Roma, 7 Settembre – “Sono oltre 857 mila i docenti; oltre un milione di persone lavora nella nostra scuola. L’impegno che ci eravamo presi era di ripartire avendo tutti i docenti al loro posto. Questo impegno per la prima volta sarà realizzato”. Parte da questi numeri il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in commissione Istruzione alla Camera per l’avvio, a giorni, dell’anno scolastico.
” Partiremo il 13 settembre – ha sottolineato il ministro –avendo tutti i docenti al loro posto rispetto alle 112 mila cattedre vuote e vacanti: avremo 58.735 mila posizioni a ruolo già assegnate, di cui 14194 sul sostegno; non abbiamo atteso, e altri 113.544 mila incarichi annuali sono stati assegnati, di cui 59.813 sul sostegno. Inoltre oltre 59 mila posti sono assegnati per il sostegno. Un lavoro titanico, collettivo lo definisce Bianchi che aggiunge che ci saranno “ solo le assegnazioni di brevissimo periodo che faranno i presidi”. Lo scorso anno le assunzioni erano state 19.995 in totale di cui 1.778 sul sostegno.
È un discorso a tutto tondo quello del ministro Bianchi, in commissione Istruzione alla Camera che tocca anche punti che stanno animando il dibattito politico. La scuola ha reagito più di ogni altro settore alle vaccinazioni, oltre il 92% del personale si è vaccinato e c’è una quota elevata che non può vaccinarsi, abbiamo una età media elevata del personale che lavora nella scuola. Questione Green Pass . Il controllo ribadisce il Ministro sarà possibile senza violare la privacy, garantendo la sicurezza. Fin dall’apertura delle scuole il 13 settembre, ci sarà su pc dei presidi, grazie ad una piattaforma, la lista del personale presente negli istituti col bollino rosso e verde, non cumulabile nel tempo, evitando file e di far vedere all’esterno chi ha la certificazione in regola e chi no. “Abbiamo messo insieme – spiega Bianchi- dati del ministero della Salute e dell’Istruzione, le capacità tecniche del Mef e l’assistenza dell’Autorità della privacy. Sarà infine necessario investire in alte competenze nella Pa; nel ministero dell’Istruzione ne abbiamo la metà di quelle previste”.
Per la scuola un problema ricorrente sono gli investimenti, parola che con se porta anche la riduzione delle differenze di formazione tra gli studenti. Una distanza sostiene il ministro che va colmata. “Abbiamo usato tutti i fondi europei a disposizione e abbiamo indotto tutti gli enti locali a utilizzarli. Siamo – prosegue Bianchi – in una fase di nuova negoziazione e noi come ministero abbiamo lavorato sui fondi del Pon e siamo passati dai 2,7 miliardi dell’anno scorso ai 3,8 miliardi. Un miliardo in più per la scuola”.
“La prima cosa da fare è la riforma degli Its, istituti tecnici superiori, poi la riforma della filiera professionale e tecnica: con i ministri Orlando e Speranza stiamo ragionando su percorsi di inserimento lavorativo nella piena tutela dei ragazzi ma anche degli imprenditori. La terza azione da fare è l’orientamento che deve essere un accompagnamento dei ragazzi alle scelte della loro vita. Serve poi la riforma del reclutamento e la formazione continua di tutto il personale, ovvero la formazione dei docenti e del personale, compresi i dirigenti”.
“La scuola – ribadisce Bianchi – è una organizzazione complessa. Bisogna andare ad un nuovo contratto di tutto il personale, è scaduto, bisogna dargli più valore, anche per un problema di rispetto sociale dei docenti che negli anni si è offuscato”.
“Infine c’è una settima riforma, è quella della didattica: io non sono convinto che l’unità classe sia l’unico modo per insegnare, bisogna trovare modalità riferite alle effettive competenze dei ragazzi e che riguardino la socializzazione; nell’autonomia scolastica, spingeremo perché le sperimentazioni diventino patrimonio generale di tutti”. “Nei prossimi mesi – conclude il ministro- avremo un immane compito: l’opportunità di poter fare della scuola il centro pulsante del paese. Questo ci impegna tutti. Insieme dovremo condividere il cammino che non possiamo sottovalutare e disperdere”.
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