Nola, 20 Novembre – Sabato 18 novembre, la splendida sala del Museo Storico Archeologico di Nola ha ospitato la serata del Premio di Scrittura e Teatro d’Autore, Festival Edizione XXIII, che ha visto i premiati del 18° Premio Letterario Cultural Classic. Tantissimi i partecipanti e gli ospiti pervenuti all’evento organizzato dall’Associazione Napoli Cultural Classic di cui è presidente l’avvocato Carmine Ardolino e consigliera Katiuscia Verlingieri. Un Premio di spessore a cui collaborano in tanti, anche dietro le quinte, volontari che Ardolino ha ringraziato con enfasi a fine serata uno per uno.
Al podio per la statuetta, simbolo dell’A.N.C.C., rappresentante la libellula è stata consegnata alla scrittrice Michela Buonagura di Palma Campania, per il testo “Voglio di più”.
Sei stata docente di lettere, hai concluso la carriera scolastica con l’I.S.I.S. A. Rosmini, sempre attiva con progetti sull’universo femminile. A testimonianza del tuo attivismo hai pubblicato Conto i passi – Storie di disamore, un libro imperniato sulla violenza contro le donne. Ora hai ricevuto il premio Napoli Cultural Classic per un racconto. Come nasce la passione per la scrittura, per la quale hai già ricevuto altri premi?
“La passione per la scrittura c’è sempre stata, fin da bambina. Quando mi soffermo sui ricordi della mia fanciullezza, mi sorprendo per le mie scritture di allora, racconti, poesiole, perfino testi teatrali, senza mai essere andata a teatro, del resto. Me ne sorprendo ora, ma prima davvero non ci ho mai pensato. La scrittura nasce in modo naturale, forse è figlia dell’altra mia passione, la lettura. Sono un’avida lettrice, lo sono sempre stata. Nella casa paterna i libri non sono mai mancati e io li leggevo, leggevo tutto ciò che avevo a portata di mano. Le uniche letture proibite da nostro padre erano i romanzi rosa e i fotoromanzi. Oggi scrivo con consapevolezza, gli studi mi hanno condotta a conoscere le tecniche, a riconoscere stili. L’ispirazione estetica matura da una profonda visione della realtà, alla quale dò voce attraverso molteplici forme di scrittura, sia in versi che in prosa. È improvvisa, mi travolge, può essere suscitata da un evento drammatico, una parola, un profumo, un testo musicale, come nel caso del racconto premiato”.
Il testo Voglio di più che ti ha portato al primo Premio in assoluto per la sezione Racconto, di cosa tratta? Com’è nato e come si è sviluppato?
“Il racconto si ispira alla canzone di Pino Daniele, della quale riporta i primi due versi. È stato proprio pensando al patrimonio musicale di questo grande artista contrassegnato dai ritmi afroamericani portati dagli alleati in una Napoli devastata dalla guerra, al ben noto “Neapolitan power”, che ha preso l’avvio la storia. Il contesto è appunto il dopoguerra, con le sue brutture, le difficoltà del vivere, la fame che mordeva le viscere. Un contesto che conoscevo dalle parole di Curzio Malaparte, La pelle. Anche la figura di James Senese ha avuto la sua rilevanza. Pensavo ai bambini neri nati dagli americani, a cui le donne cedevano per bisogno, per sfamare i loro figli. Da tutto questo sentire è nato Voglio di più”.
Hai ricevuto diversi premi a vari concorsi. Sei già stata finalista per due precedenti edizioni di Concorso N.C.C, come giudichi questo Premio?
“È un premio importante. Gli organizzatori e la giuria sono persone di cultura, non respirata solo dai libri, ma interiormente vissuta attraverso le frequentazioni di artisti di spessore”.
Partecipi a diversi concorsi letterari? Cosa senti di dire a chi si avvicina a questo mondo?
“Non partecipo a molti concorsi, non li cerco, a volte ne vengo a conoscenza e magari partecipo. Credo che la partecipazione sia sempre positiva, a me inizialmente sono serviti per un riscontro, mi incuriosivano e ho ricevuto valide conferme con soddisfazione. Certo bisogna anche scegliere quelli validi, saper selezionare, ce ne sono tanti, forse troppi”.
Scrivere per te non è solo passione, porti avanti progetti. Ne hai uno imminente?
“Il mio impegno sociale non si ferma, organizzo o partecipo, invitata, ad eventi finalizzati a diffondere idee formative di una coscienza responsabile nei confronti delle donne in particolare, anche se non mancano altre attività per l’associazione Gruppo Archeologico Terra di Palma, di cui sono socia e responsabile della biblioteca Maria Maddalena Nappi. Marilena, a cui è dedicata la biblioteca, è stata un’amica carissima e una guida, con lei ho condiviso tanti progetti, devo dire che è proprio grazie a lei che sono giunta a pubblicare i miei scritti, io scrivevo tanto, ma non pubblicavo. I progetti imminenti sono due attualmente. Martedì incontrerò gli alunni dell’I.S.I.S. Nobile – Amundsen e gli alunni della scuola secondaria di primo grado B. Croce di Lauro (AV) e il 25 sarò a Trento all’istituto A. Rosmini con le classi del triennio. In entrambe le scuole incontrerò i ragazzi che hanno letto il mio libro Conto i passi – Storie di disamore, per un dibattito purtroppo sempre attuale, visti i continui femminicidi. L’ennesimo lo stiamo vivendo in questi giorni con la giovane Giulia Cecchettin”.
Sei soddisfatta del giudizio della giuria?
“Indubbiamente. La giuria ha colto l’essenza del racconto, il sostrato culturale e lo stile della mia scrittura”.
La dicitura. L’incipit del racconto è dirompente e sconvolgente per la immediatezza della fotografia di un mondo assurdo e crudele prodotto della guerra. E con puntuale verismo la narrazione prosegue, approfittando del linguaggio popolare, nel dipingere magistralmente il vissuto, i dolori, le costrizioni, perfino il raschiare il fondo della propria dignità, in nome del diritto alla sopravvivenza, alla fame e alle bombe, ma anche alle speranze di una rinascita dopo le nefandezze della guerra.
Con lodevole capacità di sintesi l’autrice riesce a far riecheggiare le sofferenze della gente inerme, e pare di leggere in una, le migliaia di storie tragiche che la guerra irrimediabilmente determina e che mai andrebbero dimenticate. Infine, dal quadro così amaramente colorato di grigi, il racconto si conclude nel profondo grido dell’animo incantato e sopraffatto, ma ancora capace di esprimere quel “Voglio di più”, che riecheggerà come costante anelito di rinascita e di pace.
Ringrazio la scrittrice Michela Buonagura per la disponibilità e le auguriamo tanti successi futuri.
Per la classifica dei premiati si rimanda al sito Cultural Classic. https://www.culturalclassic.it/2023/11/i-vincitori-del-18-premio-letterario.html
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“Sono un’insegnante e amo profondamente il mio lavoro. Due cose segnano la mia vita: Famiglia e Scuola. Credo nella bontà, nell’umiltà, nell’amore per il prossimo. Questi gli stimoli del mio impegno quotidiano affinché la vita sia veramente degna di essere vissuta. Amo leggere, viaggiare e preferisco scrivere”.