Leda Virgili: “Ci sono le reliquie di Sant’Ambrogio Martire. Conoscere ed impegnarsi per sviluppare il Paese. Il 30 Maggio Press Tour a Ferentino con i suoi 26 siti archeologici. C’è l’Acropoli con opere risalenti al 100 a.C. e la vedremo! Entreremo in una Domus Romana con pavimenti musivi, ma anche nel Teatro Romano e nel Mercato Romano. Vedremo opere inedite e nel pieno rispetto delle normative anticovid”. La storia di Sant’Ambrogio Martire, patrono di Ferentino, testimonianza di resilienza.
Napoli, 1 Giugno – “La stampa ha potuto vedere l’unica parte del capo di Sant’Ambrogio Martire, visitando la Cattedrale di Ferentino dove sono conservate le sue reliquie che vengono esposte in occasione della Festa del 30 Aprile – 1 Maggio. Infatti Sant’Ambrogio Martire è patrono di Ferentino. Del periodo Barocco è rimasta la grande macchina processionale che è del 1700, realizzata da Filippo Cianfarani, pesa più di 5 quintali e viene portata a spalla da ben 16 uomini di 5 Confraternite”. Lo ha affermato Leda Virgili, guida Archeoclub d’Italia di Ferentino.
E proprio Leda Virgili ha accompagnato nel briefing stampa itinerante per i vicoli di Ferentino, i giornalisti della Stampa Estera ed italiana, mentre l’archeologa Daniela Muscianese ha brillantemente iniziato il briefing già nel bus in partenza da Roma. Un Press Tour voluto ed ideato e organizzato da Archeoclub d’Italia sede di Ferentino che ha creduto pienamente in questo tipo di comunicazione, in sinergia con il Comune e la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Frosinone, Latina.
Nell’antica Cattedrale di Ferentino accompagnati da Don Giuseppe Principali.
“Siamo nell’antica Cattedrale dei Santi Giovanni e Paolo, costruita su una struttura precedente – ha dichiarato Don Giuseppe Principali, parroco del Duomo di Ferentino – e consacrata nel 1108. All’interno numerosi sono gli affreschi e le testimonianze storiche”.
Sant’Ambrogio Martire era un soldato romano, ligure di nascita ed era centurione della cavalleria. Per ordine di Diocleziano, Ambrogio, giunse con l’esercito a Ferentino. Il Preside Publio Daciano diede inizio alla feroce persecuzione dei cristiani ma scoprì che anche Ambrogio era cristiano. Daciano cercò di convincere Ambrogio a abiurare ma quando capì che tutti i tentativi erano vani sottopose il suo fidato centurione ad un processo. Ambrogio scelse Cristo, affrontò il carcere e il martirio che avvenne il 16 Agosto del 304, a Monticchio. I cristiani della comunità ferentinese riuscirono a recuperare il corpo e addirittura a nasconderlo fino alla pacificazione religiosa del 313.
Una storia che è simbolo di Resilienza!
Dal Teatro Romano al Mercato Romano e ancora le Carceri di Sant’Ambrogio, le tre cinte murarie, la Domus Romana, ma anche la Cattedrale e la Cripta di Santa Lucia: Ferentino è il modello della rinascenza, tappa essenziale del turismo lento, del turismo culturale.
“Il Duomo sorge sul luogo dell’antica Acropoli della città. La primitiva chiesa è d’epoca altomedievale, costruita ai tempi di papa Pasquale I, parliamo del periodo che va dall’817 all’824 sui resti di un antico tempio romano; questa venne ristrutturata – ha dichiarato Antonio Ribezzo, Presidente di Archeoclub d’Italia sede di Ferentino – e rinnovata internamente ad opera del vescovo Agostino agli inizi del XII secolo e il 29 dicembre del 1108, al termine dei lavori, vi furono traslate solennemente le reliquie del martire romano Ambrogio, patrono di Ferentino. Il pavimento cosmatesco risale agli inizi del XIII secolo, opera di Jacobi magistri romani.
Nei muri della navata centrale, sotto le finestre, in 14 medaglioni sono raffigurati i santi locali. In sacrestia è conservato il ciborio della primitiva cattedrale del IX secolo, i cui elementi decorativi richiamano quello di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna”.
Ma San Pietro passò per Ferentino? La tradizione vorrebbe che sia passato per Ferentino.
C’è la Cripta di Santa Lucia!
“Con ogni probabilità risalirebbe al XII secolo. La chiesa è a due navate e si trova nei pressi del Teatro Romano – ha concluso Ribezzo – con affreschi che vanno dal XIII al XVIII secolo e di particolare interesse è il martirio di Santa Lucia la cui opera risalirebbe al 1585. Inoltre è possibile ammirare tracce di affreschi raffiguranti proprio Sant’Ambrogio Martire, patrono di Ferentino”.
Beni ecclesiastici e archeologici, testimonianze di molteplici epoche, fanno di Ferentino un simbolo di quell’Italia che deve essere parte del Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza.
“Ferentino è luogo di meraviglia e testimonianza del come in questo caso le pietre esprimano un codice che identifica una storia. Quando ci si pone difronte ad un centro storico si cerca inevitabilmente di individuare i termini di questo codice. Nel caso di Ferentino – ha dichiarato Claudio Lo Monaco, architetto, Responsabile Beni Ecclesiastici di Archeoclub d’Italia Nazionale – è un codice sia scritto attraverso le numerose epigrafi, ben 150, che testimoniano e raccontano la storia del posto ma anche mediante la tecnica costruttiva eccezionale che è quella delle murature ciclopiche e dello stesso Mercato Romano. Ora Archeoclub d’Italia vuole progettare la memoria, dunque una dimensione attiva nei confronti dei centri storici. Progettare la memoria nell’ambito dei centri storici minori è fondamentale perché se l’Italia una parte del patrimonio storico lo ha nei centri storici, si comprende il come non possa esistere Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa senza considerare questo aspetto eccezionale che è tipicamente italiano e quindi inizia abbiamo dato inizio da oggi non più soltanto alla rinascenza ma anche questo nuovo agire da parte di Archeoclub d’Italia e da parte delle Amministrazioni comunali di quei paesi dove Archeoclub d’Italia è presente: progettare la memoria”.
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