Omaggio a Tullio Spagnuolo Vigorita (3 maggio 1941 – 11 settembre 2012)
Napoli, 6 Maggio – In quel maledetto giorno, precisamente l’undici settembre duemiladodici, non avevo più voglia di andar avanti, poiché era venuta a mancare quella figura che, per diciannove anni e mezzo (o forse più), aveva sempre costituito il baluardo sicuro nelle situazioni avverse, il confidente fedele nei momenti delicati e – perché no – il mio primo magister juris.
Quando egli nacque, le bombe delle forze alleate cadevano a grappoli su una Napoli senz’altro più unita e perbene rispetto ai tempi attuali: non esistevano tablet, smartphone od altre apparecchiature simili, ma si comunicava perlopiù tramite lettera.
La carta, il calamaio e la penna erano gli oggetti più preziosi a quell’epoca; ma, soprattutto, si conferiva rilevanza al contatto umano, alle parole di conforto, alla solidarietà familiare. Insomma…valori caduti, oramai, nell’oblio, perché oramai soppiantati dalla prepotenza, dalla prevaricazione, da un egocentrismo che non conosce paragoni.
Ebbene, questi sono esattamente gli ideali che mi ha trasmesso mio padre, della cui venuta al mondo ricorreva tre giorni fa l’ottantatreesimo anniversario.
Io lo ricordo ancora così solare, esattamente come è stato sino al momento in cui il Buon Gesù lo ha accolto tra le Sue braccia: ogniqualvolta vedo sfrecciare una Vespa per le vie di Roma – città ove tuttora lavoro -, riaffiorano nella mia mente i giorni più lieti della fanciullezza, quando Papà mi veniva a prendere a scuola in sella alla sua PX 150 blu, mio colore preferito.
Al giorno d’oggi, ahi noi, continuano a volare bombe nei cieli del mondo: molti innocenti stanno perdendo la vita (o la salute) a causa dell’imbecillità di qualche dittatore con brame espansionistiche o che, addirittura, strumentalizza la Parola di Dio per giustificare le proprie azioni perverse.
Papà sottolineava, non a torto, che conoscere la storia è fondamentale; ma tale monito pare non sia stato recepito affatto: oggigiorno, invero, s’è percepita l’eco di quel medesimo conflitto che il Compianto ha vissuto, iniziato esattamente a seguito dell’agire prepotente di chi si credeva un “capo” quando, in realtà, non aveva alcun titolo per sterminare popolazioni.
È ben possibile salvare il mondo da violenze e devastazioni. Come? Semplicissimo: studiando intensamente e, soprattutto, dando testimonianza di quei valori umani di cui i più si sono fatti portavoce negli anni addietro.
Mi ritengo, pertanto, più che fortunato ad aver avuto come padre Tullio Spagnuolo Vigorita, lavoratore indefesso, studioso appassionato ed uomo di sanissimi princìpi!
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