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Pomigliano d’Arco, ordinanza del sindaco: stop agli apparecchi privi di idonei sistemi di abbattimento delle polveri sottili nei fumi

Pomigliano d’Arco, 11 Febbraio – C’è tempo fino ad aprile per mettersi in regola: panificatori, pizzerie, gastronomie, ristoranti, ma anche privati cittadini che utilizzino apparecchi a biomasse legnose (inclusi forni chiusi o aperti, foconi per le griglie, caminetti tradizionali aperti e chiusi, nonché quelli a carbone fossile e stufe o cucine, utilizzati per il riscaldamento degli ambiente interni o solo per la produzione di acqua sanitaria) devono dotarsi di idonei sistemi di abbattimento delle polveri sottili nei fumi e questi devono garantire un’efficacia di almeno l’80 per cento rispetto alle emissioni di PM10.

Il sindaco Lello Russo ha firmato l’ordinanza che arriva dopo una lunga serie di misure messe in campo da tempo e che molte altre città stanno mutuando. A Pomigliano d’Arco è installata una centralina di monitoraggio degli inquinanti atmosferici in via Passatiello, a ridosso della zona industriale, gestita dall’Arpac. Tale centralina ha registrato –  nel corso dell’anno 2017 – 115 superamenti del parametro PM10 rispetto al limite normativo. Nell’anno 2018 gli sforamenti sono stati 101. Ai sensi della normativa vigente, è ammesso il superamento del valore limite (50 microgrammi/mc) soltanto 35 volte in un anno.

Intanto, il comune di Pomigliano d’Arco, in collaborazione con l’università Federico II di Napoli, ha promosso il progetto MONAIR, uno screening di monitoraggi con diverse metodologie di analisi finalizzate alla valutazione delle condizioni di inquinamento corrente e alla individuazione delle eventuali, possibili, sorgenti di emissione. Nella casa comunale sono state installate, allo scopo, due centraline che usano diverse metodologie e l’Università ha proceduto alla caratterizzazione chimica dei filtri campionati, determinando i valori di ciascun inquinante presente nelle PM10.  La distribuzione stagionale dell’inquinamento è tale da far ritenere che, con l’inquinamento derivante dal traffico veicolare, il riscaldamento domestico a biomasse e quello prodotto da caldaie di vecchia generazione sia una delle cause principali, nonché quello prodotto dalla combustione di biomasse per attività produttive di panificazione e ristorazione.

L’amministrazione comunale aveva già messo in campo misure a tutela della qualità dell’aria e della salute dei cittadini, con l’istituzione della circolazione a targhe alterne, ma permangono condizioni tali da rendere necessari altri interventi attuabili nel medio e lungo periodo. Un primo censimento delle attività produttive di panificazione, ristorazione e caminetti e stufe ad uso privato con combustione di biomasse legnose è già stato effettuato, approvando poi la concessione di un contributo economico di 150 euro per i cittadini che ne facciano richiesta al fine di dotarsi di abbattitori di fuliggine per camini e stufe a pellet, sarà l’Asm Multiservizi a gestire l’erogazione del contributo.

Ora, stando all’ordinanza firmata dal sindaco Russo, i  titolari delle attività produttive di panificazione e ristorazione ricadenti nel territorio, devono comunicare al Comune, entro il 30 aprile 2019, le seguenti informazioni: ragione sociale, indirizzo dell’attività, descrizione della combustione di biomasse utilizzata, tipo denominazione commerciale e marca del filtro installato in attuazione del  provvedimento, efficienza del filtro installato relativa alla riduzione delle polveri sottili PM10, ditta installatrice, copia della dichiarazione di conformità fornita dall’installatore. Per chi non si mettesse in regola è prevista sanzione pecuniaria dai 25 ai 500 euro. Dopo 30 giorni di inosservanza, è prevista la chiusura dell’esercizio commerciale fin quando il titolare non avrà ottemperato alle prescrizioni richieste dall’ordinanza, ossia all’installazione di filtri adeguati per l’abbattimento di polveri sottili.

Per i privati cittadini, vige il divieto di accensione degli impianti e dei singoli apparecchi a biomassa solida (legna, cippato, pellet, carbonella) inclusi i caminetti tradizionali aperti e chiusi, nonché quelli a carbone fossile e stufe o cucine, utilizzati per il riscaldamento degli ambiente interni o solo per la produzione di acqua sanitaria. I possessori di tali impianti sono autorizzati all’utilizzo solo previa installazione di idonei sistemi, realizzati secondo le migliori tecnologie disponibili di abbattimento delle polveri nella misura di almeno l’80%. Questi ultimi devono comunicare al Comune, entro il 30 aprile 2019, di avere installato tali dispositivi, allegando la certificazione tecnica attestante il sistema di abbattimento utilizzato. Per i trasgressori, anche in questo caso una sanzione amministrativa che va dai 25 ai 500 euro e, nel caso di ulteriore inosservanza, sarà inibito l’uso degli apparecchi fino ad ottemperanza delle prescrizioni.

Per gli impianti a pellet, la qualità del materiale deve essere comprovata con certificazione della conformità, invece coloro che utilizzano impianti a combustibile liquido sono obbligati a convertirli a metano, oppure a Gpl, entro e non oltre il 31 dicembre 2020. Sanzioni anche per chi non provvede ad adeguata manutenzione dei vecchi impianti.

Saranno effettuate verifiche giornaliere sull’andamento dei parametri dell’inquinamento atmosferico per valutare ulteriori misure migliorative.

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