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Attualita'

Vaticano, intervista a Papa Francesco: “Essere omosessuali non è un crimine. Ingiuste le leggi che criminalizzano l’omosessualità”

Napoli, 25 Gennaio – “Essere omosessuali non è un crimine” ha detto Papa Francesco in una intervista alla Associated Press, rilasciata martedì, nella quale definisce “ingiuste” le leggi che criminalizzano l’omosessualità. Il Pontefice ha sottolineato che Dio ama tutti i suoi figli così come sono e ha invitato i vescovi cattolici che sostengono le leggi ad accogliere le persone Lgbtq nella Chiesa, ricordando che è necessario distinguere tra un crimine e un peccato. “Non è un crimine. Sì, ma è un peccato. Va bene, ma prima distinguiamo tra peccato e crimine. È peccato anche mancare di carità gli uni verso gli altri”, ha aggiunto. “Questi vescovi devono avere un processo di conversione”, ha detto il Papa, aggiungendo che dovrebbero applicare “la tenerezza, per favore, come Dio ha per ciascuno di noi”.

Papa Francesco ha citato il Catechismo della Chiesa cattolica per dire che i gay devono essere accolti e rispettati, e non dovrebbero essere emarginati o discriminati. “Siamo tutti figli di Dio, e Dio ci ama così come siamo e per la forza che ciascuno di noi combatte per la propria dignità”, ha detto il pontefice parlando all’AP.  Secondo le sue parole leggi “ingiuste” la Chiesa cattolica può e deve lavorare per porvi fine. “Deve farlo. Deve farlo”, ha detto.

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Nel parlare di Benedetto XVI papa Francesco l’ha definito un “gentiluomo” e ha detto della sua morte: “Ho perso un padre. Per me era una sicurezza. Di fronte a un dubbio, chiedevo la macchina, andavo al monastero e chiedevo”, ha detto a proposito delle sue visite alla casa di riposo di Benedetto per avere consigli. “Ho perso un buon compagno”. L’ atteggiamento di critica al pontificato “non lo riferirei a Benedetto, ma a causa dell’usura di un governo di dieci anni”ha precisato il Papa.

All’inizio, la sua elezione è stata accolta con un senso di “sorpresa” per un Papa sudamericano, poi è arrivato il disagio “quando hanno iniziato a vedere i miei difetti e non gli sono piaciuti”, ha detto. “L’ unica cosa che chiedo è che me le dicano in faccia, perché è così che cresciamo tutti, giusto?”

Sul tema delle possibili dimissioni il Pontefice afferma dinon aver nemmeno preso in considerazione l’emanazione di norme per regolare le future dimissioni papali e prevede di continuare il più a lungo possibile come vescovo di Roma. Nella sua prima intervista dalla morte il 31 dicembre di Benedetto XVI , Francesco ha affrontato la sua salute, i suoi critici e la fase successiva del suo pontificato. “Sono in buona salute. Per la mia età, sono normale”, ha detto il Papa 86enne, anche se ha rivelato che la diverticolosi, era “ritornata”.  Il Papa ha aggiunto che una leggera frattura ossea al ginocchio dovuta a una caduta era guarita senza intervento chirurgico dopo laser e magnetoterapia. “Potrei morire domani, ma è sotto controllo. Sono in buona salute”, ha detto con il suo tipico senso dell’umorismo.

Un passaggio dell’intervista ha riguardato la Cina con cui “dobbiamo camminare pazientemente”, osserva Papa Francesco. L’Associated Press ha chiesto quali saranno i prossimi passi nelle aperture diplomatiche tra i due Paesi. “Ogni caso (di nomina di un vescovo) è guardato con una lente d’ingrandimento – ha detto – ma l’essenziale è che il dialogo non si interrompa”. Quanto alle autorità cinesi, “a volte sono un po’ chiuse, a volte no”, ha spiegato.

In mattinata il Papa ha ricevuto in Vaticano, prima dell’udienza generale, i rappresentanti del Consiglio pan-Ucraino delle Chiese cristiane, e ha voluto ribadire il suo pensiero costante per quel sanguinoso conflitto. “Non abbiate dubbio – ha detto – vi porto nel cuore. Preghiamo insieme per la madre Ucraina. E’ un esempio davanti a tanta superficialità che oggi si vede in tanta cultura”.

Il Papa, nell’incontro di questa mattina, ha riferito di ricevere “regolarmente inviati dal presidente Zelensky. Sono in dialogo con i rappresentanti del popolo ucraino e questo mi porta a sentire con voi e a pregare”. Alle Chiese ha detto: “Vi ringrazio di questa vostra unità, questo per me è una cosa grande, come i figli di una famiglia che sono uno di là, uno di là, uno di là, ma quando la mamma è ammalata sono tutti insieme”.  

Il Pontefice ha anche consegnato ai rappresentanti delle Chiese un discorso scritto nel quale sottolinea: “Sono con voi nel difendere i diritti dei fedeli di ogni comunità religiosa, specialmente di quelli che soffrono soprusi e persecuzione. Sono con voi nell’impegno di assistere i prigionieri e le persone detenute per motivi politici. Incoraggio i vostri sforzi per ristabilire il rispetto, da parte di tutti, dei principi e delle norme del diritto internazionale e dei diritti fondamentali dell’uomo”.

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