Palma Campania, 18 Febbraio – Quest’anno, il 2021, a causa delle restrizioni dettate dalla pandemia, il Carnevale di Palma Campania si è svolto sull’onda dei ricordi. Anche l’I.S.I.S. “A. Rosmini”, non potendo realizzare il Corteo storico aragonese, che dopo tanti anni di “sospeso”, ha ritrovato lo scorso anno il suo splendore con uno spettacolo di grande successo, si è attivato per partecipare.
Gli studenti non si sono arresi e con “Radio Rosmini”, fondata quest’anno da Giovanni Simonetti, rappresentante d’istituto, in collaborazione con la D.S. prof.ssa Maria Grazia Manzo, hanno ricordato le attività carnascialesche realizzate dall’Istituto, in particolare il Corteo aragonese, argomento di importanza notevole per la storia del Carnevale palmese. Così, la settimana scorsa ad intervistare le professoresse Michela Buonagura e Maria Teresa Peluso, che insieme ad Anna D’Ursi l’anno scorso lavorarono con gli studenti per la riuscita del” Corteo Aragonese”, è stata Rossana Menna. La giovane studentessa frequenta l’ultimo anno della V B del Liceo scientifico e fa parte del Team-Interviste, il cui responsabile è Silvio Martino, dell’indirizzo classico di V A.
L’intervista alle professoresse ha messo in luce un lavoro storico di decenni, portato avanti per far conoscere agli allievi un periodo storico rilevante per la città di Palma Campania, arricchendolo di elementi fantastici, contribuendo a dare lustro al Carnevale palmese, aprendo la sfilata delle quadriglie.
L’intervista è partita con le domande alla prof.ssa Peluso.
Come nasce l’idea del Corteo aragonese?
“L’idea di istituire un corteo storico Aragonese è stata del Preside Biagio Peluso che nel 2004, anno di realizzazione del primo corteo, era Presidente dell’Ente Carnevale. Nella sua idea iniziale, il Presidente aveva in mente di istituire una serie di eventi culturali all’interno di un febbraio palmese il cui nucleo principale fosse il Carnevale, così nacque l’idea del corteo che ricorda la presenza degli Aragonesi a Palma Campania, di cui è testimonianza il palazzo Aragonese situato in via Marconi, costruito nel XV secolo per volere del re Alfonso D’Aragona dal conte Raimondo Orsini di Nola che sposò la cugina del re Eleonora D’Aragona il cui matrimonio, come sembra, fu celebrato proprio in questo palazzo. Il re amava queste terre per la loro bellezza naturale, perciò scelse questo palazzo come residenza soggiorno dove praticare le sue attività più amate, come la musica, la falconeria e la caccia con il falcone”.
Da cosa è stata dettata la scelta di legare il corteo all’I.S.I.S “A. Rosmini”?
“Il Presidente affidò la preparazione del corteo al liceo Rosmini sia perché rappresenta una finestra culturale e di formazione dei giovani aperta sul territorio, sia perché il liceo portava avanti dal 2002 già un progetto sul Carnevale , il progetto “Non solo coriandoli “, curato dalle prof.sse Peluso, Concetta e Maria Teresa, e dalla prof.ssa Michela Buonagura, una sorta di laboratorio/osservatorio sul Carnevale teso all’arricchimento della festa con varie attività, e al recupero di un patrimonio culturale e storico altrimenti perso, soprattutto della canzone d’occasione, che io amo chiamare il racconto in versi della quadriglia”.
Nella realizzazione dei costumi, quali personaggi sono stati preferiti?
“I personaggi del corteo sono quelli classici di un corteo storico del XV secolo, ovviamente il Banditore, i tamburini, gli sbandieratori che spesso, ma non sempre hanno preceduto il corteo, i paggetti con i cuscini recanti i simboli del Carnevale, ossia la bacchetta del maestro, la figura centrale della quadriglia, il tamburello, lo strumento tipico della quadriglia, la canzone d’occasione, gli araldi con il palio, dono del re alla quadriglia vincitrice (nella scena idealmente il re viene invitato dalla comunità palmese a ritornare in quelle che un tempo erano le sue amate terre ad assistere ad uno dei momenti di tripudio più importanti del paese , la festa delle quadriglie , portando in dono un palio bellissimo ricamato che viene mostrato al popolo lungo tutto il tragitto del corteo), il buffone di corte, i gendarmi, un arco di fiori che precede il re con la favorita Lucrezia D’Alagno, i rappresentanti del clero, i nobili di corte come il conte Orsini e la consorte Eleonora D’Aragona, i musici e gli uomini di cultura di cui il re amava circondarsi, infatti per questo ebbe l’appellativo di “Il Magnanimo “, come il poeta Ausias March, anche esperto falconiere del re, Antonio Beccadelli e altri dignitari di corte, i falconieri e infine il popolo. La creazione dei costumi, per un certo periodo, fu affidata ad una sartoria teatrale di Marcianise, successivamente al costumista palmese Costantino Lombardi che ha curato da diversi anni ormai l’allestimento dei costumi del corteo con relativi monili e acconciature e cooperato anche nel curare il suo impianto scenico.
Noi abbiamo lasciato questa idea al liceo, sperando che sia custodita dalla famiglia del Rosmini, coltivata come un appuntamento annuale e diventi fiore all’occhiello dei giovani e di questa istituzione scolastica. Infatti, l’anno scorso ha partecipato anche la prof.ssa Anna D’Ursi, per passare a lei il testimone, dato che sia io che la prof.ssa Buonagura siamo andate in pensione, fermo restando che ci rendiamo sempre disponibili ad offrire la nostra collaborazione, fondata su anni di esperienza”.
Passiamo adesso la parola alla prof.ssa Buonagura.
È stato bello, dopo un po’ di anni, riproporre il corteo nell’edizione del Carnevale 2020. Lei ne è stata la coordinatrice, da cosa nasce il recupero di esso?
“Il tentativo di recuperare il corteo in effetti avveniva ogni anno scolastico. Era un progetto a cui avevamo lavorato tantissimo, con ricerche storiche e linguistiche, ma non sempre si poteva realizzare, soprattutto per motivi economici. I costumi si consumano e hanno un costo considerevole. Quando sono subentrata alla prof.ssa Concetta Peluso, che mi volle nel progetto con una dichiarazione scritta agli atti della scuola quando andò in pensione, i costumi erano pochi e logori, andavano rifatti e bisognava aggiungere altri figuranti, elementi per arricchirlo. A dirla tutta, così come lo avevamo ideato non è stato mai possibile realizzarlo, sempre per mancanza di fondi. Il 2020 è stato un anno importante perché c’è stata maggiore disponibilità e abbiamo potuto arricchire il corteo con nuovi costumi, e con l’inserimento di tamburini e sbandieratori, grazie all’Ente Carnevale e al nostro dirigente amministrativo, dott. Sabato Simonetti. Inoltre, finalmente il corteo ha avuto anche la sua giusta collocazione, partendo dal Palazzo aragonese, come auspicavamo da tempo, sfilando per le strade cittadine e aprendo la sfilata delle Quadriglie con la consegna dei simboli al presidente dell’Ente, dott. Claudio Ferrara e al Primo cittadino di Palma Campania, il dott. Nello Donnarumma”.
Qual è stato il feedback dei ragazzi?
“I ragazzi che hanno partecipato erano entusiasti, orgogliosi e consapevoli della valenza storica del corteo. Ciascuno ha dato il meglio. Partecipare al corteo implica, per alcuni personaggi fondanti, anche la recitazione di una breve scena che rimandava alla presenza di Alfonso I nella nostra terra e i ragazzi, pur senza esperienza di recitazione, si sono impegnati al massimo. Direi che sicuramente si sono arricchiti di un passato che non conoscevano e che, vivendolo in prima persona, hanno stabilito con esso un rapporto empatico. Spero che si appassionino anche alla ricerca di questo passato che li conduce alle proprie radici. Appropriarsi delle radici spinge all’amore e al rispetto del territorio in cui si vive, a preservarne la memoria e a migliorarlo”.
I ragazzi conoscevano la storia che ha ispirato il Corteo aragonese?
“No, perché ogni volta i partecipanti cambiano. In genere reclutiamo ragazzi dal terzo al quinto anno e non sempre gli stessi. Per tale motivo, la realizzazione è preceduta da lezioni teoriche di storia patria e in particolare sulla storia d’amore tra Alfonso il Magnanimo e Lucrezia d’Alagno, che nel corteo viene acclamata come regina, come accadeva ai tempi, ma in realtà la vera regina, Maria di Castiglia non è mai venuta in Italia, non amava il nostro territorio ed è rimasta sempre in Spagna. Figura femminile centrale alla corte del Magnanimo fu appunto Lucrezia, la sua favorita, sempre al suo fianco nei cortei e nei tornei cavallereschi e alle feste. Quindi, non è improbabile che venisse anche nella Terra di Palma. I due amanti sognavano di sposarsi e chiesero al papa Callisto III di scioglier il matrimonio del re con Maria, ma egli si rifiutò dicendo che non voleva andare all’inferno insieme a loro. L’unica speranza era la morte della regina, ma, ahimè, morì il re prima di lei”.
Le docenti ringraziano Rossana e “Radio Rosmini”, complimentandosi per l’impegno e le importanti attività che portano avanti, orgogliose dei nostri giovani che danno lustro alla nostra bella Terra.
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