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Padova, Eletta una donna Rettrice dell’Università dove si laureò la prima donna al mondo nel 1678

Padova, 22 Giugno – Da Naturalista, che ha approfondito i sui studi postlaurea all’Università di Padova, e dopo aver festeggiato i miei due figli laurearsi a Padova, gioisco sapere che una donna è stata eletta a guidarla. Tra le più illustri donne dell’Università locale c’è, senz’altro, la nobile veneziana, Lucrezia Episcopa Cornaro, che si laureò a Padova, battendo il record mondiale. Tra i patavini uomini più illustri ricordiamo Tito Livio, che nonostante vivesse a Roma da decenni non perse mai la cadenza del vernacolo patavino come ci ricordano i suoi contemporanei famosi. Ma a Padova, più di me gioiscono molto, due donne, tra le altre, per l’elezione della prima Rettrice dell’Università locale dopo circa 800 anni di storia d’esistenza. La prima è la nuova eletta a Rettore, la Prof.ssa di Neuropsicologia, Daniela Mappelli, già Vicaria del Rettore precedente. La seconda patavina che gioisce è, invece, la seconda carica dello Stato, che così dichiara: «Esprimo le mie più vive congratulazioni alla professoressa Daniela Mapelli, prima rettrice negli 800 anni di storia dell’Universitá di Padova.

Un incarico che premia un percorso professionale d’eccellenza dal quale, oltre all’impegno e alla passione per la psicologia e le neuroscienze, traspare il desiderio di sperimentare e innovare. Caratteristiche che ben si conciliano con la storia dell’Ateneo di Padova, Università internazionale e moderna, custode di un passato prestigioso ma sempre proiettata nel futuro con l’obiettivo di anticipare gli sviluppi della nostra società». Lo dichiara la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, che è stata a lungo prof.ssa dell’Università patavina. «L’elezione di una donna, dopo un ballottaggio tutto al femminile, alla guida di una delle più prestigiose Università d’Italia e del mondo – prosegue Casellati – racchiude un messaggio chiaro per l’intero Paese: quando ad essere premiato è il merito, per le donne nessun obiettivo è precluso. L’Università di Padova, dove nel 1678 si laureò la prima donna al mondo, conferma di essere in linea con il percorso di emancipazione femminile ed è ancora una volta motivo di orgoglio nazionale» conclude la presidente del Senato. Manca, a questo punto della storia dell’ambiente culturale italiano, la inespressa gioia della seconda carica del Vaticano, che è un cardinale vicentino. Quando nel 1678 si laureò una donna all’Università di Padova, per la prima volta nell’ambiente globale, un cardinale si espresse contro a dimostrare che non sempre nella monarchia tradizionalista del Vaticano c’è attenzione all’innovazione rappresentata da una donna che sale la scala dei ceti sociali.

La Rettrice Daniela Mapelli è la prima donna ad essere eletta rettrice dell’Università di Padova e tra le poche in Italia, a differenza di Francia, Gran Bretagna, Usa, ecc… Coprirà il sessennio 2021-2027, proprio in concomitanza con gli 800 anni dell’ateneo. Mamma di due figli, Mapelli, 55 anni nata a Lecco, si è laureata ed insegna Psicologia. Si dice «affascinata» dal ramo «sperimentale» della materia. Il duello per il rettorato è stato con un’altra donna, Patrizia Marzaro, professore ordinario di Diritto amministrativo. Al termine della votazione si è proceduto allo scrutinio avvenuto con modalità telematica al quale hanno presenziato nell’Archivio Antico del Palazzo Bo il decano, Professor Francesco Baldassarri, la Commissione tecnica e i candidati. I voti di scarto sono stati 195. Il nuovo Rettore è stato eletto tra le prof.sse e i proff. ordinari di ruolo in servizio nell’Università di Padova che assicurino un numero di anni di servizio almeno pari alla durata del mandato, prima del collocamento a riposo. «Mai come ora – ha detto Mapelli -, in questi momenti, i ritratti degli uomini che hanno guidato l’Università di Padova, che accompagnano l’entrata in sala della Basilica, mi sembrano restituire vividamente le loro storie, i loro pensieri, le loro speranze. Chissà se nel momento dell’elezione erano commossi, così come sono io, o magari sentivano già forte il senso di una dolce responsabilità, quella di guidare l’Università di Padova». «Dal prossimo ottobre -ha aggiunto – finalmente potremo dire ‘uomini e donne che hanno guidato l’Università di Padovà».

L’ateneo ha 799 anni di storia, è il secondo più antico d’Europa, dopo Bologna. Vi ha insegnato Galileo Galilei e qui si è laureata la prima donna, la veneziana Elena Lucrezia Corner Piscopia, nel 1678. Padova ha bisogno di un grande gioco di squadra sul solco di quanto già avvenuto col Rettore precedente che ha garantito sei anni di mandato caratterizzati da grande visione strategica e armonia con il tessuto sociale e istituzionale della città, voglio ringraziarlo della collaborazione, della stima e dell’amicizia, il suo lavoro ha contribuito a rendere Padova più dinamica e attrattiva.

Nel rinnovare i miei migliori auguri alla Professoressa Mapelli rivolgo un saluto anche a tutta la comunità accademica, con una sicurezza che è anche un grande valore, ovvero che come sempre è stato in questi anni e in passato nella sua globalità saprà preservare quella indipendenza e libertà nell’esercizio delle scienze e dei saperi che da secoli è un vanto di Padova nonché uno dei tesori più preziosi e generativi che custodiamo gelosamente.» La città di Padova ha uno studente universitario ogni sette dei suoi quasi 210mila cittadini residenti e il numero è in aumento nonostante le quasi “gemmazioni” nelle sedi provinciali di Verona, Treviso, Vicenza, Rovigo, ecc.. Più di 200 sono le sue facoltà dove si impartiscono i saperi umanistici, scientifici e tecnici, insomma di ogni disciplina come la dicitura latina sul portone d’ingresso del cortile del XVI sec.. Il rapporto tra i padovani e la loro università è più familiare e meno distante a me pare di altre sedi di grandi università anche se una certa goliardia con canzonette da antiche osterie locali, gridate con bottiglie e bicchieri pieni di prosecco, lasciano pensare ad un’università rimasta “provincialotta”! Invece, l’Università di Padova è in fascia A ed è tra le prime in Italia anche se nella graduatoria globale non brilla come non brillano tutte le università italiane, segno evidente che la burocrazia in esse non è minima né tende a diminuire nonostante tanti proclami e programmi di ogni nuovo governo compreso questo che dovrebbe essere meno statalista e più liberale.

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L’Università di Padova, dopo la Signoria dei Carraresi del XIV sec., nel 1405 divenne della Repubblica Marinara di Venezia, che la promosse a livello massimo europeo poiché vi venivano a studiare i figli delle nobiltà di Polonia, Germania, Austria, Ungheria, e di tanti altri Paesi come i principati di Romania (nel XVII sec., Costantino Cantacuzino, studiò a Padova e poi fu grande politico e studioso di cartografia nel suo Paese e del quale ho scritto articoli su Vox Libri, rivista della Biblioteca regionale “Ovid Densusianu“ di Deva/Hunedoara). Padova ha circa 100 perle culturali d’attrazione turistica. Le più note sono la Basilica di Sant’Antonio, la Cappella degli Scrovegni, l’Università del 1222 con opere d’arte e nomi di proff. che sono illustri nel mondo, l’Orto Botanico universitario più antico del mondo, il teatro anatomico spettacolare, la cattedra di Galileo Galilei, la Basilica di Santa Giustina con le spoglie della prima donna laureata nel mondo, il battistero del Duomo, il Gattamelata davanti alla Basilica di Sant’Antonio scolpito da Donatello, Prato della Valle con le sue statue illustri di non solo nobili, il Palazzo della Ragione, la Sala dei Giganti del Livianum, nonché tante altre perle. A Padova vi è, in parallelo all’Università, un’altra antica Istituzione, religiosa, la Diocesi.

Essa è tra le più grandi ed antiche dello Stato del Vaticano e comprende oltre i 104 comuni del padovano anche quelli dell’Altopiano d’Asiago nel vicentino ed altri ancora. Da Padova partono molti missionari (uno mi è noto in Kenia dove ha diretto magistralmente la Diocesi a 170 km a nord di Nairobi, Luigi Paiaro) medici per l’Africa e molti sacerdoti missionari del mondo. Poche sanno che Padova, durante le lezioni universitarie di Galileo Galilei 1592-1610, aveva un Vescovo, che lo condivideva cioè era per il sistema eliocentrico e non per quello geocentrico ribadito dal Papa con la famosa costrizione all’abiura dello scienziato cattolico G. Galilei. Questo fatto storico, del vescovo patavino filogalileano, fu precisato nel 2006, nella “Giornata di Galileo Galilei: un italiano illustre nella scienza e nella tecnica” che promossi al liceo straniero sezione bilingue italiano-romeno “Transilvania” di Deva/Hunedoara, dove insegnavo per il Maeci.

Molti appresero di Padova che è città colta e illuminata dalla Serenissima la quale non permise, nel suo territorio, alla Curia di Roma del 1600, nessuna condanna del Tribunale dell’Inquisizione. Lo stesso prof. dell’Università Giordano Bruno finchè restò a Padova nessuno lo incriminò, idem per Galileo Galilei. Ma essendo il primo un sacrato, non un semplice laico docente, la Serenissima fu quasi costretta ad accettare la richiesta diplomatica del Vaticano, e, solo dopo a Roma il noto personaggio fu condannato al rogo. Padova gli ha dedicato una strada fuori le sue mura cinquecentesche. Dell’Università di Padova ho conosciuto non pochi docenti tra cui il mio omonimo, ma ancora di più e meglio i proff. Corrain di Antropologia, Acquaviva di Sociologia, Paccagnella d’Igiene, Lorenzoni di Botanica, ecc. La città di Padova fu appellata da W. Shakespeare, che qui scrisse “La bisbetica domata”: “bella e culla delle arti”, che insieme alla scienza, insegnata nelle aule e laboratori universitari, ha “sfornato” molti professionisti dei vari saperi.

“Dal prossimo ottobre -ha detto la nuova Rettrice- potremo dire “uomini e donne che hanno guidato l’Università di Padova”. L’ateneo ha 799 anni di storia, è il secondo più antico d’Europa, dopo Bologna. Vi ha insegnato Galileo Galilei e qui si è laureata la prima donna, la veneziana Elena Lucrezia Corner Piscopia, nel 1678. In conclusione, mi viene di auspicare e di aspettare a presto un Rettore al femminile anche in Marocco, dov’è la più antica Università del mondo nonché a Napoli, dove la “Federico II” è l’Università statale più antica d’Europa e dove la goliardia è finita da almeno 50 anni!

Giuseppe Pace

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