Napoli, 5 Aprile – Di nuovo sul palco, dopo sessant’anni dal suo esordio, Rugantino rivive per la gioia del pubblico al Teatro Augusteo di Napoli dove sarà in scena fino al 10 aprile. L’ allestimento fedele all’originale dei mitici Garinei & Giovannini, con le indimenticabili musiche del Maestro Armando Trovajoli, i bellissimi costumi e le scene di Giulio Coltellacci, delle scenografie rotanti che consentono lo sviluppo narrativo continuo e la supervisione di Massimo Romeo Piparo. Rugantino, nel ruolo della storica maschera romana, è interpretato da Michele La Ginestra che lo calza in modo impeccabile.
Rugantino è l’eterno chiacchierone e sbruffone dall’animo nobile e dalla impareggiabile simpatia che vive nella Roma popolana, fatta di povertà e di espedienti, e a cui provvede alle sue necessità la ‘sorella’ acquisita Eusebia, una dolcissima Edy Angelillo, materna e protettiva, sua ex amante, che non si tira indietro nemmeno di fronte alla richiesta del ‘fratello’ di concedersi con l’inganno a un uomo buono, che possa mantenerli, l’oste Masto Titta abbandonato dalla moglie che arrotonda le entrate facendo il boia per lo Stato Pontificio, interpretato per la prima volta da Massimo Wertmuller, e bravissimo per la sua costruzione personale e romantica che ha regalato 
al personaggio. Al trio Rugantino, Mastro Titta, Eusebia si aggiunge Rosetta (Serena Autieri) che per la seconda volta torna a vestire i panni della bella popolana che ruba il cuore a Rugantino.
La prima, quattro anni fa, accanto a Enrico Montesano, la seconda, ora con Michele La Ginestra, bellissima e bravissima, elegante e di forte impatto. È una Rosetta giovane, spigliata, volitiva, come il personaggio impone, con delle qualità canore eccezionali, che da vita a una creatura che cattura l’attenzione ogni volta che appare in scena. Lo spettacolo spesso in sold-out nelle passate stagioni si conferma con il suo grande cast nutrito da 20 attori e 20 ballerini, con un grande affiatamento compatto e preparato. La storia Rugantino, a seguito di una scommessa, comincia a corteggiare la bella Rosetta moglie di Gnecco, soggetto violento e irascibile.
Ma poi lui se ne innamora e non riesce a tenere per se la sua avventura. Poi quando il marito viene ucciso, Rugantino si incolpa dell’omicidio dicendo che lo ha fatto per amore di Rosetta, e l’episodio gli permette di riconquistare il suo amore e, finalmente, di sentirsi uomo e un eroe agli occhi della donna che ama. Piuttosto che raccontare la verità e perdere la dignità acquisita, sceglierà di morire sotto la lama della ghigliottina, manovrata a malincuore da Mastro Titta, pur di riscattare la sua pavida vita e deludere nuovamente Rosetta. Rugantino è uno spettacolo fantastico che merita di essere visto oggi, domani e sempre.
I punti di forza attuali, a parte il cast eccezionale di cui ho parlato precedentemente, sono gli storici costumi e le scenografie assieme alle coloratissime e movimentate coreografie nonché le indimenticabili canzoni e il trionfo di applausi e risate con la battuta conclusiva di Massimo Wertmulle nella parte del boia Mastro Titta: «A Ruganti’… ‘na botta e via!» e si cala il sipario con il trionfo di applausi e risate. Di riapre il sipario e gli attori protagonisti Serena Autieri, Michele La Ginestra, con il cast completo di attori e ballerini , intonano con tutto il pubblico “Roma nun fa’ la stupida stasera” un’ ulteriore testimonianza di quanto questo capolavoro senza tempo del teatro musicale italiano continui ad essere apprezzato.
Dora Chiariello
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