con le trasformazioni del territorio e della società, che il lettore può ben rapportare a episodi di qualunque superficie geografica. La guerra è guerra e il dolore non ha territorio né etnia. Un libro autentico che impregna storia e genealogia, dove tra le pagine scorre la speranza che supera il dolore e la rassegnazione.
Un libro fatto di tante ‘voci’, di bambini e ragazzini che hanno visto la morte in faccia, l’hanno toccata e vissuta, tra privazioni, affetti negati, pianti e dolori, ma anche con lo sguardo rivolto al domani, pronti a farcela in qualunque situazione, pur di riconciliare una fratellanza, una famiglia, pur senza vivere la dovuta fanciullezza. Descrizioni quelle della scrittrice Favaretto che toccano le corde del cuore per aver dato voce ai tre protagonisti che, dopo la morte della madre per un bombardamento, sono costretti in un primo momento a vivere presso l’orfanotrofio delle Zitelle alla Giudecca, perché i parenti stretti non vogliono né possono tenerli.
Episodi che il lettore macera con sentimenti di ‘collera’ e di cui prosegue la lettura per cogliere le vicissitudini dei tre, quasi in una sorta di protezione e di carezza. Anni di dolori, anni di speranza di uscire da quei collegi, orfanotrofi , luoghi di prigionia, come lo reputavano i ragazzini. Ed è dolore che fortifica, che li fa godere di una ‘risata’ tra compagne e nel caso di Ferdi tra compagni, perché l’orfanotrofio era per sole donne e per soli maschi. Lacrime trattenute per accrescere la propria forza e superare le avversità. Storia di tante ‘voci’ che dovranno resistere alla fame, alle bassezze che la vita riserva e a saper affrontare la giornata, non importa se per vivere si sfugge alla miseria accostandosi a uomini molto più grandi. A volte non ci sono scelte.
La penna di Favaretto è la narrazione coraggiosa di un vissuto familiare fatto di dolore e traumi, ma anche di valori della vita che si tramandano di generazione in generazione e che la scrittrice ha saputo narrare attraverso una ricostruzione genealogica con cura, delicatezza, come a dare riscatto ai suoi cari, a sé stessa e alle generazioni future. Verde Laguna è un libro che chiunque legga ne assorbe la visione della speranza, soprattutto per chi ha avuto simili vicende e ne porta ancora il peso. La scrittura scorrevole e carezzevole di Favaretto non è solo storiografia della seconda guerra mondiale con fatti ed episodi di Venezia, è un percorso di guarigione per la sua famiglia, come lei stessa afferma, è un farmaco lenitivo.
È un romanzo coraggioso e un atto d’amore, storia di Venezia e di una famiglia, di speranza e di fiducia.
Chi è Silvia Favaretto
Nasce a Venezia nel 1977, dottore di ricerca in studi iberici e angloamericani presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Insegnante, traduttrice e presidente dell’associazione culturale Progetto 7Lune.Ha pubblicato 18 libri tra poesia e narrativa breve in Italia, Argentina, Colombia, Costa Rica, Honduras, El Salvador e Messico. Vincitrice di premi letterari e giurato in premi internazionali di poesia.
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“Sono un’insegnante e amo profondamente il mio lavoro. Due cose segnano la mia vita: Famiglia e Scuola. Credo nella bontà, nell’umiltà, nell’amore per il prossimo. Questi gli stimoli del mio impegno quotidiano affinché la vita sia veramente degna di essere vissuta. Amo leggere, viaggiare e preferisco scrivere”.