Comuni

Napoli, via Scarlatti: nella notte si apre l’ennesima voragine

Un territorio con un sottosuolo fragile che andava da tempo monitorato

Chiesta l’apertura di un’indagine da parte della Procura della Repubblica

 

 

Napoli, 25 Marzo – “Tanto tuonò che piovve – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, fondatore sul social  network Facebook del gruppo: “Buche partenopee, vedi Napoli e poi…cadi”, con oltre 2.700 iscritti, che da anni segnala la fragilità del sottosuolo della collina vomerese -. La voragine di circa tre metri di profondità che si è aperta stanotte nell’isola pedonale di via Scarlatti nel quartiere partenopeo del vomero, all’altezza del civico 141, era un evento facilmente prevedibile e previsto. Purtroppo nonostante le numerose segnalazioni di cedimenti e avvallamenti che hanno causato anche cadute di numerosi passanti gli uffici comunali competenti non sono mai intervenuti se non con superficiali quanto inefficaci rappezzi”.

“Da considerare altresì – sottolinea Capodanno – che questo tratto di via Scarlatti non ha proprio nulla di pedonale dal momento che i varchi sono sempre aperti e che gli autoveicoli possono circolare e sostare tranquillamente a tutte le ore del giorno e della notte anche per la mancanza dei necessari controlli. Di notte poi circolano i mezzi pesanti adibiti allo scarico delle merci ma anche quelli dei servizi comunali. All’atto della realizzazione dell’isola pedonale, avvenuta nel lontano 1999, oltre un quarto di secolo addietro, si sarebbe dovuto predisporre una corsia per i mezzi autorizzati, cosa che non fu effettuata, con le conseguenze oggi che sono sotto gli occhi di tutti. il tratto stradale è ridotto a un vero e proprio percorso da Camel Trophy”.

“Intanto – puntualizza – in un territorio che manifesta da lustri una notevole fragilità del sottosuolo c’è chi pensa di poter continuare a scavare per realizzare parcheggi interrati, come quello, alla ribalta delle cronache in questi giorni, di quattro piani in piazzetta Durante, a poche centinaia di metri dal luogo dove oggi si è aperta l’ennesima voragine”.

“Quando nel febbraio dell’anno scorso si aprì una voragine in via Morghen che solo per miracolo non comportò la perdita di vite umane – ricorda Capodanno – si parlò dell’acquisto e dell’utilizzo di apparecchiature in grado di effettuare il monitoraggio di tutte le strade del quartiere collinare attraverso metodologie rapide e non invasive, come il georadar, che, nel sottoporre a una vera e propria radiografia il sottosuolo, a partire dalle zone dove, per la presenza di manifestazioni in superficie, come gli avvallamenti, si potrebbe ipotizzare un dissesto in atto,  consente d’individuare eventuali rotture delle condotte idriche e fognarie presenti. Un tecnica già adottata altrove, per indagini sul sottosuolo, con ottimi risultati, peraltro con costi contenuti”.

“Volendo fare un analogia – prosegue -, condotte idriche e fognarie possono essere considerate come le arterie e le vene del corpo umano, la cui rottura, a seconda delle dimensioni e della localizzazione, può comportare effetti anche letali. Un’altra importante attività da mettere in campo parallelamente al fine di evitare che possano ripetersi situazioni come quelle manifestatesi da tempo al Vomero, è quella di dotare il sistema delle condotte che attraversano il sottosuolo della strumentazione necessaria per effettuare un monitoraggio continuo, con l’utilizzo di moderne tecnologie che consentano il controllo da remoto delle reti, in modo da poter intervenire tempestivamente, nel caso che si manifestino delle perdite. Ma purtroppo, a distanza di oltre un anno l’amministrazione comunale partenopea non è mai passata dalle parole a fatti concreti, acquistando le apparecchiature ed effettuando il monitoraggio”.

“È auspicabile – conclude Capodanno -, attesa la totale assenza d’interventi concreti tesi ad eliminare se non ad arginare il fenomeno datato, con notevoli disagi dei residenti ma anche con evidenti pericoli per la sicurezza pubblica, che la Procura della Repubblica apra un’indagine tesa a individuare eventuali responsabilità per il susseguirsi di fenomeni che solo, per fortuna, non hanno comportato conseguenze ben più gravi e  per scongiurare i quali non sono mai state attivate le necessarie quanto indispensabile attività preventive”.

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