L’edizione di Opera Indomita è a cura di Mariagiovanna Ferrante
Napoli, 30 Marzo – Oggi è stato pubblicata l’antologia di racconti inventati che percorrono storie di donne, molte volte considerati casi, che anche tra le mura domestiche hanno subito violenza per un amore malato, con il titolo completo: “L’amore, a volte – La paura, il coraggio, la sconfitta, il riscatto”.
Durante questo periodo di emergenza sanitaria dovuta al covid-19 il fenomeno si sta ampliando ed è stato definito dalle Nazioni Unite “Pandemia Ombra”, l’isolamento delle donne le ha sottoposte a una vera e propria strategia di controllo ad opera dell’abusante, con conseguente difficoltà ad attivare le reti di supporto.
L’edizione è di Opera Indomita di Pietro Damiano e Simona Verniti, ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale.
I racconti sulla violenza di genere sono affidati a narratori non professionisti con il compito di interpretare il vissuto di donne vittima di amori malati e di se stesse. Nella maggior parte dei casi la donna che ama in modo cieco e totalizzante non si rende conto di chi ha accanto, o non vuole farlo, alimentando le proprie speranze in un domani migliore attraverso i più comuni autoinganni. Il caso ha voluto che a narrare ci fossero solo donne. Un’antologia tutta al femminile, dunque, che esplora e racconta una tematica che si presenta con molteplici sfumature, tredici storie delle autrici: Adelina Mauro, Anna Bruno, Anna Maria Vallario, Elena Scialtiel, Elide Apice, Fabiana Grassi, Irene Gelsomino, Mariagiovanna Ferrante, Marisa Pesola, Simona Verniti, Stefania Fogliano, Stefania Pagano, Vincenza Sannino.
«Mi ama troppo». «Mi vuole tutta per sé». «Forse ha ragione, non valgo niente». Frasi del genere potrebbero apparire dei luoghi comuni, degli escamotages narrativi da utilizzare per proseguire nella costruzione di una storia, ma sono una triste realtà. Le donne non riescono a comprendere la mostruosità di ogni sorriso negato, di ogni schiaffo, di ogni bacio ipocritamente riparatore.
Il titolo – L’amore, a volte – vuole suggerire proprio come, a volte (troppe), l’amore giochi brutti scherzi: nell’uomo diventa forma di possesso e retrograda pretesa di controllo e di monopolio sulla vita altrui. Nella donna, l’amore malato è una forma di sottomissione dovuta spesso a una scarsa fiducia nelle proprie potenzialità, nella propria capacità di dare e ricevere, nella propria forza.
Sono solo storie, scritte per il puro gusto di raccontare? O sono un modo per denunciare, attraverso l’estro delle autrici, ogni forma di violenza?
Alcune vicende sono narrate in modo crudo e diretto, come se una macchina da presa stesse riprendendo senza filtri il dramma di donne vittime di abusi. In altre, invece, si cerca di scandagliare i pensieri delle vittime e di chi ha visto, senza guardare davvero, il consumarsi di drammi senza una conclusione felice.
Queste storie, per quanto frutto di fantasia, accadono ovunque nel mondo, perché le sofferenze delle donne, le lotte, le discriminazioni non hanno confini, non hanno tempo. Sono storie con un inizio e una fine, compiute. Quando la fine è tragica, non si può provare altro che rabbia, dolore, sconforto. Quando, però, la storia si finisce con un riscatto, con una decisione sofferta e coraggiosa, nasce la speranza che qualcosa possa davvero cambiare e trapela la fiducia in un futuro di libertà e di amore vero.
Mariagiovanna Ferrante che ne ha seguita la redazione ha dichiarato: <<In quest’antologia sono presenti narrazioni nate dalla fantasia delle autrici. Per quanto immaginate, sono tuttavia tutte storie assolutamente verosimili: la violenza di genere, infatti, si manifesta spesso in forme che superano l’immaginazione, attraverso parole gravemente offensive, percosse, umiliazioni. “L’amore, a volte”, può manifestarsi in forme estremamente rovinose e il messaggio che abbiamo voluto trasmettere in questa silloge è proprio questo: fuggire da ogni forma di amore malato, reagire, amarsi. E riprendere la propria vita.>>.
In copertina c’è un’opera realizzata di Maria Esposito, Educatrice Professionale e appassionata d’arte, fondatrice nel 2018 dell’associazione “Vola”, volta al sostegno delle fasce fragili della società. È un dipinto realizzato in acrilico su tela, che vuole rappresentare il coraggio di emozionarsi insito nelle donne. Tra tutte le emozioni disparate che una donna può provare sicuramente c’è la passione, la farfalla rossa rappresenta tutto il cuore che le donne mettono in ciò che fanno. Il dipinto è dedicato a tutte le donne vittime di violenza.
Il volumetto di 170 pagine è acquistabile su Amazon al prezzo di stampa con l’ISBN 979-8729779079.
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“Sono appassionata di ogni forma d’arte. Dal 2017 mi dedico alla scrittura. Ho scoperto che scrivere racconti mi diverte molto, fino al punto di pubblicare il primo dal titolo ‘ Santa Lucia era lì’. Ritengo che l’arte sia espressione dell’essere umano, e che i colpi di scena rendano la vita più frizzante”.