Comuni

San Gennaro Vesuviano, settimana per la Legalità: l’Istituto Caravaggio contro “La violenza di genere”

San Gennaro Vesuviano, 20 Marzo – Venerdì 18 marzo 2022, l’Istituto Superiore Caravaggio di San Gennaro Vesuviano, presenti tutti gli indirizzi di studio Liceo Artistico, Liceo Scientifico, Istituto Agrario, alla guida del dirigente Scolastico dott. Carmine Strocchia, nell’ambito della settimana per la Legalità, curata dalla professoressa Anna Barbuto, ha organizzato la manifestazione contro ”La violenza di genere”.  

Il Progetto Legalità è stato  ideato e realizzato con competenza dai docenti Teresa Albano, Domenico Catapano, Antonella Cozzolino, Clorinda Sesto del Liceo Scientifico  e Artistico  con la collaborazione delle docenti di moda Fabrizia Ferrenti, Mariarosaria Santin, Rosa Pagano, Rosa Lieto.

La sala consiliare del comune è stata allestita con un lungo tappeto rosso e l’installazione delle scarpe rosse a richiamo di Zapatos Rojas, ideata nel 2009 dall’artista messicana Elina Chauvet. Ai presenti è stato offerto il fiocco rosso  da appuntare sul petto.

Le classi del triennio dei tre indirizzi di scuola hanno riempito la sala e i giovani studenti l’hanno animata con la lettura dei monologhi tratti dal libro  “Conto i passi- Storie di disamore” della scrittrice Michela Buonagura, precedentemente studiato nelle loro classi con i rispettivi docenti.

L’incontro con l’autrice che doveva avere luogo il 25 novembre 2021, dopo mesi di attese e problemi dovuti al Covid, ha visto finalmente la luce con grande soddisfazione di docenti e allievi.

La moderatrice professoressa Teresa Albano ha introdotto  la finalità del progetto, l’obiettivo di educare ai temi della legalità, di cui la scuola si fa carico. Ha presentato l’autrice del libro Conto i passi, sul tema della violenza contro le donne: femminicidio, per una lezione di legalità. “La legalità è rispetto per le leggi e per le persone, impegno e responsabilità, delle proprie azioni, nelle piccole cose della vita quotidiana, sperare e lottare, perché il mondo diventi migliore. Il coraggio ordinario a cui siamo tutti chiamati: quello di rispondere alla propria coscienza”.

Canzoni significative di Mia Martini e Fiorella Mannoia, interpretate dalle voci delle studentesse Lucianna La Marca, Angelica Treccarichi, Imma Perillo, hanno intervallato l’evento destando grande  ammirazione in sala. Tutte in rosso le modelle Valeria Barbato, Marianna Mucerino, Michela Mauro, Angela Santaniello, Martina Napolitano, Roberta Ambrosino, Anita Larizza, Eva Flavia Fiodi, che hanno indossato abiti curati dalle docenti  dell’indirizzo moda, tocco di grande effetto scenografico e significativo. I monologhi, letti con profonda emozione  dagli studenti  Viviana Iovino, Alexandr Cattolico, Enica La Marca, Angelo De Sena, hanno toccato le corde del cuore e ne sono scaturite in sala  varie domande rivolte alla scrittrice.

La professoressa Buonagura, da sempre impegnata nell’opera di sensibilizzazione verso le problematiche dell’universo femminile, ha risposto esaustivamente  alle numerose domande degli alunni, che si sono susseguite ininterrottamente. 

“La lirica apre i monologhi, che come avrete potuto notare – esordisce la scrittrice – sono in numero dispari, un numero voluto, che evidenzia l’incompletezza del dire, perché le donne continuano ad essere vittime di violenze. E se ciò accade, significa che le leggi non bastano, occorre un cambiamento culturale, un’educazione permanente della persona, incidere dal basso. Questa  è la finalità del libro, nella speranza di un futuro diverso. Attori di questo cambiamento – continua la Buonagura – dovete essere soprattutto voi, voi giovani, voi siete semi, darete vita a piante nuove. Dovete essere attenti alla realtà, combattere contro gli stereotipi di genere, contro l’uso di un linguaggio sessista che si tramandano di generazione in generazione, perpetrando un’idea errata dell’essere uomo, dell’essere donna. Solo spezzando questa catena, diventando anelli di solidarietà potremo sperare in un futuro degno della nostra humanitas, il cui senso sembra smarrito.”

Come nasce il libro? Come ha organizzato la scrittura del libro e cosa l’ha spinta a pubblicare?

“Prima dei monologhi accolgo l’ispirazione con la lirica ‘Io conto i passi’, che nasce dall’emozione provata quando ho visto in tutte le piazze d’Italia  le lunghe file di scarpe rosse, rosse come il sangue che le donne versano per mano di mariti, fidanzati, compagni, sconosciuti. Sono i passi interrotti delle donne vittime di violenza, un monumento alla loro memoria, ideato dall’artista messicana Elina Chauvet. Ne fui impressionata. Un paio qualsiasi di quelle scarpe sarebbero potute appartenere a un’amica, a una sorella, a una figlia, a me stessa, o a qualcuna di voi.

I monologhi sono successivi, nati dall’urgenza di incidere sulle coscienze con eventi dibattito per attirare l’attenzione sul problema, cercare una soluzione, in un tempo in cui se ne parlava poco. Sono stati sistemati alternando voci di donne a quelli di uomini, di madri a quelle dei figli, allargando lo sguardo anche a società di cultura diversa dalla nostra. Inizialmente non pensavo alla pubblicazione, i monologhi erano destinati all’oralità, alla recitazione durante gli eventi, successivamente, è nata l’idea di darli alla stampa, avevano ricevuto riscontro, emozionavano, potevano quindi arrivare ad un pubblico più vasto, specie nelle scuole, dove è necessario trattare tematiche del genere, informare sulle azioni da intraprendere se si è vittime di violenza, se vogliamo costruire una società più giusta.”

Quali emozioni provava nello scriverli?

“Scrivere in prima persona di fatti così atroci significa calarsi completamente nel personaggio-persona, attraversare il suo dolore. È devastante. Si viene assaliti da emozioni forti, paura, senso di ingabbiamento senza via d’uscita, ma al tempo stesso anche la ribellione contro quello stato, speranza di potercela fare.”

Secondo lei qual è il motivo che ancora oggi porta all’accadere di questi eventi?

“Il discorso è complesso. Cercherò di essere sintetica, senza scomodare la storia e le scienze umane. Le motivazioni sono tante e diverse. Credo che l’uomo non abbia accompagnato il percorso di emancipazione femminile, si è improvvisamente trovato di fronte una donna diversa dalle immagini del passato, una donna che lo spaventa con le sue esigenze e le sue richieste, cui non sa rispondere con atteggiamento maturo, ma solo ricorrendo a stereotipi che oggi non hanno più senso. Quando si vede scavalcato nel suo ruolo millenario di maschio detentore del potere decisionale all’interno di una coppia, di una famiglia, reagisce con l’unico modo che non dà scampo ad alcuna possibilità di recriminazione da parte della donna: la violenza – continua la Buonagura –  Episodi di violenza avvenivano anche in passato, ma allora la donna stava zitta, si vergognava, aveva paura, in rari casi si ribellava. La differenza è anche in questo. Inoltre, siamo legati a un’idea sbagliata dell’amore: l’amore tormentato, l’amore infinito, immortalato da tanta letteratura, cinema e teatro. L’amore deve dare gioia non sofferenza, e può finire, dobbiamo imparare ad accettarlo. E dobbiamo lavorare molto sull’autostima. Prima di amare l’altro, – conclude –  dobbiamo amare noi stessi, rifiutare atteggiamenti di gelosia e di possesso. Se una persona è forte, non permette a nessuno di prendere nelle sue mani la propria vita. La vittima non è solo la donna, ma anche l’uomo, schiavo di un modo di pensare e agire che gli è stato tramandato, e ancora si tramanda ai figli maschi. Bisogna lavorare all’interno della famiglia e della scuola, scardinare idee retrograde, inaccettabili per un vivere comune sereno. Un lavoro lungo.”

Un altro importante intervento della mattinata, l’ha dato la professoressa Antonella Iovino, del Caravaggio  che  opera nella cooperativa sociale  Dedalus, attiva a Napoli su tanti campi; in particolar modo si occupa di contrastare la violenza di genere, promuove e gestisce interventi di accoglienza, supporto psico-sociale, orientamento alla cittadinanza e di ricerca attiva  del lavoro delle donne, che vivono in condizioni di sofferenza. Nella giornata della legalità la professoressa Iovino ha sostituito la dottoressa Vecchione Elena, sociologa della cooperativa. In qualità di sostenitrice della cooperativa, Iovino che collabora con laboratori e terapia ricreativa, ha parlato del progetto  Cav (centri anti violenza) promosso dal comune di Napoli. “Questi centri, presenti su tutte le municipalità di Napoli, hanno un numero attivo h 24 a cui rivolgersi per chiedere e trovare aiuto concreto. – Ha  ricordato il numero istituzionale da chiamare, l’1522, il servizio pubblico promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità.- Il numero, gratuito, attivo 24 h su 24, accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.- Ella ha sottolineato l’urgenza dell’aiuto indispensabile,- per evitare che accada l’irreparabile, non temere, di rivolgersi alle giuste associazioni che operano nel settore, collegate a case famiglia che ospitano le vittime e i loro bambini. Naturalmente indispensabile è l’aiuto dei carabinieri e polizia.”

La consigliera comunale La Marca Maddalena si è soffermata a tracciare  un momento di riflessione generale della Violenza di Genere di Cause e Impatto. “La violenza fisica e psicologica sulle donne è purtroppo un tema sempre attuale che abbraccia vari livelli di gravità, dall’aggressione verbale e psicologica alla violenza fisica che  spesso conduce alla morte , come dimostrano ogni anno le innumerevoli vittime di femminicidio” Un intervento che ha contribuito a dare la visione completa di ciò che i ragazzi e le ragazze hanno studiato ed elaborato con gli obiettivi prefissati dal progetto e studio del libro esaminato.

Il consigliere comunale Raffaele Bosone ha portato i saluti dell’amministrazione  ed ha espresso il piacere di vedere di nuovo la sala  aperta al pubblico, finalmente dopo gli anni di restrizioni che tutti conosciamo. Caloroso è stato l’elogio ai docenti e alunni  per l’importante  manifestazione.  

Il D.S. prof. Strocchia ha chiuso l’evento con parole di lode. Ha ringraziato  gli ospiti, i docenti e gli studenti per l’impegno profuso nel periodo in cui la vita è stata senza dubbio complicata dalle difficoltà dettate dall’impatto pandemico. Ha ribadito che  l’Istituto Caravaggio ha tenuto  sempre alta l’attenzione per la formazione degli  allievi e  su temi, quali il rispetto della Legalità e l’Educazione civica, e  su  quanto resta ancora da  motivare e fare. Un grazie va al  tecnico Nicholas Chiarolanza  per l’impianto sonoro.

 

 

 

Scisciano Notizie è orgoglioso di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. Per questo chiediamo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, fondamentale per il nostro lavoro. Sostienici con una donazione. Grazie.
 
SciscianoNotizie.it crede nella trasparenza e nell'onestà. Pertanto, correggerà prontamente gli errori. La pienezza e la freschezza delle informazioni rappresentano due valori inevitabili nel mondo del giornalismo online; garantiamo l'opportunità di apportare correzioni ed eliminare foto quando necessario. Scrivete a [email protected] . Questo articolo è stato verificato dall'autore attraverso fatti circostanziati, testate giornalistiche e lanci di Agenzie di Stampa.