Ancora non ripristinate le giostrine per i bambini
Napoli, 14 Giugno – “Intorno alla metà del mese di febbraio scorso, fu annunciato, con grande enfasi, sugli organi d’informazione, che, finalmente, dopo lustri di abbandono, a seguito di una riunione svoltasi a Roma nella sede del Ministero per i beni e le attività culturali, tra il Ministro di quel dicastero e il Sindaco di Napoli, era stato stabilito un primo accordo che prevedeva lo stanziamento di due milioni di euro da impiegare per lavori di ristrutturazione al fine di garantire la riapertura di tutte le aree ancora interdette al pubblico nella villa Floridiana al Vomero – ricorda Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, fondatore e amministratore sul social network Facebook della pagina “Amici della Floridiana” che conta circa 1.700 adesioni – Ma, a distanza di quattro mesi da quell’annuncio, prendiamo atto che la situazione dell’importante polmone di verde pubblico a disposizione degli abitanti della collina è rimasta invariata, dal momento che restano chiuse al pubblico numerose aree, a seguito del paventato pericolo della caduta di alberi, né si ha alcuna notizia dell’arrivo dei fondi promessi per poter iniziare li lavori di messa in sicurezza e restituire l’intera villa alla collettività “.
“Tra l’altro – sottolinea Capodanno – ho potuto constatare che l’area dove, fino a pochi mesi, erano posizionate alcune giostrine per i tanti bambini che frequentano il parco, giostrine che all’inizio dell’anno in corso, benché l’area in questione fosse, insieme ad altre, interdetta con tanto di transenne, erano state vandalizzate e parzialmente distrutte da ignoti, non sono state ancora ripristinate “.
“Queste giostrine – ricorda Capodanno -, donate da un’associazione, dopo una lunga gestazione e dopo numerosi rinvii erano state finalmente inaugurate, con una cerimonia alla quale parteciparono tra gli altri anche rappresentanti dell’amministrazione comunale, il 29 aprile del 2017. Un dondolo, un’altalena, uno scivolo e due cavallucci furono posizionali su un’aiuola posta proprio nei pressi del boschetto delle camelie e vicina all’ingresso di via Cimarosa “.
“Già all’atto dell’inaugurazione sorsero alcune polemiche al riguardo – prosegue Capodanno -, sia per l’esiguità dei pochi attrezzi ludici a disposizione delle centinaia di bambini accompagnati, frequentanti quotidianamente il parco, sia per il posizionamento degli stessi dal momento che le giostrine erano fissate al suolo senza che, ad eccezione del solo spazio sottostante l’altalena, venissero posizionati sul terreno, in un’area peraltro priva del manto erboso, degli idonei tappeti che non solo potessero proteggere i bambini in caso di eventuali cadute ma che impedissero agli stessi di sporcarsi a contatto diretto del terreno e della polvere “.
“Nell’episodio vandalico, registratosi all’inizio di quest’anno a opera di ignoti – puntualizza Capodanno -, alcune di queste giostrine , in particolare l’altalena e il dondolo erano state danneggiate e rese inservibili. Si sperava che, con la riapertura della zona in questione, esse sarebbero state ripristinate, provvedendo anche a rendere l’area in questione più sicura, eliminando i problemi già evidenziati all’atto dell’inaugurazione. Invece niente. Allo stato dunque, a disposizione dei tanti bambini, sono rimasti solo lo scivolo e i due cavallucci “.
Capodanno al riguardo lancia un appello oltre che alle istituzioni, MIBAC, regione Campania e Comune di Napoli compresi, anche alle associazioni, ai comitati e ai cittadini affinché non solo, in tempi rapidi, possano essere ripristinate le giostrine vandalizzate, con una sistemazione ottimale, ma si possa anche procedere, a incrementare gli spazi da destinare ai visitatori e, in particolare, alle attività ludiche dei bambini, utilizzando anche altre aree all’aperto, comprese quelle ancora da ripristinare con i due milioni di euro del finanziamento previsto dal MIBAC, con l’auspicio che tali fondi siano disponibili in tempi rapidi, ma pure alcune unità immobiliari che si trovano all’interno del parco e che un tempo erano destinate alla servitù dei reali, abitazioni che attualmente dovrebbero essere libere da persone e cose.
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