Vescovo di Nola Francesco Marino
Comuni

Nel segno della Dies Domini la lettera di Pasqua del vescovo di Nola: “La Domenica è linfa per vivere la fede. E’ la catechesi per eccellenza, l’appuntamento essenziale per chi crede”

Nola, 5 Aprile – Porre il valore della Domenica al centro del programma pastorale. Questo l’invito che il vescovo di Nola, Francesco Marino, rivolge alla diocesi che guida dal 2017, con la lettera La Pasqua della settimana. La Domenica nella vita cristiana oggi, scritta come augurio per il tempo pasquale che sta per iniziare, in occasione dei venticinque anni della Lettera apostolica Dies Domini, sulla santificazione della Domenica, donata alla Chiesa da papa Giovanni Paolo II, il 31 maggio 1998.

Cinque i paragrafi in cui il successore dei santi vescovi Felice e Paolino articola l’epistola, utilizzando come filo rosso del discorso l’Inno domenicale della Liturgia delle Ore: «Auspico, pertanto, – scrive monsignor Marino – che anche attraverso queste mie semplici riflessioni, la Dies Domini sia riletta e approfondita nella sua densità teologica e pastorale. Infatti, a partire dalle radici bibliche e patristiche si rivela una grande catechesi mistagogica sul valore di quel giorno che cadenza il ritmo delle nostre settimane e ci ridona il centro della nostra fede. È per questo che San Paolo ci ricorda che “Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede” (1Cor 15, 14)».

Ricordando che la Domenica è dai cristiani considerata, da sempre, inizio e fine della settimana, e per questo definita «l’edizione settimanale della Pasqua», monsignor Marino sottolinea che, seguendo le sollecitazioni della Dies Domini, è questo il tempo in cui le comunità parrocchiali devono adoperarsi per vivere la Domenica:

  • sempre con «il carattere pasquale della festa», perché essa «segni una diversità rispetto al resto della settimana», cercando «con l’aiuto delle associazioni, dei movimenti e dei gruppi ecclesiali, strumenti e sussidi pastoralmente efficaci e teologicamente fondati perché se ne valorizzi la natura e lo scopo»;
  • come «occasione privilegiata e da individuare, salvo eccezioni motivate, per la celebrazione dei sacramenti, in particolare del Battesimo e della prima Comunione dei fanciulli, che se da un lato teologicamente ricevono luce proprio dal legame con la risurrezione di Cristo, dall’altro domesticamente mantengono anche un’opportunità bella per ritrovarsi a festeggiare tra i componenti della famiglia»;
  • come momento per lasciarsi raggiungere dalla «pace» del Signore per essere segno di un’umanità «riconciliata»: «In questo tempo, così segnato dalla guerra tra Ucraina e Russia e dai tanti conflitti dimenticati; come pure in questo contesto segnato dalla crisi ambientale ed energetica e non meno in questo frangente così condizionato da tante forme di depressione e di burnout post-covid che rende stanchi e affaticati nel cuore, abbiamo bisogno di invocare una pace che l’inno domenicale ci mostra dilatato in ogni luogo: “Pace fra cielo e terra, pace fra tutti i popoli pace nei nostri cuori”».
  • coniugando il “Pane eucaristico” «a quello che, per diversi motivi, manca sulle tavole di molte persone, in Italia e nel mondo. Così affermò Papa Francesco al termine del Congresso eucaristico di Matera: “L’Eucaristia è profezia di un mondo nuovo, è la presenza di Gesù che ci chiede di impegnarci perché accada un’effettiva conversione: conversione dall’indifferenza alla compassione, conversione dallo spreco alla condivisione, conversione dall’egoismo all’amore, conversione dall’individualismo alla fraternità”. Da qui la responsabilità dei cristiani e della Chiesa ad adoperarsi per il bene comune, inteso – ci ricorda la Dottrina Sociale della Chiesa – non come la somma di interessi individuali, ma come bene di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. In questa consapevolezza, come vescovo, in occasione della prossima tornata elettorale che interesserà molti Comuni della nostra Diocesi nel rinnovo dei sindaci e degli amministratori, incoraggio e faccio appello ad un maggior e rinnovato interesse per la “cosa pubblica”. Non è un bel segnale la scarsa partecipazione alla vita democratica del Paese, piuttosto va letto e interpretato come sintomo di un malessere che deve essere affrontato in modo organico, ripensando una formazione politica che aiuti a tessere le fila del pensiero culturale e favorendo un dialogo con la gente e le Istituzioni. È necessario ribadire i valori fondamentali dell’attenzione ai poveri, della salvaguardia del creato, della custodia paesaggistica, dell’integrazione dei migranti, della dignità del lavoro, della sussidiarietà alle famiglie. […] Il cammino sinodale che stiamo vivendo nella nostra Chiesa diocesana a partire dall’icona di Emmaus, come ho espresso nella lettera Pastorale per l’anno 2020 “Da Emmaus alle nostre parrocchie. Una traccia per ritornare in comunità”, ci sta facendo riscoprire sempre più il legame tra Eucaristia celebrata bene e carità vissuta intensamente. La celebrazione eucaristica, infatti, rappresenta il paradigma della sinodalità e concentra le dimensioni essenziali della Chiesa: il cammino dei discepoli, l’incontro con il Risorto, l’ascolto delle Scritture illuminate dal mistero pasquale, l’accoglienza del forestiero, la frazione del pane, la missione, il confronto con gli Apostoli. È alla luce di questi principi vitali che incoraggio quanti si impegneranno nella vita politica a sentire sempre la Chiesa loro compagna di cammino nella ricerca e nella promozione del “genuinamente umano” (GS, 1), senza ingerenze, tornaconti, ma accomunati dall’unica missione caritativa e inseriti in un dialogo reciproco franco e rispettoso»;
  • per ravvivare «la tensione per la dimensione trascendente dell’essere umano. Lo riaffermiamo in un tempo, il nostro, in cui stiamo perdendo il valore della persona, la quale non può essere assolutamente ridotta alla sua sola materialità biologica. Penso in questo momento alla mercificazione del corpo umano, alla perdita del valore della genitorialità, al dramma dell’aborto e dell’eutanasia come pure alla scarsa attenzione dedicata agli anziani e a quanti vivono disabilità. È in gioco la natura divina dell’esistenza umana. Nella Pasqua noi riscopriamo quel germe di eternità che Dio ci ha riconquistato a prezzo del Sangue del suo Figlio. Il mistero dell’uomo va oltre la temporaneità delle cose che passano: egli è già entrato nella vita eterna e attende la domenica senza tramonto nella quale vivrà in pienezza per sempre con il Signore e con quanti sono già nel regno eterno»;
  • per far memoria del valore «profetico» del riposo domenicale: «La domenica deve essere sempre più messa al centro e valorizzata nella prassi pastorale delle nostre parrocchie: è la catechesi per eccellenza, l’appuntamento essenziale per chi crede, che acquista concretezza nella sua connessione con quanto avviene nel mondo, restituendo senso e profondità a tutte le attività, anche caritative, che altrimenti perderebbero il loro radicamento. Ma anche per chi non crede la domenica può essere kerygma della potenza e dell’onore a Dio attraverso l’annuncio di una nuova umanità in cui agisce ormai la presenza del Signore Risorto, che invita a rileggere i fatti passando da una ripetizione ciclica e sincronica ad una ritualità sapienziale e diacronica, che fa emergere la tensione verso il compimento della storia oltre l’enigma della routine quotidiana. In questo senso si può parlare della domenica come evangelo dell’umano possibile e accessibile».

Il vescovo Marino chiude la lettera con una raccomandazione: «Non perdiamo la buona consuetudine di augurare sempre esplicitamente e consapevolmente una “Buona Domenica!”. Già pronunciando quest’espressione rendiamo il nome di un giorno della settimana, l’occasione catechetica per risvegliare nel cuore di tutti la nostalgia di Dio, Signore del tempo e di annunciare a quanti incontriamo sul nostro cammino il Signore Risorto».

Tutte le celebrazioni del Triduo pasquale presiedute dal vescovo Marino si svolgeranno presso la cattedrale di Nola. Giovedì 6 aprile alle 9:30, sarà celebrata la Santa Messa Crismale, durante la quale i presbiteri rinnoveranno le promesse fatte nel giorno dell’ordinazione e saranno consacrati gli oli santi destinati ai sacramenti, e alle 19, la Santa Messa in Coena Domini, per fare memoria dell’Ultima Cena del Signore e commemorare l’istituzione dell’Eucarestia e del Sacerdozio Ministeriale. Venerdì 7 aprile, alle 18:30, sarà invece possibile prendere parte all’azione liturgica della Passione del Signore. Sabato 8 aprile, alle 22:00, la Veglia nella Santa notte di Pasqua. Domenica 9 aprile, alle 11:30, la Santa Messa di Pasqua.

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