Scisciano, 12 Dicembre – Un grave episodio di violenza ha sconvolto la comunità di Scisciano nella notte di ieri. N., un uomo bengalese, ospite del progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), è stato vittima di una brutale aggressione mentre rientrava dal lavoro nella piazzetta Santa Maria della Cuna, zona San Martino.
Secondo le prime ricostruzioni, N., arrivato in Italia lo scorso anno in cerca di un futuro migliore per sé e la sua famiglia, è stato avvicinato da un gruppo di tre persone. Dopo essere stato insultato con epiteti razzisti, è stato violentemente aggredito. Ora si trova ricoverato in ospedale con gravi lesioni al volto e la prospettiva di un intervento chirurgico.
L’aggressione è avvenuta in un’area che da tempo versa in uno stato di degrado sociale e urbanistico, teatro di episodi di emarginazione e tensioni. “La piazzetta di San Martino dovrebbe essere un luogo di incontro e convivialità, non una zona abbandonata dove si consumano atti di violenza gratuita,” denuncia Francesco Evangelista, coordinatore dell’organizzazione no-profit YaBasta Restiamo Umani, attiva nel supporto ai migranti e nella lotta contro l’odio razziale.
Evangelista ha espresso vicinanza a N. e ha lanciato un appello alla comunità: “Questa aggressione è il risultato di una spirale di odio che non possiamo più tollerare. Dobbiamo rispondere con determinazione, riappropriandoci di questi spazi e trasformandoli in simboli di inclusione.”
Di fronte a questo atto di violenza, la comunità locale si mobilita. Gruppi di cittadini e associazioni hanno già annunciato iniziative di sensibilizzazione e presidi serali nella piazzetta di San Martino per riaffermare il diritto a vivere in una società più giusta e inclusiva. “Le strade sono di chi le vive in modo inclusivo,” conclude Evangelista. “Non ci arrenderemo. Continueremo a lavorare per un futuro in cui nessuno debba temere per la propria vita a causa del colore della pelle o delle proprie origini.”
Questo episodio, drammatico e inquietante, deve essere un monito per tutti. È necessario intervenire con politiche concrete che combattano il degrado e promuovano l’integrazione, affinché storie come quella di N. non si ripetano mai più. Restiamo al fianco di N. e di chi lotta per una società libera dall’odio.
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