Omaggio a Vito Marino, Sindaco di Casavatore
Napoli, 12 Dicembre – Nell’epoca attuale sono pochissime le persone in grado di comprendere appieno il significato del termine “politica”, il quale condivide la radice con un’altra parola da cui trae origine il suffisso Italiano “-poli“: il lemma in questione, come taluno ha ictu oculi intuito, è “pòlis“, che designava tanto la “città-stato” quanto il modello strutturale tipico dell’antica Grecia, dall’età arcaica a quella ellenistica.
Non va trascurato, poi, che “politiké” nasce come aggettivo: difatti, gli Elleni, allorquando pronunziavano questa parola, ne sottintendevano un’altra – che, peraltro, era il sostantivo cui il suddetto attributo si riferiva -, ossia “techne“, da rendersi in Italiano con “arte” (da cui deriva, a sua volta, “tecnica”). Ed è proprio su tale vocabolo – oltreché sull’aggettivo Latino “libens“, che significa “volenteroso” – che intendo incentrare la prima parte di questa mia laudatio a Vito Marino, Primo Cittadino di Casavatore: egli, pur essendo alla sua prima esperienza nel rivestire tale ruolo di grande responsabilità, ha dato immediatamente prova di grande determinazione, giacché il suo obiettivo primario è da identificarsi con la promozione del bene comune e la salvaguardia della dignità di ciascuno.
Le molteplici – ed encomiabili – iniziative proposte dall’Amministrazione da lui guidata si prefiggono il fine di dimostrare che Casavatore non è affatto da considerarsi “terra di nessuno”, ma un paese ove chiunque può sentirsi a proprio agio, senza esser costretto a “fuggire” altrove: questa mentalità denota, a parer mio, il possesso di quel talento artistico necessario alla cura della Cosa Pubblica, virtù che oggigiorno (ohi noi) pertiene a pochi.
Desidero, poi, porre in risalto un altro aspetto della personalità di Vito Marino, ossia quella pietas che contraddistingue, secondo il celebre poeta Publio Virgilio Marone, l’eroe Troiano Enea: trattasi di un concetto intraducibile, costituente l’agglomerato di ben quattro valori umani d’epoca Augustea, che mi appresto ora ad illustrare.
- In primis, il senso del dovere: come Enea s’è dimostrato fedele ai suoi doveri verso gli dei e nei confronti di familiari e compagni, arrivando a costruire una nuovacivitas una volta approdato nel Lazio, così Vito Marino, dal giorno del suo insediamento, sta prodigandosi instancabilmente per cercare di raggiungere gli obiettivi che si è posto, giacché è sua intenzione mettere in atto quel cambiamento in melius auspicato dai Casavatoresi;
- Altro tassello che compone il mosaico dellapietasva identificato nell’affettività: l’eroe virgiliano, oltre ad essere un uomo valoroso, è anche una persona capace di esternare i sentimenti che prova, pur non cedendo mai alle tentazioni.
Anche il neo-Sindaco di Casavatore ha dato prova di affettività, recandosi di persona dai Concittadini più deboli in occasione della Giornata Mondiale delle persone affette da patologie invalidanti, facendo sentir loro la vicinanza delle Istituzioni; - Destinatario della caratteristica spirituale in commento è tanto l’essere umano quanto la divinità: comeAeneasera pius nei confronti degli dei allora venerati (si ricordi che, per ottemperare ad un ordine di Giove, rinunziò all’amore per Didone), così Marino s’è dimostrato tale verso il Dio Unico, compiendo una serie di buone azioni e rendendo un omaggio floreale alla Vergine Immacolata durante una cerimonia tenutasi presso la Chiesa di San Giovanni il Battista.
- A completare il puzzle v’è la reciprocità, anche se l’accezione di significato è ben diversa da quella attuale.
Cionondimeno, il paragone regge ancora una volta (con le dovute differenze, beninteso), giacché Enea, in segno di gratitudine verso gli dei per avergli concesso di salvarsi dal rogo di Troia – oltreché per obbedire a Giove -, ha portato a termine la sua missione, dando avvio all’iterche condusse poi alla fondazione di Roma; Marino, perseverando audacemente nell’attuazione di politiche attente alle esigenze di tutti, ha capito che la fiducia di un popolo non va tradita: in altre parole, ha messo in luce la propria riconoscenza nei riguardi dei Casavatoresi, evitando promesse da marinaio e facendosi in quattro per evitare ogni forma di disagio.
Non sono nativo di Casavatore, ma è dal periodo pre-elettorale che cerco di interessarmi con estrema attenzione delle questioni politiche che la riguardano: ciò mi consente di affermare inconfutabilmente che Marino è – volendo citare Dante Alighieri – il “nocchiere” adatto a guidare una nave in balia delle onde, rendendo la città da lui tanto amata un luogo di confronto e serenità, e non un “di dolore ostello“.
Ad maiora, signor Sindaco!
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