Politica

PRIMO PIANO – Intervista a Niccolò Profeta coordinatore provinciale del movimento politico giovanile di Fratelli d’Italia

Napoli, 1 Luglio – Ai nostri microfoni, Niccolò Profeta, coordinatore provinciale del movimento politico giovanile di Fratelli d’Italia “Gioventù Nazionale, classe ’96″. Dottore in giurisprudenza e abilitato alla professione d’avvocato. Nato e cresciuto a Benevento, lavora a Roma.

Abbiamo voluto affrontare con lui, data la sua piena e cordiale disponibilità, alcuni temi e problematiche ahimè ancora completamente attuali, circa la componente giovanile in politica, il loro volontario allontanamento dalla scena politica a qualsiasi livello, crisi ed occupazione che manca, attraverso la sua esperienza diretta.

Quando e come è iniziato il tuo percorso politico?

“Oltre ai racconti di mio padre sin da tenera età, la prima volta che ho avuto un contatto concreto con la politica, intesa in senso astratto/ideologico, è stato a 13 anni. Tramite un mio amico ho iniziato a frequentare un’associazione culturale della mia città. A 14 anni mi iscrissi per la prima volta ad un movimento politico giovanile, La Destra di Storace. Successivamente ho avuto un momento di pausa per quanto riguarda l’adesione a partiti o movimenti in generale, salvo poi partecipare in aggregazioni civiche con persone per bene della mia città che mi hanno fatto scuola politica, fino ad aderire a Fratelli d’Italia e a Gioventù Nazionale una volta costituitisi in città nel 2018. Nel mezzo vi è stato un percorso di politica scolastica ed universitaria, anche con cariche elettive di rappresentanza, che però, onestamente, ritengo debbano essere parallele a qualsiasi tipo di adesione politica-partitica forte, siccome si opera in contesti scevri di forte ideologia sistemica”.
 

Cosa ti ha spinto a intraprendere questa strada in età giovane?
“Sono sempre stato appassionato di politica, forse anche perché, già da piccolo, la storia e i processi sociali che ci sono stati dietro gli stati, dietro le nazioni e dietro i popoli o dietro qualsiasi raggruppamento sociale di individui hanno destato un certo fascino in me. Inoltre, ritengo che non ci sia altro modo per far del bene alle persone se non nell’amministrare e gestire nel migliore dei modi la cosa pubblica, oltre ovviamente alle tante altre attività sociali, che però possono solo alleviare le mancanze che crea una gestione sbagliata del pubblico”.
 

Quali ritieni siano le principali sfide e problematiche che i giovani di oggi devono affrontare?
“Siamo di fronte ad una piccola tendenza inversa, rispetto agli anni precedenti, per quanto riguarda l’occupazione giovanile. Questo grazie anche alla tendenza delle P.A. di ringiovanire il proprio organico, bandendo molti concorsi per il pubblico impiego ed anche grazie ai fondi europei che incentivano non soltanto le assunzioni nell’apparato statale, ma anche ad avviare attività di qualsiasi tipo grazie anche a regimi favorevoli per giovani imprenditori. Bisogna dire chiaramente però che questo non basta, anche perché vengo da una realtà, quella del Sud, che vede sempre più giovani abbandonare le proprie famiglie e i propri luoghi di nascita pur di lavorare, creando così uno spopolamento delle aree interne e del sud più in generale. Andiamo ed andremo comunque verso notevoli difficoltà, giacché in Italia, purtroppo, la media stipendiale è un po’ al di sotto degli standard delle nazioni maggiormente sviluppate in Europa (tra cui entriamo anche noi, sia ben chiaro). Non dimentichiamoci poi che in molti luoghi della nostra Nazione i prezzi per un affitto e per vivere quotidianamente sono molto più elevati; paradossalmente un impiegato o un giovane imprenditore ha un tenore di vita notevolmente diverso in base alla propria posizione geografica (la contrapposizione è sempre fra nord e sud)”.
 

Quali sono a parer tuo dei metodi che potrebbero incrementare la partecipazione attiva dei giovani cittadini nella vita politica e sociale odierna?
“Non ho difficoltà a comprendere il distacco dei giovani dalla politica, un ambiente spesso anacronistico. Sicuramente un’attenzione più ampia rivolta ai giovani sarebbe molto d’aiuto e, per attenzione, non mi riferisco soltanto nel citarli nei vari comizi elettorali o nelle interviste, ma nel renderli partecipi e coinvolgendoli nei processi decisionali, nel dare loro ascolto, nel formarli politicamente all’interno dei partiti. La politica, come qualunque altra attività, non si impara soltanto con lo studio, ma nella pratica. Ad un ragazzo deve essere data la possibilità di formarsi in un partito o in un movimento, altrimenti è utile esclusivamente per la vetrinetta. Ogni personaggio pubblico, indifferentemente che abbia incarichi istituzionali, politici o di partito, deve sentirsi responsabile dell’educazione e della formazione politica di ogni giovane che voglia partecipare ed avvicinarsi a questa realtà”.
 

Da coordinatore provinciale di Gioventù Nazionale Benevento, quali sono state le maggiori sfide e problematiche che hai dovuto affrontare e/o stai ancora affrontando?
“La prima è proprio quella di far avvicinare i giovani alla politica. I fattori sono molti chiaramente. La provincia di Benevento, purtroppo, soffre abbastanza per lo spopolamento giovanile. Molti dei miei amici lavorano fuori, alcuni addirittura all’estero. Sicuramente è anche una questione di grandi numeri, poiché la provincia di Benevento è più piccola di altre realtà, anche a confronto di altre province campane. Vi è poi la sfiducia nei confronti dei partiti, di destra o di sinistra che siano. A volte vengono preferite aggregazioni civiche o comunque senza bandiere, ma anche questa è un’attività politica e quindi va bene lo stesso, piuttosto che nulla. Del resto, anch’io ne ho fatto o ne faccio parte attualmente proprio perché la politica si fa a 360° gradi. La seconda è quella di dare voce ai giovani. Dal Censimento permanente della popolazione campana, quella di Benevento risulta la provincia con l’età media più elevata e questo sicuramente può essere un fattore della difficoltà per un giovane di essere riconosciuto a tutti gli effetti come un interlocutore politico”.
 

Che consiglio daresti ai giovani che vogliono entrare in politica?
“Di non arrendersi mai e di seguire la propria passione. Ci sono stati e ci saranno tanti momenti difficili, dove è molto più facile abbandonare tutto e approdare nell’individualismo. Ma bisogna mantenere sempre la barra dritta e le vele spiegate, anche se con il vento a sfavore. Soprattutto è importante fare sempre e comunque tutta l’esperienza possibile e conoscere le varie realtà esistenti, perché a volte ci vuole tempo per capire quale corrente si vuole seguire”.
 

Quali progetti e ambizioni hai per il futuro a breve e lungo termine?
“Al momento lavoro ed ho come obiettivo quello, prima di diventare più anzianotto, di far crescere quanto più possibile la comunità di Gioventù Nazionale. Per il futuro, l’ambizione professionale non deve mai mancare, quindi è ancora tutto in divenire. In ambito politico, non ti nego che mi piacerebbe e sarei onorato di ricoprire qualche carica rappresentativa per curare gli interessi del mio territorio ed essere a disposizione dei miei concittadini, ma anche per questo si vedrà”.

 

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