Politica

Scontro Conte-Grillo, M5S verso la scissione: Di Maio vede l’ex premier e tenta di ricucire lo strappo

Roma, 1 Luglio – Circa un’ora di colloquio, e zero dichiarazioni all’uscita. Si è concluso l’incontro tra il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e Giuseppe Conte. All’uscita dall’abitazione dell’ex premier il titolare della Farnesina non ha voluto parlare, salendo rapidamente in macchina. In queste ore cui i pontieri del M5S tentano l’ultima, difficile mediazione tra l’ex premier e il garante del Movimento Beppe Grillo.

Di Maio è tra i big grillini che lavora per l’unità. Fonti del suo staff fanno sapere che in questi giorni “ha più volte ribadito che è necessario agire pensando al bene degli italiani”.  Si fa sempre dunque più netto lo scontro tra Grillo e Conte. Nel Movimento 5 stelle l’aria di tempesta non sembra calmarsi e il quadro che emerge dalle riunioni di ieri sera dei gruppi del Senato e della Camera è di una frattura dagli esiti ancora indecifrabili. Sarebbero più di cento i parlamentari pronti a schierarsi con l’ex presidente del Consiglio, protagonista ieri di un duello via social con il Garante, che in un video rinfaccia a Conte una totale mancanza di comunicazione sul nuovo assetto che vorrebbe dare alla sua creatura. “La Carta dei valori non l’ho mai vista, ho visto una bozza”, dice Grillo.

“Di Codice etico mai parlato, la transizione 2050 forse se l’è dimenticata nello Statuto”, aggiunge negando di essere il “padre padrone del Movimento” e di esserne invece “il papà” e di aver fatto “cose straordinarie” che non rinnega. Dura la replica di Conte, che chiede alla controparte di “non dire falsità sul mio conto e sul mio operato”.

L’avvocato si dice anche pronto a pubblicare “una fittissima corrispondenza documentale” che testimonia la sua totale trasparenza. “Il mio progetto va avanti” e non resterà “chiuso in un cassetto”, è l’affondo finale. Parole che qualcuno paragona a un nuovo ‘predellino’, all’avvio di una possibile scissione. Al fianco di Conte si schiera compatto il gruppo del Senato che in una nota conferma la fiducia al capo politico reggente, Vito Crimi, (che ieri aveva annunciato una riflessione sulla permanenza nel Movimento) e chiede di sottoporre al voto degli iscritti lo statuto. Non però sulla piattaforma Rousseau.  

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