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Sanità, Report Infermieri-Carceri italiane. De Palma (Nursing Up): “In Campania meno di 200 infermieri per una popolazione carceraria di 6471 detenuti. E’ allarme”

Roma, 28 Gennaio – «Continua il nostro viaggio-inchiesta nelle carceri italiane, per raccontarvi quella che continua a essere la preoccupante realtà degli operatori sanitari che, tra mille difficoltà, devono gestire, sulle proprie spalle, la responsabilità di proteggere la salute di migliaia di detenuti, potendo contare, numericamente, su un personale totalmente inadeguato, rispetto a problematiche di una gravità a dir poco drammatica, tra continue aggressioni agli agenti penitenziari, in cui spesso rischiano di finire coinvolti anche gli stessi infermieri.

Siamo in Campania, seconda regione per numero di popolazione carceraria, dopo la Lombardia: si contano oggi 6471 tra uomini e donne, un dato decisamente in sovrannumero rispetto agli spazi e soprattutto agli strumenti disponibili, per non parlare del forte clima di disagio psicologico che sta sfociando, sul territorio, nella più grave delle piaghe, ovvero i suicidi. Ne registriamo sette, solo tra dicembre 2022 e gennaio 2023: ai livelli di questa situazione, davvero allarmante, ci sarebbe solo la Puglia». Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Ma quali sono i numeri degli infermieri rispetto ai detenuti? Incredibile ma vero, si contano poco più di 180 professionisti, per la precisione 189 in Campania, corroborati negli ultimi mesi, in alcune strutture, dalla presenza degli Oss, la cui figura, in termini assistenziali è stata riconosciuta e approvata, nello scorso luglio, da un provvedimento del Ministero della Salute. Naturalmente – prosegue De Palma –  potrebbe sembrare un passo in avanti quello avallato dal Ministero, ma andrebbe analizzato caso per caso, e andrebbe opportunamente verificato quanti Oss, sui 1500 inseriti in tutta Italia (1000 di fatto erano già operativi), stanno dando il proprio supporto in Campania, e soprattutto quanti e quali di questi Operatori Socio Sanitari possiedono percorsi di specializzazione che consentono loro di coadiuvare gli infermieri in termini di interventi delicati, come potrebbe essere la necessità di una iniezione per una reazione allergica, o shock da avvelenamento, oppure per una crisi epilettica.

189 infermieri e appena 108 medici: questi sono i dati che ci giungono, indirettamente, da alcune aziende sanitarie, addirittura gli infermieri sarebbero anche numericamente diminuiti rispetto agli anni precedenti. Resta infatti inesorabilmente vuota la casella delle assunzioni, i concorsi, se ci sono, vanno deserti: pochi, pochissimi i colleghi che accettano un incarico nelle carceri, rispetto a qualche dimissione che di fatto è avvenuta per situazioni realisticamente difficili per i nostri colleghi, laddove, vi citiamo alcuni esempi lampanti, ci hanno riferito mancare i farmaci, come nel caso del carcere di Bellizzi Irpino in provincia di Avellino, con alcuni colleghi che hanno denunciato ritardi delle consegne e carenze di alcuni medicinali. Ricorrere al personale della sanità pubblica per rimpolpare gli organici, visto che gli infermieri delle carceri dipendono dalle Asl? Complicato, quando già mancano nelle corsie degli ospedali di una regione che conta una carenza di quasi 4mila unità».

POGGIOREALE, 40 INFERMIERI PER OLTRE 2MILA DETENUTI

Gli agenti della Polizia penitenziaria sono appena 800, il rapporto è di un poliziotto ogni 90 reclusi. In pratica ci sono interi padiglioni in cui la sorveglianza è diventata complicata. Gli infermieri sono addirittura solo 40. Si tratta di una proporzione che farebbe impallidire chiunque». Conclude Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

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