San Vitaliano, 28 Gennaio – Uno spettacolo teatrale dedicato agli orrori del secondo conflitto mondiale, all’Olocausto di un popolo; titolo dell’evento è “Se questo è un uomo” evento teatrale del gruppo Gad Radici, gruppo arte drammatica, per la regia di Pasquale Manfredi. La manifestazione ha avuto il Patrocinio morale del Comune di San Vitaliano in collaborazione con la Proloco. Notevole consenso di pubblico; uno spettacolo che è stato proposto, in una mattinata di qualche giorno fa per le scuole e in serata dello stesso giorno. Come si nota è un’opera, nel titolo, tratta dal libro di Primo Levi scritta nel dicembre 1945 ; sul manifesto dell’evento è stata riprodotta la stella di David; a ben osservare, oltre altre scritte, s’intravede la scritta: Arbeit macht frei ossia “ Il lavoro rende liberi”.
Lo spettacolo: Una testimonianza viva; Rappresenta l’interessante testimonianza di quanto vissuto dall’autore nel campo di concentramento di Monowitz. Levi sopravvisse alla deportazione nel campo, lager satellite dell’articolato campo di Auschwitz. Alcuni versi introduttivi dell’opera: “Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per un pezzo di pane che muore per un si o per un no”. Versi che in scena vengono riproposti; ogni personaggio racconta la sua storia inquadrato, momentaneamente, da un raggio di luce. La scena è, per la maggior parte, buia; gli attori si muovono come ombre perdute; manca la scenografia; non potrebbe esserci nelle intenzioni di regia; il buio che accompagna l’azione tra un gioco di tenue luci diventa, paradossalmente, elemento recitativo. Solo nell’epilogo dello spettacolo la scena s’illumina; è la fine del conflitto bellico.
È qualcosa di miracoloso è l’improvvisamente possibile; un modo come un altro per sottolineare la ripresa della vita; il cambio di stato, una nuova condizione di speranza anche se certe cose sono dure da superare. Attualmente siamo in una fase dell’anno nella quale i capi di Stato ricordano, in occasione della Giornata della Memoria, la liberazione dai campi di sterminio nazista. Sono trascorsi ben 75 anni fa; è il caso di rimarcare una certa ripresa dell’antisemitismo. Notizia proveniente da OSWIECIM (Polonia): “Il mondo non dimentica. Settantacinque anni fa, le truppe dell’Armata Rossa liberavano i sopravvissuti del campo di sterminio di Auschwitz; Oswiecim in lingua polacca, e toglievano il velo all’orrore dell’Olocausto”. Più di una dozzina di capi di Stato, tra cui il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier e il presidente israeliano Reuven Rivlin, hanno preso parte alle cerimonie dove arrivavano i treni. Ad Auschwitz 1,1 milioni di persone hanno perso la vita. Il responsabile del Museo di Stato Auschwitz-Birkenau, ha voluto lanciare un monito contro l’indifferenza. Durante il genocidio in Ruanda, negli anni Novanta, “si levavano migliaia di voci di protesta, mentre oggi c’è solo silenzio”. A Auschwitz, “la gente non è solo in cerca di storia e di memoria, ma anche di risposte agli inevitabili interrogativi. ” Lo spettacolo al teatro di San Vitaliano ha preso riferimenti dal noto film del 1997 “La vita è bella” diretto e interpretato da Roberto Benigni e da Schindler’s List – La lista di Schindler che è un noto film del 1993 diretto da Steven Spielberg oltre alle opere di Primo Levi e autori vari. Schindler’s List: Una storia, quella del film, Ispirata al romanzo di Thomas Keneally e basata sulla storia di Oskar Schindler; in questa versione sul palcoscenico di San Vitaliano, interpretato da Paolo Nardi.
È considerato uno dei migliori film della storia del cinema. Lo spettacolo sul palcoscenico di San Vitaliano, inizia dalla platea da dove arrivano sulla scena gli attori; il trambusto successivo, il gioco di rumori e di luci tenui e musica dirompente sono un tutt’uno con l’atmosfera portentosa che si viene a creare. Costumi dell’epoca e valige tipiche e due soldati tedeschi; un capitano e un soldato semplice con uniformi riprodotte fedelmente o quasi. Gli attori nella loro interpretazione hanno dovuto, per forza di cose, imparare alcune frasi in tedesco. Nello spettacolo riemergono, sicuramente per qualcuno, alcuni ricordi di qualche citazione letta; sembra udire alcune frasi tratte dai libri di Levi come ”La tregua”; valga per esempio la seguente espressione: “Presto udremo ancora Il comando straniero: «Wstawać»; e ancora : «Ma la guerra è finita – obiettai …– Guerra è sempre – rispose memorabilmente Mordo Nahum». Il quadro completo degli attori che meritano citazione: Paolo Nardi, Nino Serpico, Gennaro Caliendo, Fabio Zarrella, Orsino Menichini, Giuseppe Menichini, Gino Musella, rosario La Marca, Teresa Malferà, Lina Di Falco, Pina Alaia, Nunzia Campo, Silvia Lucio, Pinalucia Spiezia, Raffaella Dioguardi, Marianna Mascolo, Alessia De Falco, Vincenzo Campetiello, Costantina Tenace, Francesco Cozzolino, Giuseppe Vellusi, Miriam Piccolo, Melissa Musella, Alessia Di Falco, Francesca Simonetti e infine Vincenzo Marra. Su di una lapide commemorativa è scritto: “Auschwitz – Solo quando nel mondo a tutti gli uomini sarà riconosciuta la dignità umana, solo allora potrete dimenticarci.”.
Egidio Osti
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