Napoli, 23 Luglio – Secondo il ministro Bussetti la regionalizzazione del sistema scolastico si farà. Nonostante le reazioni contrarie di sindacati, docenti e parte delle forze politiche, che contestano il progetto frutto dell’autonomia differenziata di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. La questione, che deriva dagli effetti dell’autonomia differenziata su alcune materie di competenza statale che passerebbero in capo alle regioni, come nel caso di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, è molto spinosa, perché riguarda un settore molto delicato, quello della scuola pubblica, appunto, fondamentale per assicurare la coesione nazionale.
Regionalizzazione della scuola: cos’è e cosa CAMBIA, secondo me: L’idea riguarda il modo in cui alcune regioni potrebbero stabilire in autonomia la propria offerta formativa e il trattamento economico degli insegnanti, attraverso concorsi regionali ad hoc. In pratica, verrebbe differenziata l’organizzazione didattica, modificando il sistema delle graduatorie e degli stipendi degli insegnanti. Offerta formativa, alternanza scuola-lavoro, l’assegnazione di contributi alle scuole paritarie, quelli per il diritto allo studio, personale amministrativo ATA: sono gli altri ambiti entro cui ricadrebbero le competenze delle Regioni dopo il processo di regionalizzazione. Regionalizzazione: stipendi differenziati per Regione…??? Una delle questioni più spinose, sul tema della regionalizzazione della scuola, nella proposta avanzata dalle tre regioni che propongono l’autonomia differenziata, appoggiate dal ministro leghista Bussetti, titolare della pubblica istruzione, riguarda la differenziazione degli stipendi che si verrebbe a creare con il provvedimento.
Per i sindacati e per noi docenti, l’idea è anticostituzionale, perché evidentemente minerebbe l’unità del sistema scolastico nazionale e creerebbe una scuola differenziata, soprattutto in base alla ricchezza di un territorio. Cosa penso della Regionalizzazione del sistema scolastico? La questione della diversificazione degli stipendi e delle altre voci di spesa finalizzate all’istruzione pubblica, condurrebbe a un’impropria diversificazione tra insegnanti di prima e seconda fascia. Stessa questione per il personale amministrativo ATA. La parità di retribuzione è uno dei pilasti del sistema scolastico nazionale…!!! Altro che scuola esclusa in toto dall’autonomia differenziata: il blocco, oggi triennale, e di cui si era a lungo parlato per portarlo a 5 anni, ora si vuole estendere fino a 7 anni.
L’estensione è assurda e anticostituzionale…!!! Siamo obbligati a garantire la circolazione dei cittadini europei e ora vorremmo mettere le barriere per quelli italiani? ASSURDO…E CONTRADDITTORIO…!!! L’incremento ha tutta l’aria di essere una concessione fatta a Lombardia e Veneto per affrontare il fenomeno della carenza degli insegnanti e il rientro dei docenti emigrati nelle proprie terre. Nonché, si tratta di una disposizione normativa che contiene, a mio avviso, evidenti limiti di carattere costituzionale, perché sopprime il diritto alla famiglia e al lavoro!
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“Architetto e docente di Tecnologia, vive a Mariglianella, presidente dell’associazione “A.L.T. (Ambiente–Legalità- Territorio) La Fenice”, attivista da anni, impegnato in battaglie sociali, ambientali e politiche a tutela dei cittadini”.