Politica

Intercettazioni, ministro Nordio: “Eliminare gli abusi, dimezzano la democrazia”

Roma, 20 Gennaio – L’informativa alla Camera sull’amministrazione della Giustizia è stata aperta da una standing ovation, con tutti i deputati ad applaudire in piedi, a sottolineare il ringraziamento di Carlo Nordio a chi ha lavorato per la cattura del capomafia Matteo Messina Denaro: “È stato un grande momento per lo Stato e per la legalità”

L’intervento del Guardasigilli ha riguardato in massima parte il nodo delle intercettazioni e, in particolare, sulla necessità di intervenire sull’abuso delle stesse, pena il “cadere in una democrazia dimezzata” perché “quando si parla di giustizia bisogna parlare anche di errori giudiziari”. 

Partendo dal presupposto che non ha mai inteso “toccare minimamente le intercettazioni che riguardano terrorismo e mafia e quei reati che sono satelliti nei confronti di questi fenomeni perniciosi” Nordio ha affermato che la legge Orlando ha fallito: “Ieri non ho avuto la possibilità di replicare a un’osservazione fatta da un membro dell’opposizione, secondo cui dopo la riforma Orlando del 2020 sulle intercettazioni , il problema sarebbe stato risolto. Peccato che qualche settimana fa in Veneto sono state diffuse intercettazioni che riguardano il governatore del Veneto e altre persone assolutamente estranee alle indagini. Questo dimostra il fallimento di quella legge”. Il passaggio è stato sottolineato da un applauso dai banchi della maggioranza.

Nordio ha citato anche il nome del generale Mori, “la cui carriera è stata rovinata senza che nessuno abbia risarcito il danno”. E ha aggiunto: “È normale che ci siano colleghi che avendo sempre fatto i pm antimafia abbiano una visione estremamente severa di questi problemi. Ma l’Italia non è fatta di pm e questo Parlamento non deve essere supino e acquiescente a quelle che sono le posizioni dei pm”. E la riforma Cartabia “ha creato criticità a cui il governo cercherà di rimediare con un intervento chirurgico e immediato nel più breve tempo possibile”. 

Il ministro della Giustizia, nel suo intervento, ha anche toccato l’annoso dramma dei suicidi nelle carceri: “I suicidi nelle carceri sono diventati 85 alla fine dello scorso anno, una percentuale intollerabile”. Il numero, spiega, ha spinto il ministero ad avviare uno studio sulle ragioni alla base del gesto consumato durante il periodo di detenzione.

“Questo ministero ha posto come priorità argomenti che non dovrebbero essere divisivi, come l’efficienza della giustizia, soprattutto quella civile”. Concludendo poi la sua relazione sull’amministrazione della giustizia, Nordio ha aggiunto: “Spero che il nostro programma venga al più presto attuato con il concorso della maggioranza e auspico anche con il concorso altrui”.

“Vi assicuro sul mio onore che da me c’è stata la processione di sindaci di vostri partiti che sono venuti a chiedere implorando di eliminare questo reato”, ha quindi risposto il ministro della Giustizia, replicando in tema di riforma dell’abuso d’ufficio, al deputato del Pd Marco Lacarra, ma riferendosi probabilmente anche ad altri partiti dell’opposizione. 

“Questo governo, combinando insieme propositi preannunciati e azioni già realizzate, ci fornisce la visione di una giustizia che ci preoccupa perché ci appare distorta anche per quanto riguarda i principi costituzionali come l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e il rispetto per l’autonomia e l’imparzialità dei magistrati”. Queste le parole di leader del M5S, Giuseppe Conte. “In questo Parlamento ci sono opinioni diverse ma siamo tutti teste pensanti e raziocinanti. La invito, ministro, a esprimersi in modo più consono, le posizioni M5s sono espressione di una profonda cultura che si avvale anche dell’esperienza sul campo di persone che hanno combattuto a rischio della propria vita la mafia”, ha aggiunto.

Parole dure anche da Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera dei deputati: “Nordio 1, Nordio 2 e Nordio 3. Il primo dice che i mafiosi non parlano al telefono, ma alla prova dei fatti Matteo Messina Denaro è stato arrestato con due telefoni in tasca. Il secondo dice che i mafiosi non parlano al telefono dei loro reati, eppure Matteo Messina Denaro è stato arrestato proprio per quanto emerso dalle intercettazioni. Il terzo Nordio oggi alla Camera dice che poiché i mafiosi parlano al telefono anche dei loro reati, ma più frequentemente di altri reati, sostiene che le intercettazioni si faranno anche per quei reati satellite a quelli di natura mafiosa.  Attendiamo di capire dal Nordio 4 cosa intende dire. Un po’ preoccupati, per la verita’”. 

La Giunta dell’Unione delle Camere penali italiane ha espresso  “il più vivo apprezzamento” per le posizioni espresse dal Guardasigilli ieri al Senato e questa mattina alla Camera: “Vedremo in concreto quali saranno le proposte di riforma del ministro e del Governo, ed abbiamo già espresso le nostre forti perplessità circa il ventilato rafforzamento delle intercettazioni preventive di polizia, ma è certo che in ogni occasione pubblica il ministro Nordio non abbia mai mancato di premettere ad ogni suo ragionamento sul tema che le proposte di riforma non avrebbero nemmeno sfiorato l’uso delle intercettazioni in relazione ai reati di mafia e di terrorismo”.

Secondo le Camere penali, “sull’onda emozionale di questo arresto eccellente il giustizialismo nostrano, sempre fortemente presente e trasversale nella politica e nei media, puntualmente saldandosi ed anzi affidandosi alla impropria guida politica della magistratura italiana (fuori e dentro il parlamento repubblicano), pensa di poter da subito chiudere i conti con quel programma di riforme liberali che, ben oltre il tema delle intercettazioni, punta dichiaratamente a modificare gli assetti ordinamentali e costituzionali come impellentemente richiesto dalla ormai più che ventennale riforma dell’articolo 111 della Costituzione: separazione delle carriere, e profondo ripensamento della obbligatorietà dell’azione penale”. 

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