Napoli, 28 Giugno – Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha consegnato a Roselena Glielmo, vedova del sociologo Amato Lamberti, la medaglia della città e una pergamena nel decennale della sua scomparsa. La cerimonia si è svolta oggi in occasione della Nona edizione del Premio nazionale ‘Amato Lamberti’. Le tre borse di studio sono state assegnate a Stefania Di Buccio, Università degli studi di Milano, Dottorato in Studi sulla criminalità organizzata, a Marco Antonelli, Università degli studi di Pisa, Dottorato in Scienze politiche e per il riconoscimento laurea magistrale, a Giulia Panepinto, Università degli studi di Torino.
La cerimonia si è svolta nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo alla presenza del sindaco Gaetano Manfredi, al presidente del premio Nino Daniele e al presidente dell’associazione Roselena Glielmo. Sono stati in tanti a ricordare i volti di Amato Lamberti : Accademico, intellettuale, politico e amministratore. Nino Daniele, presidente del Premio Nazionale Amato Lamberti: “Oggi sono 10 anni dalla scomparsa di Amato Lamberti, uno studioso, un politico, un amministratore che aveva dentro se una ‘religione civile’ e prima di tutti ha visto nell’ambiente, un terreno dove le mafie avrebbero potuto infiltrarsi. Amato Lamberti aveva una sorta di pessimismo della ragione e lui era un pessimista ma combattivo”. Giuseppe Acocella, rettore università telematica Giustino Fortunato e amico del sociologo “Il terremoto è stato per me e per lui un momento significativo. Parlavamo degli effetti che il sisma avrebbe provocato a livello sociale, economico, politico. Da lì cominciammo a ragionare sul tema della camorra. Amato si interessava della camorra a livello civile.
Ben presto ne studiò in modo nuovo e rivoluzionario i meccanismi. Il suo era un contributo di conoscenza perché riteneva che conoscere il fenomeno della camorra fosse il metodo migliore per contrastarla. Lamberti dev’essere ricordato anche come il maestro di Giancarlo Siani. È mancato nel meglio della sua attività intellettuale. Amato Lamberti era una personalità straordinariamente generosa. Il premio che porta il suo nome serve per la memoria e soprattutto per alimentare la passione nello studio”.
Rosaria Capacchione, giornalista e scrittrice ha ricordato: “Amato Lamberti è stato un punto di riferimento per tutti specialmente per chi, come me, si occupava della camorra casertana che non era una criminalità di campagna ma aveva fatto un importante salto di qualità. E Lamberti è stato uno dei pochi che l’aveva capito. Stava avvenendo la trasformazione della camorra rurale in una camorra che si muoveva su binari diversi, industriali. Lamberti era un riferimento intellettuale importante, avevi la possibilità di ascoltare un’analisi e avere una visione più ampia. L’avere accanto uno del suo spessore era anche un modo per sentirsi tutelato nell’esercizio del proprio mestiere”.
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, invece ha sottolineato: “Ricordare Amato Lamberti è ricordare un uomo complesso. È stato un esponente politico, un amministratore ma anche un grande innovatore. Il suo è stato un lavoro rivoluzionario se inquadrato nel contesto temporale in cui ha agito. Ha introdotto il tema delle mafie, delle mafie e la società, delle mafie e il territorio. A parte il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura occorre studiare scientificamente il fenomeno e la sua evoluzione. La criminalità è sempre un po’ più avanti, basti pensare ai nuovi strumenti di riciclaggio, strumenti economici e finanziari e quindi occorre l’aggiornamento degli strumenti per studiarla, capirla e così combatterla. Se solo pensiamo alla zona grigia e quanto sia importante su questo fronte formare classi dirigenti e delle professioni. Il premio porta avanti l’eredità dello studioso Lamberti e ne custodisce la memoria e questo però significa anche diffondere un’impronta formativa, educativa e studiare l’evoluzione dei sistemi criminali. Se Napoli è epicentro di azioni criminali e anche giusto dire però che Napoli è epicentro di contrasto e studio delle mafie e questo aspetto lo dobbiamo rivendicare”.
Emozionante il ricordo di Antonio Bassolino che volle Amato Lamberti nella sua prima giunta al Comune di Napoli come assessore alla Normalità e poi lo spinse a candidarsi alla presidenza della Provincia di Napoli. “Tengo assieme in questa giornata particolare il Consiglio comunale che vota il primo bilancio della nuova giunta, l’addio a Raffaele La Capria e il ricordo di Amato Lamberti nei dieci anni della scomparsa. Il modo più giusto per ricordarlo proprio in questa Sala Giunta di Palazzo San Giacomo dove come assessore ha speso una parte importante della sua vita. Amato è stato prima politico e poi amministratore ma soprattutto un grande intellettuale. Il politico deve riflettere sulla realtà per cambiarla per entrarci dentro. Lui è stata una persona che ci ha aiutato a capire il mutamento della camorra che era rappresentata ancora in una forma folcloristica. La camorra non era più quella di un tempo e per nulla un corpo estraneo alla società e neppure un tumore ma una metastasi. Basta ricordare il salto di qualità con una data spartiacque: il 23 novembre del 1980″.
Toccante la testimonianza di Pino Imperatore collaboratore e amico di Amato Lamberti. E un riconoscimento speciale è stato consegnato da Aldo De Chiara, già avvocato generale della Corte di Appello di Salerno ad Annamaria Torre per ricordare Lucia De Palma Torre, moglie del sindaco di Pagani, Marcello Torre, ucciso dalla camorra perché si opponeva al sistema degli appalti del dopo terremoto. Ringraziamenti, infine, ai mecenati che hanno offerto le borse di studio: Museo del vero e del Falso diretto dal presidente Luigi Giamundo e rappresentato da Fausto Zuccarelli, già procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, da Epm srl di Carmine Esposito, da Tecno di Giovanni Lombardi e dal Rotary Club Napoli Posillipo presieduto da Ada Quirino. Un plauso, inoltre, per il sostegno dello storico Gran Caffè Gambrinus con Arturo e Antonio Sergio. Il prossimo appuntamento è per l’11 luglio al Pan dove verrà presentato il libro “Amato Lamberti e Giancarlo Siani – Storia di passioni civili e lotta alle camorre”, testo curato da Nino Daniele ed edito dalla casa editrice IOD.
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