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SOLDI!

Napoli, 7 Novembre – Ore otto in punto: il treno ha terminato la corsa nella stazione di Campi Flegrei, quindi mi precipito al binario cinque per ivi imbarcarmi sul convoglio diretto a Salerno, il primo utile per raggiungere piazza Garibaldi.

Quando c’è udienza al mattino, cari Lettori, occorre sempre muoversi con largo anticipo, in quanto il Palazzo di Giustizia non è ben collegato al centro della città: male, molto male, considerato che gli utenti del trasporto pubblico pagano profumatamente i vettori per fruire di un servizio non certo rispondente alle loro esigenze.

Proseguendo verso il Centro Direzionale, mi sono interrogato a lungo riguardo al modo in cui i calciatori hanno reagito alla decisione, assunta dal loro presidente, di mandarli in ritiro a séguito del pareggio rimediato contro il Salisburgo nella sfida di Champions League disputatasi martedì sera.

Gli atleti in azzurro, d’accordo tra loro, hanno stabilito di disattendere a quanto disposto dal patron, operando una messinscena che poco si addice a persone apparentemente mature: non si sono presentate al centro sportivo di Castel Volturno, scrivendo in tal modo una “pagina nera” della storia del club.

In tutta franchezza, non reputo giusta un’azione siffatta: anzitutto, perché, con il passare degli anni, gli stipendi dei calciatori sono progressivamente aumentati, raggiungendo cifre spaventose…..anche per le singole partite effettivamente disputate; inoltre – e questo mi preoccupa maggiormente -, il calcio non è più considerato come realmente – ossia un giuoco, uno sport -, giacché gli atleti, un tempo attaccati alla propria maglia e pronti a dare il massimo per la squadra ed i propri sostenitori, sono ora posseduti da uno “spirito maligno”, da identificarsi nel denaro.

I giocatori Azzurri, comportandosi nella maniera sopra descritta, han dato prova di totale immaturità e di profondo disinteresse verso la Società e la tifoseria, che avevano riposto in loro la propria fiducia. 

Non da ultimo, c’è da dire che essi han mancato di rispetto verso le persone che, pur svolgendo alacremente servizi utili alla società, non riescono a condurre uno stile di vita dignitoso né a garantire un’esistenza serena ai propri cari.

Egregi Lettori, spero Vi rendiate conto che il calcio è retto da una serie di regole, tra le quali sono comprese quelle da seguire al di fuori del rettangolo di giuoco: si tratta di norme non scritte, di carattere perlopiù morale, la cui ratio è quella di far capire al giocatore che le avversità non si superano ponendo in risalto i propri interessi, bensì prodigandosi per il benessere comune.

Lo sport, quindi, comporta una serie di rinunzie per chi lo pratica: questa è la ragione che mi spinge a disapprovare la condotta dei giocatori del Napoli, la quale, a mio dire, non è altro che una buffonata colossale.

 

Adriano Spagnuolo Vigorita

 

 

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