Rubina Allocca (Vice Sindaco e Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Somma Vesuviana) : “Mettiamo insieme associazioni, servizi, sociali, servizi sanitari, servizi formativi per seguire con particolare cura le famiglie vulnerabili e prevenire situazioni complesse che spesso hanno come risultato l’allontanamento dei figli”.
Salvatore Di Sarno (sindaco di Somma Vesuviana) : “Insieme per rafforzare anche il rapporto con il vicinato. La parola chiave è: prevenzione!”
Somma Vesuviana, 15 Marzo – “Prende il via a Somma Vesuviana, il programma P.I.P.P.I il cui acronimo si ispira alla resilienza di Pippi Calzelunghe come metafora della forza dei bambini nell’affrontare le situazioni avverse della vita. Facciamo, in questo modo, prevenzione all’interno delle famiglie vulnerabili con il team di psicologi ed educatori familiari per evitare situazioni complesse come maltrattamenti e allontanamenti. Il programma da vita ad una vera rete che sarà composta da un team di psicologi, associazioni, chiesa, scuole, fino ad arrivare alle relazioni con il vicinato”. Lo ha annunciato Salvatore Di Sarno, Sindaco di Somma Vesuviana.
Un progetto dell’Ambito 22 con Somma Vesuviana capofila e che comprende i comuni di Somma Vesuviana, Brusciano, Castello di Cisterna. Mariglianella, Marigliano, San Vitaliano. Il Team sarà Coordinato dal Dirigente delle Politiche Sociali Luigi Ruggiero e avrà due coach donne, quali Gabriella Busiello e Palmira Mele e tre Referenti Territoriali : Iolanda Marrazzo, Gabriella Busiello, Palmira Mele.
La parola chiave è: prevenzione. “Prevenire ed evitare episodi di maltrattamento. Le famiglie vulnerabili, fragili, vanno seguite. Il progetto messo in campo a Somma Vesuviana e che fa comunque riferimento ad un programma nazionale, farà proprio questo. Si tratta di un programma nell’ambito delle Politiche Sociali. Il Programma persegue la finalità di innovare e uniformare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie in situazione di vulnerabilità al fine di prevenire il rischio di maltrattamento – ha annunciato, poco fa Rubina Allocca, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Somma Vesuviana – e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare, articolando in modo coerente fra loro i diversi ambiti di azione coinvolti intorno ai bisogni dei bambini, tenendo in ampia considerazione la prospettiva dei genitori e dei bambini stessi nel costruire l’analisi e la risposta a questi bisogni.
Con P.I.P.P.I nasce un team di psicologi e di educatori al fine di intervenire in fase di prevenzione sul rischio di maltrattamenti a danni di bambini. Il team andrà a seguire le famiglie intervenendo su eventuali fenomeni di negligenza familiare, di vulnerabilità sociofamiliare. L’obiettivo è quello di favorire un’azione di serenità all’interno delle famiglie tutelando i minori e recuperando il senso di genitorialità. Non andremo a fare assistenza ma andremo a supportare i genitori nel valore della genitorialità e nel dialogo con i figli. Infatti il progetto riguarderà la fascia dai 0 ai 17 anni”.
Una rete di associazioni, servizi sociali, servizi sanitari, servizi educativi e formativi! Un recupero anche del rapporto con il vicinato. “E’ un progetto importante perché tende una mano alle famiglie vulnerabili, al fine di evitare situazioni di maltrattamento ai danni dei minori con il rischio di allontanamento. E’ un progetto che coinvolge diversi attori, tutti con un ruolo importante e fondamentale . Oltre alle associazioni, ai servizi sociali, ai servizi sanitari, alle istituzioni, avremo insieme anche il corpo docenti, scuole, Chiesa. Con questo progetto andiamo ad ovattare le famiglie e preveniamo situazioni particolarmente complesse in ambito familiare. P.I.P.P.I è un programma nazionale – ha concluso Rubina Allocca – che vede Somma Vesuviana capofila per l’Ambito Territoriale 22 formato da ben 6 Comuni. Grazie all’accordo tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il LabRIEF (Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare) del Dipartimento FiSPPA dell’Università di Padova, è la stessa Università che ha formato dei coach a livello regionale, i quali a loro volta hanno formato i componenti del team su scala territoriale. Il team segue attraverso la rete formata da scuola – famiglia – comunità locale, il nucleo familiare. Sappiamo che povertà e vulnerabilità impattano negativamente sullo sviluppo dei bambini e di conseguenza sulla formazione delle abilità cognitive, sociali e affettive.
Il team seguirà per un arco di tempo lungo, le famiglie a rischio, in situazione di vulnerabilità, coinvolgendole anche nell’ascolto, in attività di insieme, anche laboratoriali. Si andrà poi a creare e a rafforzare la rete tra politiche sociali – famiglia – scuola – comunità territoriale – rapporto anche con il vicino di casa. Un meraviglioso programma di Educazione Familiare che con l’ausilio di psicologi, di educatori ma soprattutto con il supporto delle realtà territoriali, andrà a migliorare la qualità della vita nelle famiglie a rischio evitando, dove possibile, l’allontanamento dei minori”.
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