PROPOSTA “Inserimento nelle scuole italiane di figure di contatto e di prevenzione al rischio”.
Napoli, 13 Marzo – Certi temi scottanti non possono rimanere nel silenzio di quattro mura, sarebbe ignorare il problema. La violenza genera altra violenza. I violenti hanno le chiavi di casa, sono amici di sempre, all’apparenza “brave persone”. Quante donne avranno ripetuto a se stesse cambierà, diamogli tempo! Quante donne avranno subito nel silenzio, per anni, il loro martirio pensando di meritarlo e di continuare nel labile gioco delle parti.
L’attenzione a queste tematiche va studiata e affrontata, sono troppe le donne che perdono la vita e questo si ripercuote sulla società
Non valgono gli appelli se, non si riparte dalle giovani generazioni inserendo nelle scuole figure professionali e di contatto, come: sociologi, psicologi, educatori.
Questa sarà la mia battaglia: Proposta di legge di iniziativa popolare “Inserimento nelle scuole italiane di figure di contatto e di prevenzione al rischio”
Subito equipe multiudisciplinare sul campo e nelle scuole. Prevenire è meglio che curare!
L’esperienza sul campo ha insegnato che la cultura maschilista è lenta a essere sfatata se non cominciamo a seminare educazione all’affettività e alla relazione è difficile sradicarla nel dna e nei pregiudizi.
Giovani come Azzurra, Lea e Viola gridano la loro sofferenza accanto a giovani compagni che replicano i modelli dei padri e fanno appello alla nostra attenzione per non essere soggiocate da chi si dichiara di essere innamorati. L’amore non è possesso!
L’amore non grida
non si baratta
non tormenta
non è possesso
non è morte.
L’amore …
fa a pugni col destino
con l’orgoglio
con il male
pur di non cagionar
dolore e lacrime.
L’amore è…
vita
rispetto
libertà.
Oggi, 13 marzo la sociologa, Maria Ronca chiederà una proposta di legge popolare affinchè presso gli istituti scolastici italiani siano presenti figure di contatto e di promozione al BenEssere della persona nella sua totalità e di vedere finalmente realizzato quell’anello mancante che dà valore alla relazione e alla risoluzione sul nascere dei disagi che attanagliano i giovani.
“La mia è una battaglia per tutti coloro che hanno un titolo di studio a cui non è stato dato peso, dopo il totale abbandono di politiche sociali del welfare inteso assistenza e non come integrazione dei servizi in rete. La mancanza di questi anni pesa sulle future generazioni lasciate a se stesse. é davvero inconcepibile. Siamo fuori da paesi come la Scandinavia e la Norvegia.
é auspicabile una presa incarico istituzionalizzata e di collegamento tra famiglia, scuola e istituzioni.
La teoria va applicata alla pratica”.
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