Cronaca

Truffe agli anziani, sgominata la rete del “finto maresciallo”: 29 arresti in tutta Italia

Napoli, 1 Febbraio – Una vera e propria organizzazione criminale dedita alle truffe agli anziani è stata smantellata dai Carabinieri di Genova, Napoli, Torino e Caserta. L’operazione, denominata “2 OTTOBRE” in onore della Festa dei Nonni, ha portato all’arresto di 29 persone, tutte residenti nel Napoletano e accusate di associazione per delinquere finalizzata alla truffa.

Un sistema rodato per ingannare gli anziani – Le vittime venivano contattate da falsi carabinieri o avvocati, che raccontavano loro di un grave incidente stradale provocato da un parente stretto. Per evitare l’arresto del congiunto, i truffatori chiedevano denaro e gioielli, che venivano poi ritirati a domicilio da emissari dell’organizzazione. Il pressing psicologico era serrato: i criminali tenevano le vittime al telefono fino alla consegna del denaro, impedendo loro di contattare familiari o forze dell’ordine.

Un business criminale da 700mila euro – L’inchiesta ha ricostruito 54 episodi di truffa, di cui 45 consumati e 9 tentati, per un profitto illecito superiore ai 700mila euro. I carabinieri hanno già recuperato 90mila euro tra denaro e gioielli, mentre 13 truffe sono state sventate prima che le vittime consegnassero il denaro.

Una rete strutturata e ben organizzata – L’organizzazione faceva capo a A. M. e M. M., rispettivamente “o’ Mast” e “la boss” per i membri della banda. La coppia gestiva un sistema criminale complesso, suddiviso in batterie operative con ruoli ben definiti:

Telefonisti che contattavano le vittime fingendosi forze dell’ordine o legali.

Trasfertisti incaricati di ritirare il denaro e di spostarsi tra le città individuate come obiettivi.

Organizzatori logistici che procuravano mezzi di trasporto e alloggi per i membri della banda.

I truffatori operavano da call center improvvisati in case private e B&B, mentre i trasfertisti viaggiavano su auto a noleggio fornite da agenzie compiacenti o utilizzavano treni e taxi per sfuggire ai controlli. Per le comunicazioni, si servivano di cellulari intestati a prestanome o cittadini irreperibili, oltre che di chat criptate.

La selezione degli anziani da raggirare avveniva tramite le cosiddette “chiamate filtro”: brevi telefonate a numeri fissi per verificare se rispondessero persone anziane. Se la voce all’altro capo sembrava quella di una possibile vittima, la truffa veniva avviata con la classica messa in scena del “finto maresciallo”.

L’inchiesta, condotta dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Genova e coordinata dalla Procura genovese, ha coinvolto oltre 150 Carabinieri in più regioni. Dei 29 arrestati, 21 sono finiti in carcere, 5 ai domiciliari e 3 sottoposti all’obbligo di firma.

L’operazione ha inferto un duro colpo alla rete di truffatori, ma le autorità invitano gli anziani e i loro familiari a rimanere vigili. Nessun carabiniere chiede soldi al telefono”, ricordano le forze dell’ordine, esortando chiunque riceva telefonate sospette a contattare il 112.

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