Carbonara di Nola, 19 Aprile – In territorio campano e di preciso nella zona collinare di Carbonara Di Nola si trova un manufatto di archeologia industriale: la Calcara. Era una struttura di grande utilità per un’antica comunità montana che aveva sviluppato attività in grado di soddisfare il fabbisogno interno. Con un modello economico che si potrebbe imputare alla difficoltà di scambio e della circolazione della moneta, ma anche alla cospicua presenza di materia prima.
In epoca medievale vi fu un vasto sviluppo di forme di produzioni autonome protratte fino all’epoca moderna di alcuni processi di produzioni tradizionali. In questo caso si tratta di produzione di materiali per l’edilizia e più in particolare quella artigianale della calce.
La calcara, addossata ad un pendio, per agevolare il terrapieno di sostegno perimetrale, è posizionata presso un alveo e realizzata con pietre resistenti al calore. Presenta una fossa semicilindrica, con volta che s’innalza sul muretto ad anello costruita con pietra calcarea, un condotto per la circolazione dell’aria, uno spazio laterale per le fascine, e una seconda stanza, posta in orizzontale, con muratura esterna per il riempimento in pietre calcaree che venivano disposte in maniera decrescente per la cottura.
La produzione di calce viva avveniva solitamente nel periodo primaverile, e si otteneva a una temperatura di 900° C, veniva usata in edilizia come legante per malta, per l’imbiancatura delle pareti e per uso rurale date le sue caratteristiche disinfettanti. Un tal edificio meriterebbe il recupero sia come patrimonio storico-culturale che territoriale.
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“Sono appassionata di ogni forma d’arte. Dal 2017 mi dedico alla scrittura. Ho scoperto che scrivere racconti mi diverte molto, fino al punto di pubblicare il primo dal titolo ‘ Santa Lucia era lì’. Ritengo che l’arte sia espressione dell’essere umano, e che i colpi di scena rendano la vita più frizzante”.
