Nola, 12 Ottobre – Si è tenuta questa mattina, in un clima di cordiale e amichevole confronto dialettico tra Magistratura e Avvocatura, la cerimonia per festeggiare i trent’anni dall’istituzione del Palazzo di Giustizia di Nola, organizzata dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, d’intesa con i vertici del Tribunale e della Procura.
Era il 14 aprile 1994 quando la dea della Giustizia è entrata per la prima volta nella Reggia degli Orsini, in quella che era stata, dal 1860, la sede del Distretto Militare. Sono state ricordate le tappe principali di questi ultimi sei lustri, con i nomi dei protagonisti: i Presidenti del Tribunale e dell’Ordine e i Procuratori della Repubblica che si sono succeduti, ed è stato fatto il punto della situazione attuale e delle prospettive di futuro. Il programma articolato dell’evento è stato aperto con l’Inno nazionale, che è seguito alla Santa Messa celebrata nella attigua Chiesa del Gesù.
Alla presenza delle più alte cariche magistratuali del Distretto, il Presidente della Corte d’Appello di Napoli, dott.ssa Maria Rosaria Covelli, il Sostituto Procuratore Generale, dott.ssa Stefania Buda, e Circondariali, la dott.ssa Paola Del Giudice, Presidente Tribunale di Nola e il dott. Marco Del Gaudio, Procuratore della Repubblica di Nola, è emersa una comunione d’intenti e di vedute e una volontà e capacità di confronto con l’Avvocatura che fa ben sperare per il futuro del Palazzo di Giustizia Nolano. Importanti sono stati, in tal senso, i contributi dell’ex Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Avv. Maria Masi, del Delegato dell’Organismo Congressuale Forense, Avv. Raffaele Curcio e del Componente del Consiglio di Amministrazione di Cassa Forense, Avv. Agostino Maione e il profondo e forbito intervento del Presidente del COA di Nola, Avv. Arturo Rianna.
In particolare, è stata sottolineata in diversi interventi, la necessità di recuperare il confronto intellettuale diretto, non mediato dai mezzi informatici, che esisteva un tempo quando tutte le udienze venivano celebrate in presenza e, magistrati e avvocati, nell’esercizio della Giurisdizione dialogavano e si confrontavano de visu. È emersa, dunque, la necessità di recuperare una dimensione umana della funzione giudiziale, individuando nuove occasioni d’incontro, che la diffusa applicazione del processo telematico e la cattiva abitudine del distanziamento, derivante dalla recente pandemia, hanno reso più difficile.
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