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“Lunga Marcia 5b”: il razzo cinese risparmia l’Italia: la caduta nell’Oceano Indiano vicino le Maldive

Napoli, 9 Maggio – Non bastava il Coronavirus per chiudere in casa tante persone timorose di contagiarsi, doveva capitare anche il razzo cineseLunga Marcia 5b ad aumentare la tensione che dilaga in modo inesorabile in questo periodo pandemico. Ebbene, dal giorno 7 al giorno 9 maggio si sono succedute diverse proiezioni del possibile impatto sulla Terra di una porzione del lanciatore spaziale, partito il 27 aprile 2021 dal Taiyuan Satellite Launch Center nella provincia dello Shanxi nel nord della Cina.

In un primo momento il Dipartimento della Protezione Civile Italiana, con il suo Responsabile Fabrizio Curcio, aveva riunito il Comitato Operativo per un’analisi degli ipotetici scenari dovuti al rientro incontrollato in atmosfera del suddetto lanciatore spaziale, in modo da poter condividere tutte le informazioni con le strutture operative ed i territori potenzialmente coinvolti. La previsione iniziale di rientro era prevista per la mattinata di oggi con l’interessamento di 10 regioni del centro-sud, ovvero Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Il tavolo tecnico, era dunque composto dall’Agenzia Spaziale Italiana, da un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, dai rappresentati del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, della Difesa – Coi, dell’Aeronautica Militare – Isoc e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione Speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni.  Nella nota del 7 maggio era evidenziato che sulla scorta delle informazioni rese disponibili dalla comunità scientifica, era possibile fornire alcune indicazioni utili alla popolazione affinché potesse adottare responsabilmente comportamenti di auto protezione:

  • è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
  • i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
  • all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
  • è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto;
  • alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all’impatto. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.

Per quanto concerne il comunicato stampa del giorno 08.05.2021, era evidenziato che durante il nuovo incontro del tavolo tecnico, si era ridotta la finestra di incertezza relativa al rientro incontrollato in atmosfera del lanciatore spaziale cinese. Le tre traiettorie che potevano interessare alcuni settori di dieci regioni centro-meridionali italiane si collocavano tra l’01:00 di notte e le 07:30 del mattino ora italiana.

Nell’ultimo comunicato del Dipartimento della Protezione Civile del 09.05.2021 delle ore 04.30, in base ai dati forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana, il rientro incontrollato del secondo stadio del razzo cinese non ha interessato il territorio nazionale attraverso la caduta di uno o più frammenti del detrito spaziale. Il Capo Dipartimento ha dichiarato concluse le attività operative. Sembrerebbe che il secondo stadio del razzo Lunga Marcia 5B abbia “salutato” l’Italia, sorvolando la Sardegna e la Calabria per poi rientrare in una zona dell’Oceano Indiano, in un’area vicino alle Maldive.

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