Nola, 16 settembre – Gli studenti dell’Istituto “Leone Nobile” di Nola sono scesi in piazza nella mattinata di venerdì 6 settembre per protestare contro la possibile cessione del primo piano dell’edificio di Rione Gescal al Liceo “Carducci”. L’edificio ospita attualmente sei classi e cinque laboratori tecnici dell’istituto, e la sua perdita rappresenterebbe un ulteriore colpo per la scuola, già oggetto di precedenti ridimensionamenti.
La decisione, ipotizzata dalla Città Metropolitana, segue una serie di scelte simili che, negli ultimi tre anni, hanno portato alla parziale cessione dell’edificio di Viale Garibaldi, storicamente destinato al “Leone Nobile”, prima all’Istituto “Albertini” e successivamente all’Istituto “Masullo Theti”, che ancora utilizza alcuni spazi.
La protesta, supportata da docenti, genitori e personale Ata, ha radici profonde. Già in passato, sotto la guida della compianta dirigente Palmieri e poi del dirigente Serpico, la scuola aveva fermamente contrastato tali decisioni. Attualmente, però, l’assenza per malattia del nuovo dirigente scolastico rende la situazione ancora più complessa, privando l’istituto di una guida presente e, secondo alcuni, adeguatamente informata sulle criticità che la scuola sta affrontando.
Gli studenti temono che lo spostamento delle sei classi e dei laboratori al di fuori dell’edificio di Rione Gescal comporti un ulteriore peggioramento delle già precarie condizioni dell’edificio di Via dei Mille, attualmente destinato agli indirizzi professionali. Qui, gli alunni lamentano da tempo carenze strutturali significative: laboratori inadatti, la palestra inagibile e servizi igienici malfunzionanti.
La preoccupazione non è limitata agli studenti. Anche i genitori si dicono preoccupati per il futuro formativo e professionale dei loro figli, mentre i docenti degli indirizzi tecnici e professionali temono che il trasferimento delle aule e dei laboratori possa compromettere seriamente la qualità dell’insegnamento.
In un comunicato congiunto, studenti, genitori, docenti e personale Ata hanno espresso il loro malcontento, sottolineando come l’assenza di una figura dirigenziale presente complichi ulteriormente la situazione: “Questa mortificante situazione si è verificata perché, mentre Città Metropolitana prende delle posizioni giuridiche, noi non abbiamo nessuna difesa possibile in quanto il nostro Dirigente Scolastico è in malattia e non ha intenzione di riprendere le sue funzioni. Inoltre, non ci è stato inviato nessun ispettore o altra figura che possa fare da intermediario per difendere i nostri diritti”.
Il timore principale è che questa situazione possa danneggiare non solo gli alunni, ma anche le famiglie e l’intero istituto. Gli studenti e i loro sostenitori sono pronti a proseguire le loro proteste, fino ad arrivare a forme di mobilitazione più decise, come l’occupazione degli spazi scolastici, per salvaguardare il loro diritto allo studio.
La richiesta è chiara: la Città Metropolitana dovrebbe individuare soluzioni alternative e programmare eventuali interventi strutturali nei periodi in cui le attività didattiche sono sospese, evitando di interrompere le lezioni e aggravare ulteriormente la situazione logistica dell’istituto.
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