La stazione di Bologna dopo lo scoppio della bomba
Attualita'

STAZIONE DI BOLOGNA!

In memoria delle vittime della strage neo-fascista del 2 agosto 1980

 

Napoli, 2 Agosto – Pochi giorni fa, dopo un’attesa lunga e snervante, i portici Bolognesi son stati dichiarati, finalmente, Patrimonio dell’Umanità: non trattasi di semplici coperture delimitate da arconi, né di banali ripari dall’acqua, bensì del simbolo di una città particolare, ricca di seducenti attrazioni, oltreché nota per aver dato i natali ad un’istituzione che, tra alti e – soprattutto – bassi, ancora sopravvive, ossia l’università.

Su consiglio di una cara amica, tre anni or sono decisi di concedermi una breve tregua dai miei seminari Meneghini, scegliendo di recarmi a Bologna per un’escursione giornaliera: nonostante i molteplici inviti, sino ad allora non ero mai riuscito a trovare il tempo per visitare il capoluogo dell’Emilia-Romagna, dunque…colsi l’attimo ed acquistai il biglietto, anche perché il percorso ferroviario sarebbe durato un’oretta, o pressappoco.

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Nonostante i binari dell’alta velocità si trovassero nella parte sotterranea della stazione, costruita ad hoc, e sebbene avessimo maturato ben quindici minuti di ritardo durante il tragitto (per ragioni di cui, a distanza di tre anni, sono tuttora all’oscuro: che schifo!), ritenni doveroso – prima di dar sfogo alle mie brame di relax ed alla voglia di riempir lo stomaco in qualche rinomato ristorante tipico – raggiungere l’atrio per rendere omaggio agli innocenti che, nel pieno degli anni di piombo, terminarono anzitempo la propria vita terrena: una banda di prepotenti privi di cuore, ispirati dagli ideali pazzoidi e dagli intenti distruttori che condussero all’instaurazione della dittatura mussoliniana, avevan deciso che dovevano morire, perché (forse) davan loro fastidio; invece, eran viaggiatori al pari di me, “rei” di trovarsi tranquillamente lì, in quella sala, ad attendere l’arrivo dei rispettivi treni.

Dopo essermi raccolto in preghiera per alcuni minuti, non riuscii a trattenere le lacrime, pensando anche a quanto tuttora, ohi noi, si verifica nella realtà quotidiana (e viene vergognosamente tollerato – o finanche permesso! – da chi dovrebbe farsi portavoce della nostra Costituzione), promettendo a me stesso che, in veste di giureconsulto, sarei sceso presto in campo per difendere la dignità di ciascun essere umano, a prescindere da opinioni politiche, posizioni sociali, terra d’origine et cetera.

Cari Lettori, a render possibile questi scempi v’è anche un fattore che sovente si trascura, ma che, a parer mio, rappresenta un’arma di distruzione molto più pericolosa di tremila bombe atomiche: il suo nome è indifferenza e, purtroppo, pervade la mente di parecchi.

Questo anniversario ci spinga, quindi, a meditare approfonditamente prima di compiere qualsivoglia azione: non mi dà noia il ribadire che un cattivo uso dei neuroni potrebbe condurre addirittura allo scoppio di una guerra!

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