Marigliano, 18 Novembre – Casale Manzi di Pontecitra: occhio ai ritrovamenti. Sono venuti già alla luce due capitelli antichi. È bastato solo pulire e decespugliare per tuffarsi nel lontano passato, scoprendo pezzi della storia di Marigliano. Dopo il diserbo della vegetazione infestante, nel cantiere del Casale Manzi a Pontecitra tornano alla luce due capitelli medievali in pietra. Smontati, interrati, riutilizzati come paracarri.
Due pietre anonime per un occhio poco esperto. Capitelli del 200 per i veri addetti ai lavori. Ma da dove vengono? Sono forse capitelli dell’antica chiesa di Santa Maria di Pontecitra? O reperti provenienti da qualche altro contesto medievale? Il docente universitario di topografia dell’Italia antica, Pierfrancesco Rescio, che per primo ha riconosciuto i preziosi reperti invoca controlli preventivi per salvare il patrimonio archeologico della zona: “Intervenga la Soprintendenza e i preziosi reperti siano messi in sicurezza”. In realtà, una preventiva verifica archeologica del Casale Manzi serviva già prima della cantierizzazione, come prevede peraltro la normativa (Art. 28, comma 4 del D.Lgs. 42/2004 e ss.mm.ii., Codice dei beni culturali e del paesaggio). È stata fatta? Hanno rispettato la legge dello Stato? Cosa dicono le indagini geologiche e archeologiche preliminari?
Il Comune e la Direzione Lavori hanno avvisato la Soprintendenza? Un fiume di denari pubblici. 3.905.494 euro. A tanto ammonta il finanziamento PNRR per il restauro dell’antico Casale di proprietà comunale, proprio di fronte all’antico santuario mariano di Pontecitra documentato già nel XIII secolo. Un cantiere milionario, una pioggia di incarichi professionali e tecnici (molto ben pagati!) e vuoi vedere che hanno dimenticato proprio la figura dell’archeologo che deve assistere, supervisionare, dirigere e coordinare i lavori affinché non siano distrutti o danneggiati reperti dello storico complesso?
Anita Capasso
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