Palma Campania, 1 Ottobre – Percorsi di memoria si intitola la mostra dedicata ad Antonio De Martino, scienziato e senatore del Regno d’Italia, per ricordare i 120 anni dalla sua morte. Nella corte dello storico Palazzo De Martino, residenza privata della famiglia discendente, sono stati esposti documenti, foto e reperti dell’epoca di grande interesse. Lo scenario del maestoso Palazzo, ubicato nella parte centrale della piazza di Palma Campania, che porta il nome dell’illustre personaggio, ha consentito di accogliere gli intervenuti anche per seguire la presentazione del libro “Antonio De Martino, senatore e scienziato”, del prof. Savino Carrella, edito dalla Michelangelo 1915, che raccoglie documenti inediti riguardanti De Martino, frutto di una ricerca tra archivi e giornali dell’epoca. Sono intervenuti l’editore Dino Lauri, il dott. Placido De Martino, il prof. Gerardo Santella e l’autore, che si sono soffermati sugli eventi più importanti che hanno caratterizzato l’attività scientifica e professionale di De Martino.
L’editore Dino Lauri ha evidenziato l’importanza del patrimonio culturale di appartenenza per far sì che si costruisca il legame profondo con il passato per trasmettere alle future generazioni la ricchezza della nostra storia. E ha ricordato che un ampio volume su De Martino a cura di Giuseppe Allocca, Ivan De Giulio, Pasquale Gerardo Santella era già stato pubblicato dalla sua casa editrice venti anni fa, in occasione del centenario della morte.
Il dott. Placido De Martino sottolinea che Antonio De Martino non è stato solo figlio di Palma Campania, ma ne è stato uno dei grandi mentori, un illuminato ispiratore, una figura che ha donato alla sua Terra natìa valore e valori, e prestigio indiscutibile, e radici forti…“la sua figura è un monito per capire chi siamo e chi saremo, o desideriamo essere in futuro, lasciando una traccia che sia profonda quanto è stata profonda la nostra anima, la nostra mente, la nostra opera, perché noi siamo ciò che facciamo, secondo il nostro talento. Possiamo essere, noi tutti, radici forti di un albero che non muore mai’, ma dobbiamo possedere un forte e deferente senso di rispetto verso la storia”.
Il professore Pasquale Gerardo Santella ha relazionato sulla vita del senatore mettendone in risalto i passaggi più importanti: l’infanzia a Palma, i primi studi nel paese natìo, poi al Seminario di Nola, e a seguire, presso la Facoltà medica della Reale Università a Napoli, la laurea a 21 anni, l’insegnamento di Patologia generale, l’introduzione della pratica della narcosi eterea in chirurgia, l’assistenza al parto della regina Margherita del neonato Vittorio Emanuele. Famoso l’episodio, a Largo Carriera a Napoli, dell’attentato di Giovanni Passannante, giovane cuoco di Salvia in provincia di Potenza, al re. De Martino presta i primi soccorsi al primo ministro Cairoli e al re Umberto, che gli dona il fazzoletto di lino bianco intriso di macchie di sangue, che gli era stato avvolto attorno al braccio, ferito.
Come medico poi, De Martino ha verso la classe popolare una innata disponibilità, presta gratuitamente le sue cure e medicinali per alleviare le sofferenze dei malati; come politico è consapevole di quanto fosse importante l’istruzione per la crescita socio-culturale del popolo. Ed è “amico degli operai”, tanto che ritiene dovere fondamentale dello Stato istituire «laboratori» per dare un lavoro al popolo. Una convinzione questa che lo porta a dedicarsi anche al benessere materiale dei lavoratori e a fondare, nel 1886, una “Società Operaia di Mutuo Soccorso”, basata sull’unione, la fratellanza, la reciproca assistenza tra i suoi soci in circostanze di necessità. Da sottolineare anche il ricordo del colera del 1884, quando Napoli è vittima di una funesta epidemia, oltre 10 mila morti. Il governo nomina una commissione sanitaria, nella quale De Martino fa attuare drastiche misure igieniche e cura l’assistenza ai malati, anche a domicilio. Così conclude il suo intervento il prof. Santella: “La vita del personaggio illustre si pone su due piani diversi, definibili cronografico e eidologico : nel primo è visto in base al suo concreto decorso temporale, nel secondo assume valore universale di tipo psicologico e morale. Da una parte attratto nella sfera del divenire storico, entro cui svolge il suo ruolo pubblico e la sua attività privata, dall’altra assume la fissità di un modello esemplare etico-pedagogico per le comunità civiche a venire.”
Il professor Savino Carrella chiarisce che il lavoro espletato intorno al senatore parte da lontano, quando nel 2008 si imbatte in un libro sull’ epidemia del colera del 1854 e il professore De Martino “veniva elogiato per il suo grande impegno nell’alleviare e curare le sofferenze della popolazione”. In seguito ha trovato il necrologio che apparve sulla rivista ‘Tribuna Illustrata’ e poco dopo quello pubblicato su ‘L’Illustrazione italiana’, che richiamava anche un intervento precedente di Salvatore Di Giacomo sui vecchi illustri napoletani. “Ciò – ha detto Carrella – mi spinse a cercare questo pezzo del più famoso poeta napoletano a cavallo tra ‘800 e ‘900. Lo trovai e devo dire che il ritratto di De Martino che ne fa Di Giacomo restituisce un’immagine direi quasi commovente dell’uomo e dello scienziato”. Anche la rivista di medicina The Lancet, ancora oggi resta una delle più prestigiose nel mondo, nel 1904 diede molta importanza allo scienziato italiano
Carrella conclude il suo intervento facendo presente che “l’unico riconoscimento che è mancato al professore De Martino, e non certo per suo demerito o colpa, è l’intitolazione di un grande ospedale, sorte invece toccata a Rummo, a Cardarelli, a Cotugno. Credo che non sia mai troppo tardi e che anche questo riconoscimento si possa ancora dare all’illustre clinico”. L’autore si reputa soddisfatto di aver contribuito a dare un piccolo contributo di ulteriore prestigio al senatore: “Come fanno gli ebrei, un piccolo sasso, o se volete, accendere un piccolo lumino, come fanno i cristiani, sulla tomba del senatore De Martino, una delle figure più illustri nella storia di Palma Campania”.
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