Scisciano, 4 Gennaio – A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, una denuncia anonima apparsa sui social accende i riflettori su una questione controversa che coinvolge il comune di Scisciano e le famiglie non residenti i cui figli frequentano le scuole locali. Oggetto della polemica è il rincaro del costo della mensa scolastica, che dal 7 settembre ha visto i pasti giornalieri per gli alunni non residenti aumentare a 5,20 euro a fronte di una tariffa inferiore per i residenti.
La questione è stata definita da chi ha sollevato la denuncia come una forma di discriminazione nei confronti delle famiglie non residenti. Nel post, l’autore sottolinea come i non residenti abbiano contribuito negli anni a mantenere vive le scuole di Scisciano, ripopolandole in un momento in cui le iscrizioni dei soli residenti risultavano insufficienti.
Le accuse: “discriminazione e mancanza di trasparenza” – Il genitore anonimo lamenta che il rincaro, comunicato solo all’ultimo momento, metta in difficoltà le famiglie, soprattutto quelle con più figli. “La scuola è diventata una questione di politica e bilancio annuale, anziché essere un luogo di accoglienza, integrazione e uguaglianza”, si legge nella denuncia.
Nel messaggio, si punta il dito contro l’amministrazione comunale, accusata di non aver fornito informazioni tempestive durante il periodo delle iscrizioni. La scelta di imporre un costo maggiore ai non residenti viene definita non solo discriminatoria, ma anche lesiva per il tessuto sociale della comunità. Secondo il genitore, le mamme e i papà non residenti, oltre a portare benefici al sistema scolastico, contribuiscono positivamente all’economia locale frequentando i negozi, le farmacie e i bar del paese.
Un rischio per il futuro della scuola – L’accusa si fa ancora più dura quando si afferma che questa decisione potrebbe minare il futuro delle scuole di Scisciano: “Avete danneggiato quello che era l’unico fiore all’occhiello di questo paese, perdendo ora e in futuro tante iscrizioni”. Le difficoltà economiche causate dal rincaro, unite al sentimento di ingiustizia percepito da molti, rischiano di alimentare tensioni tra residenti e non residenti, creando divisioni laddove servirebbero coesione e collaborazione.
Al momento, l’amministrazione comunale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla vicenda. Tuttavia, il tema dei costi dei servizi scolastici è da tempo al centro di dibattiti in molti comuni italiani, dove le politiche di bilancio locale si scontrano con le esigenze delle famiglie.
La denuncia solleva interrogativi più ampi sulla sostenibilità economica e sociale delle tariffe differenziate per residenti e non residenti. Se da un lato il principio potrebbe essere giustificato dalla diversa contribuzione fiscale, dall’altro emergono dubbi sulla compatibilità di queste politiche con i valori di uguaglianza e inclusività che dovrebbero caratterizzare l’istruzione pubblica.
La vicenda del rincaro della mensa scolastica a Scisciano evidenzia un tema sensibile che tocca famiglie, scuole e amministrazioni comunali. L’attesa ora è per una risposta chiara e trasparente da parte del Comune, che possa fornire spiegazioni sulle ragioni della scelta e valutare eventuali correttivi per evitare che il malcontento cresca ulteriormente.
La questione, oltre a essere un caso locale, rappresenta un monito per tutte le realtà italiane: i servizi scolastici non dovrebbero essere un motivo di divisione, ma un’opportunità per costruire comunità più unite e solidali.
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