Napoli 24 Gennaio – il diniego da parte di Haftar di firmare l’accordo creato dalle grandi nazioni del mondo, suscita seguenti riflessioni e preoccupazioni sul destino della Libia e il sicuro effetto domino.
A Mosca hanno avuto un importante ruolo anche la Francia e l’Italia coi loro rappresentanti. Infatti questi due paesi hanno lo zampino in Libia. Infatti non è un mistero che Haftar abbia fatto visita a Conte nei mesi scorsi facendo infuriare Serraj. Mentre la Francia d’altro lato, dallo scorso 2019 pare sia presente con agenti sul campo e della loro intelligence in Libia per creare unione tra le forze di Haftar. Anche l’Italia e la Francia hanno avuti scontro a riguardo durante il governo Gentiloni, per visioni differenti di affrontare la crisi il Libia.
Dopo la caduta di Gheddafi, l’ormai lontano 2011, dove venne anche assassinato a Sirte, la Libia affronta ancora oggi la crisi di vuoto di potere. Questa ha portato ad armare vari gruppi del paese, frammentati, di diverse vedute politiche e credenze religiose. Il governo legittimato dalle nazioni unite è quello di Tripoli, dove il governo di accordo nazionale (GNA) è messo in discussione dall’unione di forze che riconducono ad Haftar che fa base a Bengasi (altra città Libica). Tripoli in questi mesi è stata messa d’assedio. Lo zampino in questo caso lo hanno messo tanti stati interessati alla Libia. Tra questi c’è chi vuole prendersi ciò che offre il mercato di questa con particolare attenzione ai dazi, altri invece cercano di tenere forti i rapporti commerciali che hanno già stipulati. Non è un caso che Emirati Arabi, Egitto, Russia, Turchia, Qatar e Arabia Saudita e altri paesi occidentali abbiano contribuito agli armamenti, le risorse e gli uomini alle due parti.
Durante il meeting a Mosca non a caso i garanti delle due parti sono entrati in gioco. Erdogan ha garantito per Tripoli e Putin per Bengasi. E questo particolare ruolo è stato uno dei motivi per cui il signore della Cirenaica ha stracciato la bozza d’accordo ed è andato via col suo areo personale in tarda notte dalla capitale Russa. Così i punti importanti che interessavano il cessate il fuoco, il terrorismo internazionale e l’immigrazione clandestina verso altri paesi sono rimasti al di fuori degli accordi, come il resto dei 7 che sono stati proposti. Russia e Turchia, che hanno messo gli occhi sulla Libia e poi sono stati garanti delle due parti hanno chiaramente un ruolo di responsabilità. Quest’ultima era racchiusa, nello stesso momento, sugli interessi e sull’intromissione in guerre intestine. Sancire un cessate il fuoco quando gli è stata sparsa benzina per mesi, è la contraddizione.
Risoluzione non è stata, ma la spartizione delle forze nelle territorio sarà ago della bilancia per la spartizione dei futuri accordi?
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Laureato in filosofia presso la Federico II di Napoli con tesi sul rapporto tra società e politica in Italia. Appassionato di storia e letteratura italiana ed europea.