Comuni

Somma Vesuviana, riti e misticismo: la Settimana Santa tra secoli ti storia

Venerdì Santo – Ore 19 – l’uscita dall’antica Collegiata, nel cuore della Terra Murata, il Borgo Antico nella Cinta Muraria, della lunga processione: 2000 confratelli, 4 congreghe, 4 gruppi cantorum che intoneranno tutto in latino il Miserere, lungo l’intero percorso, tra le Mura Antiche e il paese, 40 gli elementi che comporranno la banda musicale al seguito della Madonna con il Cristo Morto. Falò accesi agli angoli dei vicoli e da quella fiamma, i confratelli accenderanno le 2000 candele e nella parte saranno nel cuore della Cinta Muraria Aragonese

Somma Vesuviana, 14 Aprile – “Siamo dinanzi ad una delle processioni più antiche. La processione del Venerdì Santo di Somma Vesuviana è un evento che sicuramente si colloca tra il 1804 e il 1850, dunque è una processione secolare con 200 anni di storia. E’ una delle prime cinque processioni in Campania e tra le prime in Italia come utilizzo degli apparati scenici di derivazione spagnola.  Il Concilio di Trento e il viceregno spagnolo determinarono nel Meridione d’Italia un tipo di teatro sacro, caratterizzato da impianti scenici che si concretizzeranno nel Seicento col barocco. L’eredità è dei pasos, nazerenos e costaleros spagnoli. I pasos erano le statue, i nazarenos i confratelli e i costaleros i portatori delle statue. Il corteo si compone di almeno 2000 confratelli con il saio bianco, dinanzi alla Madonna con il Cristo Morto e da almeno 10.000 donne e tutti con candele accese. Dunque è una processione molto coinvolgente, antica”. Lo ha affermato Alessandro Masulli, Direttore dell’Archivio Storico del Comune di Somma Vesuviana.

Giovedì Santo le Confraternite laicali, in processione per l’Adorazione degli Altari. “Il Giovedì santo, subito dopo la celebrazione “In Coena Domini” tre confraternite laicali che sono quella del SS. Sacramento,  di Santa Maria della Neve e S. M. del Carmine, sfilano nel centro del paese per l’Adorazione degli Altari, proponendo un ricco programma di musiche religiose. I confratelli anche il Giovedì Santo – ha continuato Masulli –  indossano il saio bianco con cappuccio ma a volto scoperto e lungo i percorsi, recitano il Santo Rosario. Ogni Congrega ha un cordone di colore diverso e ogni confratello il medaglione della propria congrega. E’ particolarmente accattivante vedere il momento in cui una congrega si incrocia con l’altra, attendendola sul sagrato della chiesa. Anche le processioni del Giovedì Santo si concludono in tarda serata”.

La storia secolare della Processione di Somma Vesuviana e l’Arciconfraternita del Pio Laical Monte della Morte e Pietà dei Nobili. “Il primo gennaio del 1650, dopo che si erano verificate grandi calamità e miserie estreme tra la popolazione di Somma, tredici gentiluomini ed ecclesiastici sommesi decisero di istituire in una cappella dell’Insigne Collegiata una Compagnia della Morte sotto il titolo di Santa Maria delle Grazie  ha proseguito Masulli –  al fine di soccorrere i poveri, per suffragare le anime del Purgatorio e altre opere pie.  Questa Compagnia, nel 1705, mutò il nome in Arciconfraternita del Pio Laical Monte della Morte e Pietà dei Nobili. Fra tutte le opere di culto, quella tenuta in massima considerazione dal sodalizio era la celebrazione dei Dolori di Maria il Venerdì Santo che terminava con la processione detta dell’Addolorata. L’articolo 28 dello statuto del sodalizio, datato 26 gennaio 1804, ci attesta che: la nobile confraternita ogni anno celebrava la festività di “S. Maria dei dolori” nel Venerdì di Passione, con messa cantata, orazione panegirica ed esposizione. All’epoca, quindi, la processione dell’Addolorata non era ancora introdotta tra le pratiche di culto del sodalizio, mentre veniva contemplata per la prima volta la festività liturgica della Madre dei dolori. Da una relazione, invece, del 1857 del Vicario Foraneo Don Francesco di Mauro, citata dal compianto Giorgio Cocozza in un articolo di “Summana” n°33, si è appreso sorprendentemente che la processione dell’Addolorata in quel periodo usciva dalla Parrocchia di San Giorgio anziché dalla Collegiata. 

 Più tardi, ancora, il primo gennaio 1889, il Prefetto dell’Arciconfraternita, Augusto Vitolo Firrao, in un suo cenno storico sul sodalizio, inviato alla Curia Vescovile di Nola, scriveva che tra le sacre funzioni del sodalizio il Venerdì Santo si celebravano i dolori di Maria SS. con una solenne processione, simulante l’esequie di N. S. Gesù Cristo dal Calvario al sepolcro con la Vergine Addolorata, tenuta in molta divozione dalla cittadinanza. I documenti citati ci confermano, quindi, le origini ottocentesche del corteo dell’Addolorata con il Cristo Morto e rivoluzionano vecchie supposizioni che lo facevano risalire alla seconda metà del XVII secolo, in coincidenza con la nascita della confraternita. Una cosa certa è che questo genere di dramma sacro, già in voga nella seconda metà del secolo XVII in tutto il Regno di Napoli, fu molto propagandato dal Collegio dei Gesuiti. L’impiego di croci, sudari, corone, spine e così via, si ricollega alle attente descrizioni fatte dagli scrittori napoletani del Seicento riguardanti le processioni “dette degli Spagnoli”. Il Concilio di Trento aveva anche posto le basi per una teatralizzazione del sacro. Il Viceregno spagnolo, oltretutto, aveva portato i suoi simboli. Il rito del Venerdì Santo, oltre a essere una testimonianza di fede, rappresenta un appuntamento fisso e ben inserito nel contesto socio-culturale del paese”.

Le Confraternite che compongono la processione con ben 2000 confratelli! L’artistica scultura della Madonna Addolorata risalente al ‘700! Il canto del Miserere, tutto in latino, il ruolo dei portatori. “A rinnovare il rito, oltre alla Arciconfraternita organizzatrice, vi sono tre altre confraternite: SS. Sacramento, S. Maria della Neve e S. Maria della Libera. Il corteo in sai bianchi, la statua settecentesca della Madonna Addolorata, vestita a lutto, l’artistica scultura del Cristo Morto, rappresentano l’ultimo atto della scenografia drammatica della Pasqua sommese. I suggestivi cori del Miserere e le intense marce funebri rendono ancor più struggente il lutto collettivo che vive la città.  La stessa funzione dei portatori delle statue sembra che sia uno dei ruoli più ambiti della tradizione locale e ad aggiudicarselo sono sempre gli esponenti delle stesse famiglie.  La statua lignea del Cristo Morto, giacente su un sudario in espressione di doloroso abbandono, è una vera opera d’arte che trova origine in un certo pietismo di origine iberica. Di quest’opera si ignora l’autore, ma sappiamo che nel 1933 fu restaurata dal compianto pittore sommese Ciro Beneduce. Lo spirito con cui i confratelli devono dare testimonianza al Cristo Morto e alla Madre dei Dolori con la loro processione deve essere il segno di mistica continuità della pia tradizione  ha dichiarato Alessandro Masulli –sulle orme dei loro avi che nei tempi passati, nello stesso giorno, alla stessa ora, per le stesse vie cittadine, rivivevano in modo esemplare il dramma del Calvario di Dio fatto uomo per redimerci tutti. Il Giovedì santo, subito dopo la celebrazione “In Coena Domini” tre confraternite laicali – SS. Sacramento, S. M. della Neve e S. M. del Carmine – sfilano nel centro del paese per l’Adorazione degli Altari, proponendo un ricco programma di musiche religiose”.

Coinvolgente lo scenario, tra vicoli, Cinta Muraria antica, stradine, falò accesi per dare la possibilità, la sera del Venerdì Santo, ai confratelli di accendere le candele. La Processione è molto suggestiva, tra candele, vicoli, il canto in latino del Miserere e sullo sfondo la veduta della Montagna, del Monte Somma.

Il Venerdì Santo con la Pio Laical Monte della Morte e Pietà. Ben 4 congreghe, 4 i gruppi cantorum, 2000 confratelli con saio bianco. Con la Madonna con il Cristo Morto almeno 8000 donne, al seguito. La Banda musicale è formata da ben 40 elementi. con la Madonna con il Cristo Morto.

 “La Processione è molto suggestiva, tra candele, vicoli, il canto in latino del Miserere e sullo sfondo la veduta della Montagna, del Monte Somma. Ma anche il lunghissimo corteo di donne che accompagna la Madonna con il Cristo Morto, poi il canto del Miserere tutto in latino, per tutta la durata della processione intonato dai gruppi cantorum delle congreghe e sempre con il saio bianco. I riti del Venerdì Santo – ha continuato il Direttore dell’Archivio Storico del Comune di Somma Vesuviana – che si svolgono in Campania, hanno lo scopo di far rilevare ai fedeli il dolore della Chiesa per la Passione e Morte di Cristo. Il primo gennaio del 1650, la nobiltà napoletana fondò in una cappella della Collegiata, nella Terra di Somma Vesuviana una Compagnia della Morte con lo scopo principale di seppellire i morti in miseria e di aiutare i poveri infermi. Nel 1705, il sodalizio assunse la denominazione di Congrega e Monte della Morte e Pietà”.

I medaglioni ed il percorso. “I medaglioni adoperati sono a sbalzo e in metallo argentato con le immagini del SS. Sacramento e delle Madonne titolari. La Pio Laical Monte della Morte e Pietà adopera, invece, un ovale in carta pressata con sfondo verde scuro e con sopra il disegno in bianco del teschio con tibie incrociate, in relazione alla sua origine. Qualcuno ricorda che le donne, le maddalene, andavano in processione con i capelli sciolti, senza scarpe e vestite di nero. All’ apparizione del simulacro sull’uscio della Chiesa si levava un pianto alto ha concluso Alessandro Masulli – dirotto e universale. Le grazie ricevute erano molteplici, specialmente in tempo di guerra. Oggi questa pia pratica, in relazione ai tempi moderni, è totalmente scomparsa. Però le donne continuano, a migliaia, ad accompagnare in corteo ordinato la Madonna con il Cristo Morto.  Il percorso ha sempre tracciato un circuito sacro e ha sempre toccato gli antichi quartieri della Terra di Somma: Casamale, Margherita e Prigliano, quest’ ultimo in parte è l’attuale centro della città. Dunque dopo l’apertura della strada centrale di via Roma tra il 1881 e il 1884, il percorso è stato sempre questo: Collegiata, via Piccioli, via San Giovanni de Matha, quartiere Margherita, via Canonico Feola (interamente percorsa), via Gobetti, via Turati, via Gramsci, strada Casaraia, via Purgatorio (cappellina), via Casaraia (ritorno), via San Pietro e Collegiata.  La processione dura dalle 2 alle tre ore con il rientro della Madonna nella chiesa più antica: la Collegiata dove migliaia di fedeli si accalcano sotto la statua”.  

E Somma Vesuviana si sta preparando nel modo migliore.  “Siamo dinanzi ad un evento molto sentito che però deve unire la comunità ha affermato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana – e il paese si sta preparando nel modo migliore. Stiamo per mettere in campo un adeguato piano traffico che prevede la chiusura delle strade. Ricordo che la processione del Venerdì Santo, scenderà dal Borgo Antico del Casamale, un centro storico dal grande fascino con la Cinta Muraria di epoca Aragonese e ricordo che da quest’anno, al Borgo, è attiva anche la ZTL che, in questo periodo pasquale, contribuirà a migliorare l’accoglienza. Attesi anche tante persone provenienti da fuori Somma e attesi turisti provenienti da Paesi stranieri. Infatti il 26 Aprile, in contemporanea, negli stessi minuti, avremo l’apertura del sito archeologico della Villa Augustea e l’inizio dei Riti della Montagna con il Sabato dei Fuochi dopo Pasqua”.

Scisciano Notizie è orgoglioso di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. Per questo chiediamo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, fondamentale per il nostro lavoro. Sostienici con una donazione. Grazie.
 
SciscianoNotizie.it crede nella trasparenza e nell'onestà. Pertanto, correggerà prontamente gli errori. La pienezza e la freschezza delle informazioni rappresentano due valori inevitabili nel mondo del giornalismo online; garantiamo l'opportunità di apportare correzioni ed eliminare foto quando necessario. Scrivete a redazione@sciscianonotizie.it . Questo articolo è stato verificato dall'autore attraverso fatti circostanziati, testate giornalistiche e lanci di Agenzie di Stampa.