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Saviano, In scena la compagnia “La Combriccola” diretta da Francesca Mautone

Rassegna Festival città di Saviano  XVI edizione. La proposizione scenica: “‘Gennaro Belvedere testimone cieco”.  

 

 

Saviano, 6 Marzo – Notevole consenso di pubblico per uno spettacolo proposto in due distinte serate. La compagnia “ La Combriccola “ ha proposto al pubblico “‘Gennaro Belvedere testimone cieco”, di G. di Maio; una commedia piacevole, simpatica nel suo svolgersi. La trama: La buffa storia di un capofamiglia dedito a vivere di espedienti. Un’opera che offre, in un contesto comico, un quadro piuttosto reale sull’esistenza umana.

Il quadro familiare e vicini, la figura dei prepotenti, assistenti sociali impegnati nel loro lavoro; questi sono i protagonisti. Simulazione nella finzione! La figura dei prepotenti: a un certo punto della scena due boss avranno modo di instaurare un duello a colpi di pistola nel momento in cui un bimbo, figlio di uno dei due contendenti, sta per nascere! Dietro l’aspetto stereotipato, si nasconde una disperazione mascherata dalla simpatia e dall’inequivocabile capacità di adattamento. Le tragicomiche avventure della famiglia Belvedere: una famiglia povera; la scenografia ha voluto rendere l’idea con dei pannelli che raffiguravano un aspetto decente di un appartamento; in realtà i protagonisti della vicenda si sono sistemati in tale luogo appena ne hanno avuta l’occasione e in modo del tutto illegale.

In tale situazione scenica vive giorno per giorno, sopravvive Gennaro Belvedere interpretato da Roberto Rea con sua moglie Carmela interpretata da Rosalia Paone, sua nipote “ Pupetta”, ruolo affidato a Margherita Monda, e il relativo consorte; anche lui nella medesima miseria e disperazione; sopravvive vendendo palloncini gonfiabili. Quella che si definisce “l’arte di arrangiarsi” come da titolo di film del 1954 di Luigi Zampa anche se vender palloncini è un modo davvero troppo semplicistico e lineare, per nulla risolutivo di tenar di risolvere il tutto.

Gennaro, forse più intraprendente, non trova altro che, pur sempre  nel campo del raggiro, fingersi cieco per cercare di guadagnare da vivere. La storia vuole che avvenga un terrificante omicidio al quale Gennaro, suo malgrado, è presente; un testimone “ cieco”! È la chiave di volta di questo scenario; quest’omicidio segnerà in modo indelebile la sua vicenda! Indirizzerà il protagonista della vicenda verso una risoluzione, in seguito a concertazione di eventi; una semplice e lineare soluzione esplicitata nella seguente frase, citata in gergo napoletano, a suo modo saggezza di vita: “ I soldi fanno venire la vista ai ciechi”.  

La vicenda si aggroviglia; per un controllo sanitario, giungono gli assistenti sociali; sempre puntuali e secondo i punti di vista relativi, al momento giusto nel posto sbagliato o viceversa!  Un tempismo, ironicamente, perfetto.  Gennaro Belvedere: come si nota un cognome, genialmente, studiato ad arte dall’autore, dovrebbe sottoporsi, dopo alterne vicende, a una rischiosa operazione chirurgica che potrebbe, di sicuro, ridargli la vista! Il personaggio principale subitaneamente è alle prese con un dualismo contrastante: dimostrare di vedere, per evitare di essere operato e al tempo stesso deve sfuggire alla realtà della quale è, valendo o no, testimone. Il professore che deve operare Gennaro Belvedere è in scena alla chiusura temporanea del sipario in un distinto camice bianco a marcare il dilemma scenico! Vari gli aspetti che ruotano intorno alla figura del protagonista: una storia con colpi di pistola, sentimenti e vendette, di soldi che arrivano dalle situazioni contingenti, un personaggio che ostenta la sua omosessualità e altro.

La storia ci offre una vicenda e un tema contemporaneo, quello dei “falsi invalidi”. Il quadro completo degli attori che meritano citazione: Roberto Rea, Rasalia Paone, Margherita Monda, Francesco Monda, Carmine Vaia, Maria Rea, Antonio Iannuale, Gina Vaia, Alessandro Barisano, Carmine Conelli, Francesca Mautone, attrice e regista della compagnia, Rosanna Palma, Carmine Monda, Carmine Marino, Menarita Esposito, Dalila Di Maio e infine nei panni del famigerato Dott. Ciakaciov, Alfonso Villano.  Analizzando, in conclusione, l’intera vicenda scenica: “È proprio vero che i soldi fanno venire la vista ai ciechi!” L’angoscia del personaggio è dominante. Riflessione sul disagio sociale!  Povertà morale. Piaghe sociali di grande gravità ma qui trattati nel campo dell’ironia. Il personaggio, di primo piano, ha una frase abituale; lui stesso, ammette in modo lapidario: ”La vita mi fa schifo e la morte mi fa paura!”. La coppia ha dei vicini, a completare e condividere il quadro della condizione economica disagiata, che entrano in scena da una porta laterale. Gli eventi richiedono dinamicità descrittiva; dei vortici di situazioni.

Gennaro Belvedere, nome non proprio adatto a un falso cieco, avrebbe avuto la possibilità di evitare la spiacevole situazione, in rapida successione, se fosse rimasto al suo posto solito per l’accattonaggio! Quest’ultima parola, è fonte d’ironia, comicità in alcune occasioni.  In seguito la visita del killer, quella del fantasma della vittima; almeno è quello che, in un disordine di emozioni, si crede! In tale circostanza in una situazione di abbassamento delle luci, un buio scenico, dove solo da una finestra con grata s’intravede un raggio di luce, rende più misterioso il racconto scenico!  La continua invasione di assistenti sociali! L’offerta in denaro per pagare un silenzio divenuto scomodo! Alla chiusura del sipario la scelta meramente opportunistica: “I soldi ridanno la vista a ciechi!” come afferma un antico proverbio. Ironia di genialità scenica è più che evidente nella stessa revisione critica della trama: un cieco che si chiama Belvedere, nato a Bellavista; il 13 dicembre!  

Il giorno di Santa Lucia; coincidenze e ironia della sorte! Nell’epilogo, dopo la chiusura del sipario sulla rappresentazione vi è stato un momento musicale; la partecipazione canora di Giuseppe D’Angelo; un brano musicale, in lingua napoletana, che ha coinvolto tutti per chiudere definitivamente, musicalmente, la vicenda scenica. In precedenza un altro momento musicale era stato affidato a una giovane cantante Letizia Bernardo. Un teatro quello della compagnia proveniente da Marigliano, che ha posto come elemento attenzione la solidarietà: il ricavato della manifestazione sarà devoluto alla comunità  alloggio “ Padre Arturo D’Onofrio” Missionari della Divina Redenzione “ Istituto Anselmi” di Marigliano.

Egidio Osti

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