Selinunte, 24 Aprile – il 16 Maggio, gli esperti incontreranno la stampa con un briefing in programma presso la sede di ISPRA, nell’ambito della conferenza su “Emergenza alluvioni, frane e siccità : il ruolo dell’Ingegneria Naturalistica e delle NBS, delle soluzioni basate sulla natura.
Al Parco Archeologico di Selinunte, in Sicilia, rinaturalizzata la foce del fiume Cottone, emerse strutture archeologiche insabbiate, con soluzioni basate sulla natura. “La Sicilia è a maggior rischio desertificazione in Europa. Salve le orchidee del fiume Alcantara, in Sicilia. Il fiume è incredibilmente ancora in secca per lunghi tratti, ma con un processo di rinaturalizzazione, basato sull’ingegneria naturalistica, siamo riusciti a salvare la flora del fiume, dunque a tutelare l’habitat e a salvare le orchidee, a recuperare le aree umide che potranno fungere da aree di laminazione mitigando un eventuale rischio alluvionale, qualora il fiume dovesse passare dalla poca acqua
alla troppa acqua.
Siamo riusciti a salvare le orchidee con l’utilizzo dell’acqua di falda. Illustreremo il progetto, a Roma, durante il briefing stampa in programma il 16 Maggio, presso la sede ISPRA. Alla stampa illustreremo molteplici studi, con video e foto, mostrando luoghi in cui la siccità inizia davvero a vedersi. Allo stesso tempo mostreremo le soluzioni che stiamo adottando per mitigare i danni della siccità. In Italia il tema della siccità c’è, esiste. Per la prima volta, mostreremo alla stampa dei casi – studio”. Lo ha affermato Gianluigi Pirrera, Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Ingegneria Naturalistica.
Non solo la Sicilia. “Al centro del briefing stampa avremo anche le attività che si stanno conducendo sul campo e riguardanti vari territori italiani, come ad esempio la Toscana. È necessario acquisire consapevolezza che il degrado del suolo che rende le terre asciutte – ha continuato Pirrera – (drylands) è dovuto all’uomo. Solo attraverso la natura, cioè ingegneria naturalistica utilizzando soluzioni basate sulla natura (NBS), l’uomo può recuperare le scelte scellerate del passato. Per contrastare la desertificazione dobbiamo reinnescare naturalità contenendo la perdita di suolo e recuperando organicità dalla natura stessa. Questa ci viene incontro se riutilizziamo ad esempio scarti organici derivanti dalle potature e persino dal mare con la posidonia spiaggiata. Per trattenere l’acqua e ridurre le corrivazioni utilizziamo solo piante, semi e materiali organici.
Dunque favorendo le aree umide, riusciamo a contenere la risorsa acqua e a difendere il Capitale Naturale . Insomma tecniche pluriobiettivo che mirino al ripristino delle aree con suoli degradati ed anche a benefici sociali in termini di economia circolare e servizi ecosistemici. Il 16 Maggio, l’Associazione Italiana di Ingegneria Naturalistica, illustrerà alla stampa casi – studio italiani come nel Parco Archeologico di Selinunte, con soluzioni basate sulla natura e applicate da nostri soci incaricati dal Parco, nel Parco fluviale dell’Alcantara, a Erice e a Custonaci. Incrementando le aree umide si incrementano le aree di laminazione, si ravvenano le falde e si mantengono umidi i suoli, torna la vegetazione e migliora il microclima”.
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