Napoli, 18 Dicembre – Una centrale di IPTV illegale, che trasmetteva sul web e sui social network palinsesti, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento delle principali piattaforme di streaming, è stata smantellata a Napoli. L’operazione è stata condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza partenopea in collaborazione con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Silvio Pavia e dal procuratore aggiunto Alessandro Milita della terza sezione della Procura di Napoli (criminalità economica), hanno portato alla luce un sistema di pirateria digitale organizzato da un promotore che aveva anche messo in piedi una chat per la vendita di contenuti pedopornografici, sempre a pagamento.
In soli quattro anni, facendo pagare agli utenti un abbonamento di 10 euro al mese o 80 euro per un anno, il promotore dell’organizzazione è riuscito a incassare oltre 850mila euro. Le forze dell’ordine hanno individuato 6mila utenti privati che avevano usufruito del servizio illegale. Per loro sono previste sanzioni amministrative comprese tra i 150 e i 5mila euro. Tra questi, 2mila utenti avevano effettuato pagamenti in criptovaluta, versando il denaro su 64 wallet digitali che sono stati ora bloccati.
Tre persone sono state raggiunte da misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari Maria Luisa Miranda. Il promotore dell’associazione a delinquere è stato arrestato e condotto in carcere, mentre per due complici è stato disposto l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.
Durante le perquisizioni, nella casa del capo dell’organizzazione, sono stati rinvenuti circa 1.600 contenuti pedopornografici, commercializzati a pagamento tramite WhatsApp.
L’operazione ha messo fine a un’attività illecita di ampia portata, che aveva raggiunto un giro d’affari internazionale grazie a transazioni effettuate su conti bancari italiani ed esteri, oltre che attraverso pagamenti in criptovaluta.
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