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Nigeria, 17enne rapito: il web paga il riscatto al genitore [VIDEO]

Napoli, 16 Gennaio – Quando l’unione fa la forza nell’era del 2.0. Il web, cosi tanto criticato da alcuni, venendo definito la rovina del XX secolo, specialmente per i giovani, questa volta ha salverà  la vita ad un giovane ragazzo, evitando di rovinare la vita alla sua famiglia.

La storia arriva dalla Nigeria ed ha come protagonista un contadino di un piccolo villaggio. Lui è Saidu Faskari e ha 65 anni, gli è stato rapito il figlio 17enne e chiesto un riscatto di 100.000 naira, circa 250 dollari. Saidu smonta il tetto di casa sua vendendo mattoni e lamiere di alluminio per poter pagare il riscatto per il figlio rapito. E per il suo gesto, finito in un video (Link video https://youtu.be/ro4_sRS2hEQ) divenuto virale, riceve donazioni a profusione.

Il video è stato girato da un vicino di casa, in un villaggio dello Stato di Katsina, nel nord della Nigeria. La campagna di solidarietà, partita sui social e su internet, doveva permettere di mettere insieme la somma richiesta dai rapitori per liberare il figlio diciassettenne del contadino. In principio a essere sequestrato era stato lo stesso Saidu. Quando il figlio aveva portato ai rapitori i 50mila naira chiesti per il riscatto, nel dicembre scorso, questi avevano deciso di rilasciare il padre catturando però il ragazzo.

La storia è stata rilanciata dal Premium Times e da altri quotidiani nazionali, secondo i quali nei giorni scorsi Saidu ha chiesto di non inviare più soldi perché aveva ormai la somma necessaria. Giornalisti e donatori sperano possa presto riabbracciare il figlio.

Quello dei sequestri resta intanto un business in Nigeria, in particolare nelle regioni del nord, dove operano sia il gruppo ribelle Boko Haram sia uomini armati definiti alternativamente “banditi” o “terroristi” e coinvolti anche in rapimenti di studenti. Questo mese, la polizia ha annunciato la liberazione di 90 ostaggi abbandonati in una zona di savana nello Stato nord-occidentale di Zamfara. Tra le persone sequestrate, probabilmente con lo scopo di chiedere un riscatto collettivo, anche bambini e donne incinte.

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