San Gennaro Vesuviano, 13 Febbraio – Il “Caravaggio” di San Gennaro Vesuviano, in questo periodo di sospensione delle attività didattiche, apre i laboratori ai suoi allievi speciali, ai discenti che sicuramente, in questo tragico momento storico, hanno bisogno più degli altri di socializzare e di sentire la vicinanza dei loro docenti e della loro seconda casa, che è la scuola.
Ieri, in una delle serre dell’azienda agraria dell’ISIS “Caravaggio” e nel laboratorio di trasformazione, gli alunni diversamente abili, insieme ai loro docenti e al personale tecnico, hanno partecipato con grande interesse alle attività agrarie nella serra, preparando il substrato di coltura e rinvasando le piante aromatiche. L’ortoterapia è una forma di terapia non convenzionale e consiste appunto nelle attività di giardinaggio, di orticoltura, di cura delle piante, operate da persone con disagi e disabilità affiancate ovviamente da esperti del settore.
Successivamente, accompagnati dai docenti, gli alunni hanno partecipato, a turno, alla trasformazione di frutta in confettura, seguendo tutti i processi prescritti sotto la direzione accurata del Responsabile del Dipartimento Agrario prof.ssa Patrizia Maddaluno. Ovviamente, la presenza degli stessi e dei loro docenti nei laboratori è stata contingentata, seguendo scrupolosamente i dettami di sicurezza e le disposizioni “anticovid”. Ecco le parole del Dirigente Scolastico Carmine Strocchia: “Desideravamo con particolare premura iniziare a riannodare i fili con i nostri studenti. Com’è noto, le diverse misure di prevenzione messe in atto dai diversi Organi lasciano spazio solo ad attività laboratoriali per le persone diversamente abili dopo la verifica delle condizioni locali di contesto. Ebbene, nel pieno rispetto di ogni norma di sicurezza e di tutela della salute, siamo stati particolarmente felici di riprovare a ospitare in presenza attività con gli studenti.
Che questo poi sia avvenuto appunto con i docenti di Sostegno e i nostri speciali ragazzi e ragazze da essi seguiti, rappresenta per la nostra comunità una tappa che corona tutta l’attenzione che stiamo ponendo a non lasciarli mai soli, a seguirli e ad ascoltarli sfidando le distanze fisiche imposte dalla DaD – continua il Dirigente – voglio ricordare che prima di essere diversamente abili, questi studenti e studentesse sono persone, soggetti cioè che la nostra Scuola si impegna a guidare ad un progetto di vita ritagliato sulle loro ricchezze umane, professionali e culturali in un’ottica, come oggi si usa dire, “olistica”, attenta cioè all’integralità delle loro capacità e interessi.
Ecco perché, con i docenti e il Coordinatore per l’Inclusione Prof. Peluso, tutti sempre molto attenti e preziosi, abbiamo voluto iniziare da attività svoltesi nel Laboratorio del nostro Ist. Agrario. La sintesi tra manualità, abilità e conoscenze nel preparare e trasformare prodotti è il processo che, credo, abbia davvero gratificato e reso protagonisti questi giovani, fornendo al contempo a noi una lezione di vita che non dimenticheremo facilmente. Infine, una notazione personale: i presenti hanno forse notato che nel corso di questo evento sono apparso particolarmente felice e soddisfatto. Sì, mi sono sentito davvero pieno di gioia perché negli occhi più che nelle parole di questi studenti, dei docenti, dei genitori, dei tecnici dell’azienda e della prof.ssa Patrizia Maddaluno che, con il suo consueto senso dell’ospitalità ha fatto da padrona di casa, ho letto il senso dell’identità del nostro Istituto attorno ad un piccolo ma significativo risultato non fatto stavolta di compiti o di voti ma di appartenenza, di fiducia e di speranza in un momento che per tutti è davvero di grande difficoltà.
Nella serra dell’azienda agraria la prof.ssa Anna Aliberti, coadiuvata dall’assistente tecnico Nilla Ferraro, ha portato con mano i giovani allievi in un percorso didattico molto interessante, allo scopo di aiutarli ad “interagire” con le piante. Nel laboratorio di trasformazione la Prof. Maddaluno Patrizia, coadiuvata dagli assistenti tecnici Giulia Palma e Angela Di Torre, ha “addolcito” il momento pandemico con la trasformazione del Kiwi in conserva. “Oggi – dichiara la docente – abbiamo finalmente lavorato con i nostri alunni che hanno dimostrato una grande voglia di fare e di imparare. Ci hanno regalato una bellissima giornata e….buonissime confetture. Questa è solo la prima di tante giornate dedite alla gastronomia che delizieranno i nostri cuori e…il nostro palato”.
Soddisfatto per il lavoro e la pianificazione dell’evento il referente dell’inclusione scolastica prof. Tommasino Peluso. “Il nostro istituto – puntualizza – non si ferma…non è una frase fatta ma una realtà propositiva e fattiva. Il Caravaggio ha a cuore l’inclusione scolastica per gli studenti BES-DSA e Diversamente abili che a differenza del nome hanno delle diverse abilità. Il processo di inclusione avviene attraverso laboratori ideati e adattati per questi allievi – conclude Peluso – in questa fase di emergenza epidemiologica l’I.S. Caravaggio fa frequentare gli alunni BES-DSA-DA affinché non siano abbandonati dalla DAD. I ragazzi, assistiti dai propri docenti, hanno partecipato ai laboratori proposti con grande entusiasmo e partecipazione. Il motto è <il Caravaggio non lascia indietro nessuno…e riparte>”.
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