Scafati, 21 Settembre – Il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti esprime incredulità rispetto alle affermazioni del vicepresidente della Regione Campania, Bonavitacola, in merito alle responsabilità del presidente De Luca sugli allagamenti e sull’inquinamento del fiume Sarno. Il sindaco sottolinea come, di fronte a dati scientifici chiari, il comportamento della Regione sia inaccettabile. “Da Sindaco della Città di Scafati, ma prima ancora da cittadino e da medico resto interdetto dalle dichiarazioni del vicepresidente della regione Bonavitacola sulle responsabilità e sulle competenze del presidente De Luca sugli allagamenti e sull’inquinamento del fiume Sarno. Davanti a dati scientifici inconfutabili sui quali spero interverrà, come promesso, anche il ministero dell’ambiente attraverso l’Ispra, davanti a dati scientifici confermati anche dalla stessa regione attraverso l’ARPAC, ma soprattutto dal professore Giordano che abbiamo coinvolto come Comune di Scafati, questo atteggiamento di superficialità, inaudito ci deve far riflettere”.
Il primo cittadino di Scafati richiama l’attenzione sui metalli cancerogeni, idrocarburi e altre sostanze inquinanti trovate nel fiume Sarno e nei suoi affluenti, pubblicate grazie all’iniziativa del Comune di Scafati. Secondo Aliberti, la Regione Campania è direttamente responsabile per la mancata realizzazione delle infrastrutture necessarie, una problematica già sollevata nel 1994 dal governo Dini. “I metalli cancerogeni, gli idrocarburi e le sostanze ritrovate nelle acque del fiume Sarno ed in particolare dei suoi affluenti e dei suoi canali, pubblicati su nostra iniziativa, sono una chiara responsabilità in capo alla regione Campania. Senza le infrastrutture, cosa che fu ribadita nel 94 anche dal governo di Dini che ci identificò come area ad alto rischio Ambientale, mai riusciremo a risolvere il problema degli allagamenti e del disinquinamento”.
Connessione tra inquinamento e malattie gravi. “È scritto in quel decreto del ministro di allora – incalza il sindaco – per cui i ritardi che continuano ad essere sempre più evidenti rispetto, alle opere da realizzarsi per il dragaggio e per il completamento della rete fognaria, non fanno altro che aumentare sempre di più il rischio di possibili patologie neoplastiche, dismetaboliche e non solo che ormai sono cose evidenti rispetto alle quali non possiamo girare la faccia dall’altra parte. Se la Regione vuole nascondersi dietro i dati che non esistono, come il registro dei tumori per esempio, per non assumersi la responsabilità di tanti malati e di tante patologie le cui cause sono da addebitare alla sciatteria con cui ormai da nove anni stanno gestendo la rifunzionalizzazione idrica ed il processo di disinquinamento, saremo noi a dimostrare, spero sotto la guida del professore Giordano che esiste una connessione tra fiume Sarno e morti e patologie che qui hanno una frequenza che non esiste in nessuna parte d’Italia”.
Richiesta di trasparenza e azione. Il sindaco annuncia l’intenzione di richiedere i dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) a tutti gli ospedali della Campania, per analizzare le cause di ricovero e decesso: “Saremo noi a dimostrare che a Scafati così come nella valle del Sarno e nelle parti attraversate dal fiume vi è gente che muore o che viene ricoverata per patologie che hanno una maggiore frequenza sulla quale c’è una responsabilità di chi oggi gestisce il livello di competenza delle acque e dei fiumi. Saremo noi a chiedere al ministero della sanità le SDO a tutti gli ospedali della Campania per capire quali sono le patologie per le quali si entra o si esce da morti dai nosocomi di questa regione”.
Critica ai ritardi delle opere di drenaggio. “Il nascondimento dei dati del registro dei tumori non ci fermerà rispetto a chi ancora una volta, anche nell’ultima audizione, quasi per darci la “caramella” promette di dragare nel mese di novembre 2 km del Rio Squazzatorio. Mi dispiace – afferma il primo cittadino – per quei consiglieri regionali che pur di darsi un ruolo pensano di aver ottenuto il miracolo della moltiplicazione dei pesci e non riescono invece a capire che ciò che dovrebbe essere realizzato domani bisognava già realizzarlo ieri e che rinviare ancora le opere al 2025 Significa soffrire non solo per gli allagamenti ma anche per le patologie, per le morti che ormai è certo derivano per tanti casi dalla presenza dei metalli appartenenti alla classe HP7, agli idrocarburi ed altre sostanze fortemente inquinanti che passano nel cuore della città di Scafati ma anche di tanti insediamenti abitativi di 39 comuni e tre province”.
Infine, Aliberti paragona la situazione ambientale di Scafati e dei comuni circostanti alla “Terra dei Fuochi”, affermando che la superficialità della classe dirigente ha aggravato la situazione. “Credo che rispetto a tutto questo, come ho avuto già modo di scrivere alle istituzioni, ognuno è chiamato a svolgere il proprio ruolo se davvero vogliamo il bene di questo territorio e della gente che vive in queste terre che ormai abbiamo certezza non sono meno della terra dei fuochi per la superficialità di una classe dirigente che non è capace neanche di assumersi le proprie responsabilità sui ritardi di opere che erano state avviate più di un decennio fa”.
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