Napoli, 8 Settembre – Tutti ricordano le parole del ministro Nordio “Abbiamo aumentato le pene edittali”. Era arrivato per depenalizzare… La pena è una misura sanzionatoria “che ha il duplice scopo di garantire l’osservanza della norma ed al contempo reprimere comportamenti elusivi per disincentivare ulteriori violazioni.” Dunque, cosa cambierebbe con l’aumento delle pene edittali? “L’aumento delle pene edittali è un gesto tanto rituale ed emotivo quanto inutile a rispondere alle finalità preventive e repressive che si prefigge.
Il problema gigantesco (e la sua soluzione) si annida in due questioni. La prima, i giudici applicano costantemente ai delitti comuni, predatori, di spaccio, di violenza, pene ridicolmente inferiori a quelle previste edittalmente e lo fanno per vari ordini di motivi, da quello di carattere ideologico progressista e sinistrorso cattocomunista, a quello deflattivo circa l’affollamento delle prigioni, che ovviamente non gli compete.
La seconda. Le pene inflitte, alte o basse che siano, non vengono mai scontate per intero a causa, ancora una volta, della applicazione lassista della maledetta legislazione premiale sui benefici penitenziari che, del resto, andrebbe cancellata dall’ordinamento. Come al solito, purtroppo, però, nessun politico ci capisce una cippa…” Luigi Bobbio, magistrato e già senatore della Repubblica.
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Giornalista pubblicista. Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale.
Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda.
Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.
