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Marigliano, Palazzo Nicotera: al centro dell’eredità un patrimonio di milioni sparito nel nulla

Marigliano, 7 Gennaio – Tutti a parlare del casato Nicotera. Ma chi rispetta le volontà del lascito testamentario? Chi ha a casa i suoi beni tra cui quadri e arredi perchè non li restituisce? A che titolo li detiene? Com’è venuto in possesso? Luigi Nicotera, ultimo rampollo della facoltosa famiglia, nel 1948 donò tutti i propri averi in soldi e patrimonio immobiliare alla chiesa di Marigliano e all’intera collettività. Morto senza eredi diretti, aveva lasciato il palazzo di famiglia di via Collegiata all’Insigne chiesa Santa Maria delle Grazie per farlo adibire a centro studi per i seminaristi poveri.

Nessuna della sue volontà è stata rispettata; il palazzo cade a pezzi, orfano di fondi per il recupero e la fruizione. Il tutto in un centro storico altrettanto dimenticato e che non è mai finito al centro di un piano di valorizzazione. Nicotera nel suo testamento aveva chiesto che nel giorno dei defunti la sua cappella fosse aperta e che fossero accesi dei lumini in suffragio suo e dei suoi familiari e faceva divieto più assoluto di deporre nei nicchiari o nei loculi i resti mortali di qualsiasi altra persona e per qualsiasi motivo. Solo alla sua zia materna, già novantenne Assunta Barone, concedeva in deroga di essere seppellita all’interno della cappella di famiglia.

Inoltre chiedeva che la rendita di 5 mila lire maturata annualmente sulla sua donazione venisse utilizzata per curare la manutenzione della cappella. Aveva devoluto in beneficenza, infatti, un patrimonio che oggi sarebbe stato stimato intorno ai 50 milioni di euro tra beni mobili e immobili. Alla Collegiata vennero assegnati terreni, il casale di campagna, l’antica farmacia di famiglia, polizze del Banco di Napoli, libretti di risparmio presso lo stesso Banco di Napoli, presso la Cassa di risparmio postale, certificati di rendita, buoni postali, libretti di deposito presso altre banche.

La sua era una famiglia di imprenditori che si erano lanciati nel settore delle distillerie ed erano anche collezionisti di opere d’arte. E’ mai possibile che dopo aver fatto tanto bene nessuna delle sue volontà sia stata rispettata? Aveva lasciato soldi e rendite in quantità. La città reclama delle risposte e chiede che venga fatta chiarezza e che soprattutto sia restituito alla memoria dei Nicotera ciò che gli è stato ingiustamente sottratto, il diritto al casato.

Anita Capasso

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