Saviano, 29 Gennaio – Stagione teatrale; in scena la compagnia locale “Onda Verde, con “PERCHÈ PAPÀ È MIO FIGLIO “ di Giovanni Rescigno per la regia di Franco Perretta. Consenso ampio di pubblico per l’evento. Si tratta di una commedia, inserita nell’ambito della Rassegna Festival Città di Saviano. L’iniziativa culturale si deve al Comune di Saviano, Assessorato alla Cultura – Sport- Turismo – Teatro in collaborazione con l’Auditorium Teatro Saviano. La Rassegna è dedicata a Carmine Mensorio, un personaggio di rilievo, di origine savianese, della politica di alcuni anni fa. In platea, la presenza del Sindaco di Saviano, Carmine Sommese e l’Assessore alla Cultura Francesco Iovino.
Prima dello spettacolo vi è stato un momento presentazione da parte di Giovanni Palladoro, gestore – direttore del teatro dello stesso Sindaco e in seguito da Gioia De Lucia per un’introduzione alla rappresentazione teatrale; Una trama intrecciata da incredibili vicende e paradossali equivoci in famiglia: ogni elemento s’incastra in un vortice di situazioni al punto da perderne la traccia. “Perché papà è mio figlio”: già il titolo fa intuire un qualcosa d’illogico e fuori dalla razionalità; è tutto da dimostrare. Il tema dominante è l’equivoco, che s’intreccia su situazioni inverosimili e che paradossalmente divengono realtà recitativa. La commedia prende consistenza su un dato che basandosi appunto su divertenti ambiguità e stravaganti fraintendimenti, producono un risultato di grande effetto.
Uno spettacolo esilarante che fa intuire una trama intrecciata, colma di equivoci e situazioni razionali solo nello spazio palcoscenico lontano dalla logica usuale. La trama prende il via dalla descrizione di due servitori di casa; è presto in scena il protagonista don Ciccillo personaggio interpretato dallo stesso regista Perretta; lui ha sposato una donna più giovane di lui! Ha, per completare il quadro familiare non certo semplice come si vedrà in seguito, una suocera, ruolo affidato a Lucia De Vito, ancora avvenente e desiderosa di dare una svolta sentimentale alla sua vita; il primo matrimonio non fu all’altezza poiché il primo marito era tutto preso dalla sua arte in modo patologico: la musica!
Quest’ultimo inseguendo il successo in campo musicale è assente da casa da ben venti anni! Un suo ritorno insperato, e certo con la pretesa che nulla sia cambiato! È quanto avviene! È come accade nell’epilogo del racconto scenico. Don Ciccillo ha un figlio che non ha il suo cognome per cause contingenti non dipendenti dalla sua volontà, nato da un’ambigua relazione di alcuni anni prima; non vorrebbe far saper tale realtà che gli appare, per un eccesso di prudenza, sconveniente. Il colpo di scena è dietro l’angolo! Sarà proprio lui, dopo alterne vicende e altri personaggi che irrompono in scena nel loro umorismo e irrisione, a sposare la suocera generando una situazione alquanto imbarazzante nella sua ironia e comicità. Prima della chiusura del sipario il verificarsi del complicato intreccio di parole, spiegazioni contorte per chiarire la situazione; quasi uno scioglilingua per gli interpreti. Concetti che, a un certo punto, non né è possibile seguirne la conseguente traccia! Un personaggio rivolge al pubblico, che diviene elemento recitativo per un sol istante, una domanda che riguarda se hanno capito come sta la circostanza, se da quell’ingarbugliata situazione ci riescono a capirci qualcosa.
Un più che divertente quesito che chiude, temporaneamente, velocemente, la vicenda e lentamente il sipario! Il quadro degli attori: Carmine Napolitano, Antonio Di Mauro, Luigi Napolitano, Carmela Allocca, Margherita Prisco, Giusy Caprio, Gianfranco Matondi, Aniello Lombardi, Felice Romano, Lucia De Vito e infine il Regista della compagnia Francesco Perretta
Antonio Romano
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