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Inquinamento acustico: un problema ambientale sottovalutato

Napoli, 12 Ottobre – Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) l’inquinamento acustico è il secondo principale problema ambientale dopo l’inquinamento atmosferico per estensione e danni apportati alla popolazione. E’ un fenomeno ambientale spesso sottovalutato a partire dai piccoli e medi centri urbani. Se il trasporto urbano ed extraurbano (auto,camion, moto, bus, aerei) è la prima causa in assoluto in Europa di inquinamento acustico, ci sono anche da considerare fenomeni di aziendalizzazioni  urbane selvagge, al di là della legge o ai limiti di essa spesso presenti in zone urbane già sature da fenomeni di inquinamento acustico.

Oggi andremo a valutare attentamente quali rumori sono molesti per la normativa amministrativa, quando la legge considera illegittimo un rumore, i limiti amministrativi dei rumori e come è possibile fare la lotta al rumore. E’ evidente poi oggi come le logiche di mercato e ragioni economiche esasperate hanno spinto sempre più la produzione e le aziende dei campi più disparati a mettere in funzione anche nei centri urbani in modo molesto, anche oltre gli orari consentiti, per la popolazione macchinari, ventole degli impianti di riscaldamento e condizionamento dell’aria.

Quando un suono può essere considerato un rumore molesto per la normativa amministrativa?

Innanzitutto definiamo le unità di misure interessate.

Il decibel è l’unità di misura per misurare il suono. Il suono altro non è una frequenza di variazioni di pressioni, più o meno rilevabili dall’orecchio.

Il campo uditivo umano percepisce frequenze da 20 Hertz fino a 20.000 Hertz. Il secondo livello per misurare un suono è l’ampiezza o il livello delle variazioni della pressione; l’ampiezza è indicata in Pascal oppure, anche in Decibel (Db). Si tratta del parametro più importante nell’analisi dell’inquinamento acustico.

I limiti che l’Oms consiglia per evitare conseguenze serie sulla salute umana sono i 65 db durante il giorno e 55db durante la notte.

Quando la legge considera illegittimo un rumore?

I criteri per valutare la liceità delle immissioni di rumore nelle abitazioni sono due.

1) Il primo criterio è quello dell’accettabilità che  vale in sede amministrativa. Ci riferiamo a quando si invoca la illegittimità del rumore direttamente davanti agli organi di controllo della pubblica amministrazione. Quando ad esempio invochiamo l’intervento del Comune o dell’ Agenzia Regionale Protezione Ambiente (ARPA).

2) Il secondo criterio è quello della tollerabilità che opera quando si chiede l’intervento del giudice civile, cioè il Tribunale. I due criteri si basano sulle stesse registrazioni fonometriche in Decibel e i parametri del giudice civile sono in generale più restrittivi di quello amministrativo.

I limiti amministrativi di accettabilità dei rumori

La legge quadro sull’inquinamento acustico n.447/95, con i relativi decreti attuativi, disciplina i limiti amministrativi di immissione e rumore negli ambienti abitativi. Si tratta della normativa pubblicistica cioè imposta dallo Stato ai cittadini. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14/11/97 fissa dei limiti massimi per un rumore emesso nell’ambiente esterno e quelli per un rumore immesso in un ambiente abitativo.

L’art.3 fissa dei limiti massimi in decibel massimi per le emissioni nell’ambiente esterno, per ciascun tipo, sia di giorno che di notte. Tali limiti possono essere indicati sulla base della situazione concreta ( Comune e zona).

Invece, l’art.4 stabilisce dei limiti massimi differenziali per i rumori percepiti all’interno delle abitazioni. Consistono nella differenza, sempre in decibel, tra l’immissione di rumore ( denominato ambientale) e il rumore presente senza l’immissione ( denominato residuo). Questi limiti sono 5 Decibel di giorno (dalle ore 6,00 alle ore 22,00) e 3 Decibel di Notte ( negli altri orari).

Inoltre, questi limiti differenziali non si applicano se il rumore è da ritenersi trascurabile. E’ trascurabile, a finestre aperte, il rumore inferiore a 50 dBA durante il giorno ed a 40 dBA durante la notte. A finestre chiuse, il rumore inferiore a 35 dBA durante il giorno ed a 25 dBA durante il la notte.

Nelle misurazioni il livello sonoro è espresso in decibel, o più correttamente in dBA, decibel attenuati secondo la curva A. La misurazione in dBA rappresenta l’insieme di tutte le frequenze del rumore con l’attenuazione secondo la curva A che simula la sensibilità dell’orecchio umano alle varie frequenze.

Secondo entrambe le metodologie, ovvero sia per i limiti differenziali del DPCM 14/11/97 sia per il limite di giurisprudenza dei 3 dB sul rumore di fondo, occorre effettuare due misurazioni. La prima misurazione è fatta quando la sorgente del rumore molesto è attiva e la seconda quando è spenta. Secondo il DPCM 14/11/97 il limite massimo differenziale diurno è in definitiva 5 dB e quello notturno è 3 dB.

 

Come fare la lotta all’inquinamento acustico?

A livello locale, gli strumenti fondamentali che la legge individua per una sensibile politica di riduzione dell’inquinamento acustico sono essenzialmente due:

  • la zonizzazione acustica, che prevede la distinzione del territorio comunale in sei classi in base ai livelli di rumore, permettendo la limitazione o prevenzione del deterioramento del territorio così come la tutela delle zone particolarmente sensibili;

  • il piano di risanamento acustico, che scatta quando non vengono rispettati i limiti di zona e comprende provvedimenti amministrativi, normativi e regolamentari, oltre a interventi concreti di tipo tecnico (ad esempio installazioni di barriere, interventi su edifici ecc.)

Al di là delle normative vi sono altre azioni che l’INAIL consiglia per la lotta al danno sonoro:

  • l’abbattimento del rumore alla fonte;
  • l’uso di macchine, attrezzature e strumenti con basse emissioni rumorose;
  • la manutenzione periodica e l’eventuale sostituzione di macchine,apparecchiature e strumenti;
  • la vigilanza sul rispetto della normativa vigente.

Annibale Pietro Napolitano

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