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Plusvalenze, Corte federale: Juventus penalizzata di 15 punti. Sanzioni solo per i dirigenti bianconeri

Napoli, 20 Gennaio – La Corte federale ha accolto l’istanza per revocazione del processo plusvalenze, presentata dalla procura Figc, e ha così riaperto un procedimento sportivo a carico della Juventus. Sanzioni solo per i dirigenti bianconeri con la squadra penalizzata con -15 punti in classifica. Prosciolti gli altri club. 

L’udienza davanti alla Corte d’appello della Figc, per l’istanza di revocazione presentata dalla procura federale guidata da Giuseppe Chinè, contro l’assoluzione di 9 club tra cui la Juventus nel procedimento sulle plusvalenze dello scorso maggio, si era chiusa verso il tardo pomeriggio di oggi. 

“La pena deve essere afflittiva, la Juventus in classifica deve finire ora dietro la Roma, fuori dalla zona delle Coppe Europee”. Così il procuratore della Figc, Giuseppe Chinè, secondo l’Ansa, ha motivato la sua richiesta di 9 punti di penalizzazione per la Juventus nella requisitoria davanti alla Corte federale per la riapertura del processo per le plusvalenze per il club  bianconero e altri 8, con le relative sanzioni. Attualmente, la Juve è terza con 37 punti, la Roma settima con 34, davanti all’Udinese a 25.

Il capo della procura federale ha sottolineato che secondo la sua accusa quelle contestate servivano a coprire le perdite; i difensori del club bianconero hanno ribattuto che le plusvalenze in oggetto, per 60 milioni, rappresentano solo il 3,6% dei ricavi. In particolare, hanno sottolineato, negli anni ai quali la procura fa riferimento la società ha chiamato 700 milioni di aumenti di capitale, su tre anni ha avuto ricavi di 1675 milioni e su un totale di 323 milioni di plusvalenze i 60 contestati da Chinè sono il 18% del totale e, appunto, il 3,6% dei ricavi.

Il procuratore ha chiesto 9 punti di penalizzazione per la Juventus alla corte della Figc chiamata a valutare la riapertura del processo sportivo per le plusvalenze, dopo la richiesta di revocazione della sentenza di archiviazione. Chinè ha inoltre richiesto l’inibizione di 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 16 mesi per Agnelli, 12 mesi per Nedved, Garimberti e Arrivabene, 10 mesi e 20 giorni per Cherubini. Per gli altri club coinvolti le richieste sono le stesse del primo procedimento. Collegati da remoto in udienza il nuovo presidente bianconero Ferrero, il ds Cherubini e l’ex ds Paratici.

Vista la gravità dei fatti contestati e l’impatto avuto dal punto di vista sportivo sui campionati, la richiesta di Chinè è di una sanzione davvero afflittiva che di fatto, tiene la Juve fuori dall’Europa. Le sanzioni per la Juve sono aumentate alla luce delle nuove carte e di quanto emerso nel processo Prisma. L’udienza  presso la Corte federale d’Appello a sezioni unite, aveva come oggetto la discussione sull’istanza di revoca della sentenza di assoluzione presentata dalla Procura della Figc relativa alla riapertura del caso plusvalenze che vede coinvolta la Juventus e altri 8 club (Sampdoria, Empoli, Genoa, Parma, Pisa, Pescara, Pro Vercelli e il vecchio Novara).

Nella vicenda sono coinvolti anche 52 dirigenti o ex dirigenti I club coinvolti sono stati già assolti prima dal Tribunale federale e poi dalla stessa Corte d’appello, ma secondo la Procura Federale ci sarebbero nuove prove, impossibili da acquisire per un organo come quello della Federcalcio, che dimostrano la colpevolezza delle società. La corte federale d’appello dovrà pronunciarsi ora sull’istanza di revoca della sentenza di assoluzione richiesta dalla procura decidendo se riaprire o meno il processo.

L’esame delle richieste della Procura della Figc è iniziato poco prima delle 13, da remoto, di fronte alla Corte federale d’appello convocata a sezioni unite. Se la Corte federale d’appello dovesse decidere di riaprire il processo, saranno analizzate subito le prove e la camera di consiglio potrebbe decidere subito o comunque nel giro di poche sedute. A quel punto il terzo grado di giudizio spetterebbe al Collegio di garanzia presso il Coni che però, come la Cassazione, potrebbe giudicare soltanto sulla legittimità di metodo, ovvero sul rispetto delle procedure, ma non sul merito.

La Juventus ha presentato una memoria difensiva per l’udienza della Corte federale d’appello in cui si parla di ricorso “inammissibile, in ragione dell’assenza, nel caso in esame, dei presupposti applicativi di tale mezzo di impugnazione straordinario”. In parole povere per la società bianconera in merito al caso plusvalenze non ci sarebbero effettive novità senza cui, come sottolineano sempre gli avvocati della Vecchia Signora, “nessuno può essere perseguito o condannato penalmente dalla giurisdizione dello stesso Stato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato a seguito di una sentenza definitiva conformemente alla legge e alla procedura penale di tale Stato”.

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