Marigliano, 10 Aprile – Che obbrobrio il progetto della nuova villa comunale. Il cantiere dell’insensata modifica di Piazza Roma a Marigliano o, come si chiamava prima dell’avvento del Fascismo, Piazza XX Settembre in onore della breccia di Porta Pia, è ormai prossimo all’apertura. E’ stata affissa già la tabella d’ inizio dei lavori che vi mostriamo. Un anno di lavoro. Il progetto è stato praticamente blindato, calato dall’alto sulla testa dei cittadini, senza un minimo di coinvolgimento democratico nelle scelte politiche e tecniche, senza alcun dibattito, senza nessuna partecipazione. Dalla restituzione grafica, però, emergono altri inediti particolari che farebbero cadere dalla sedia la povera Maria Montessori.
Tutte le aree gioco per i più piccoli, infatti, saranno recintate da paletti cilindrici in acciaio, obbligandoli ad una socializzazione forzata, senza rispetto delle diversità dei
bambini e dei loro tempi. Un intervento architettonico pedagogicamente sbagliato. Quei recinti non faranno altro che separare, segregare e isolare identificando i bambini come individui al di fuori della comunità, da proteggere a spese della loro libertà di crescere. Non temete però. Mentre i piccoli di Marigliano saranno chiusi in recinti metallici come in uno zoo, sulle nuove panchine-bara in cemento eleganti donne giapponesi (è notissima a Marigliano la comunità giapponese) potranno sorseggiare le loro tazze di tè.
Lo confessiamo, sarà un nostro limite ma io delle eteree signore giapponesi che degustano il tè nella nuova “villa” di Marigliano proprio non riusciamo a immaginarle. Fioccano le critiche. Il professore di tipografia antica Pierfrancesco Rescio è duro nelle osservazioni: “Fra poco vi farete costruire anche nelle orecchie”. Lo storico dell’ arte Luigi Monda: “Un pezzo di storia che viene cancellata e anche di valore artistico e antropologico della città. Continuate a votarli per generazioni e nepotismo: figli dei figli … E i cittadini tacciano? Dove sta più il popolo che scese in piazza per ”la rivolta delle patate?”.
Lo storico Giovanni Villano nel suo appassionato intervento: “Perchè spendere quasi un milione di euro e non coinvolgere la comunità nelle scelte politiche e tecniche che vanno a trasformare il cuore reale e ideale della città? Perchè non pianificare con i bambini di Marigliano, a cui la piazza veniva donata per esplicito desiderio dell’ultimo duca Mastrilli? Perchè calare tutto dall’alto e silenziare ogni pensiero critico? Perchè considerare i mariglianesi dei consumatori passivi e decerebrati a cui piazzare un prodotto commerciale?”. E la Soprintendenza che in altri tempi avrebbe salvaguardato il contesto urbano che interessa il castello ducale e il palazzo scolastico di stile Umbertino non si fa sentire in merito. Povera storia…povero paesaggio costruito…povere pietre di antica memoria…siete da rottamare e allo sbando.
Anita Capasso
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